diff options
Diffstat (limited to 'talermerchantdemos/blog/articles/it/free-software-even-more-important.html')
-rw-r--r-- | talermerchantdemos/blog/articles/it/free-software-even-more-important.html | 407 |
1 files changed, 407 insertions, 0 deletions
diff --git a/talermerchantdemos/blog/articles/it/free-software-even-more-important.html b/talermerchantdemos/blog/articles/it/free-software-even-more-important.html new file mode 100644 index 0000000..2183a75 --- /dev/null +++ b/talermerchantdemos/blog/articles/it/free-software-even-more-important.html @@ -0,0 +1,407 @@ +<!--#set var="PO_FILE" + value='<a href="/philosophy/po/free-software-even-more-important.it.po"> + https://www.gnu.org/philosophy/po/free-software-even-more-important.it.po</a>' + --><!--#set var="ORIGINAL_FILE" value="/philosophy/free-software-even-more-important.html" + --><!--#set var="DIFF_FILE" value="/philosophy/po/free-software-even-more-important.it-diff.html" + --><!--#set var="OUTDATED_SINCE" value="2019-05-24" --> + +<!--#include virtual="/server/header.it.html" --> +<!-- Parent-Version: 1.86 --> + +<!-- This file is automatically generated by GNUnited Nations! --> +<title>Adesso il Software libero è ancora più importante - Progetto GNU - Free +Software Foundation</title> + +<!--#include virtual="/philosophy/po/free-software-even-more-important.translist" --> +<!--#include virtual="/server/banner.it.html" --> +<!--#include virtual="/server/outdated.it.html" --> +<h2>Adesso il Software libero è ancora più importante </h2> + +<p>di <a href="http://www.stallman.org/"><strong>Richard Stallman</strong></a></p> + +<blockquote> +<p>Una versione sostanzialmente riveduta di questo articolo è stata pubblicata +su <a +href="http://www.wired.com/opinion/2013/09/why-free-software-is-more-important-now-than-ever-before"> +Wired</a>.</p> +<p> +<a href="/help/help.html">Alcuni modi per aiutare il movimento del software +libero</a>. +</p> +</blockquote> + +<p>Dal 1983 il movimento per il software libero si batte per la libertà degli +utenti di computer, affinché siano gli utenti a controllare il software che +usano e non viceversa. Quando un programma rispetta la libertà degli utenti +e la comunità diciamo che è "software libero".</p> + +<p>A volte (NdT: solo in inglese, dove "free" significa sia libero che +gratuito) utilizziamo anche "libre" per enfatizzare il fatto che stiamo +parlando di libertà e non di prezzo. Alcuni programmi proprietari, come +Photoshop, sono molto costosi, altri, come Flash Player, sono disponibili +gratuitamente, ma questo è solo un dettaglio: comunque sia, vincolano i loro +utenti alla volontà del proprietario del programma., dando a quest'ultimo un +potere che nessuno deve avere.</p> + +<p>Questi due programmi non liberi hanno qualcos'altro in comune: sono entrambi +<em>malware</em>, nel senso che contengono funzionalità irrispettose +dell'utente. Il software proprietario oggi spesso è malware perché <a +href="/malware/">il potere degli sviluppatori li corrompe</a>. Quell'elenco +comprende circa 400 diverse funzionalità malevole (nel 2019) ma è +sicuramente solo la punta dell'iceberg.</p> + +<p>Con il software libero, gli utenti controllano il programma, in maniera +individuale e collettiva. Quindi controllano quello che fanno i loro +computer, purché questi siano <a +href="/philosophy/loyal-computers.html">affidabili</a> e che cioè si +attengano alle istruzioni dell'utente.</p> + +<p>Con il software proprietario, il programma controlla gli utenti, e qualche +altra entità (lo sviluppatore o "proprietario") controlla il +programma. Quindi il programma proprietario mette i suoi utenti sotto il +potere dello sviluppatore. Questa è un'ingiustizia di per sé e inoltre apre +la porta ad altri modi di maltrattare l'utente.</p> + +<p>Anche quando il software proprietario non è di per sé dannoso, i suoi +sviluppatori sono incentivati a fare in modo che <a +href="https://observer.com/2016/06/how-technology-hijacks-peoples-minds%E2%80%8A-%E2%80%8Afrom-a-magician-and-googles-design-ethicist/">crei +dipendenza e manipoli</a>. Si è liberi, come l'autore di quell'articolo, di +pensare che gli sviluppatori abbiano un obbligo etico di evitare queste +azioni, ma gli sviluppatori di solito fanno i propri interessi. Se non +volete che questo succede, fate in modo che il programma sia controllato dai +suoi utenti.</p> + +<p>Libertà significa avere il controllo della propria vita. Se si utilizza un +programma per svolgere delle attività nel corso della vita, la nostra +libertà dipende dal controllo che si ha su tale programma. Ci meritiamo di +avere il controllo dei programmi che utilizziamo, tanto più se li usiamo per +qualcosa di importante nella nostra vita. </p> + +<p>Per avere il controllo sui programmi, gli utenti hanno bisogno di quattro <a +href="/philosophy/free-sw.html">libertà fondamentali</a>. +</p> + +<p>(0) La libertà di eseguire il programma come si desidera, per qualsiasi +scopo. </p> + +<p>(1) La libertà di studiare il "codice sorgente" del programma e modificarlo +per adattarlo alle proprie necessità. I programmi sono scritti da +programmatori in linguaggi di programmazione, una sorta di inglese mischiato +a formule matematiche, e tale forma del programma è detta "codice +sorgente". Chiunque sa programmare, avendo a disposizione il programma sotto +forma di codice sorgente può leggerlo, capirne il funzionamento e persino +modificarlo. Se tutto ciò che si ha è la sua forma eseguibile, una sequenza +di numeri che è chiarissima per essere eseguita dal computer ma praticamente +indecifrabile per un essere umano, capire e modificare il programma in tale +forma è praticamente impossibile. </p> + +<p>(2) La libertà di creare e distribuire copie del programma a +piacimento. (Non si tratta di un obbligo ma di una scelta. Se il programma è +libero, non significa che qualcuno debba fornircene una copia, o che se ne +debba fornire una copia agli altri. Distribuire un programma ad altri senza +che si accompagnato dalle libertà è un abuso; Ad ogni modo, scegliere di non +distribuire il programma - utilizzandolo privatamente - non fa male a +nessuno.) </p> + +<p>(3) La libertà di creare e distribuire copie di versioni modificate del +programma, secondo la propria volontà. </p> + +<p>Le prime due libertà significano che ogni utente può esercitare il proprio +controllo (individuale) sul programma. Con le altre due libertà, qualsiasi +gruppo di utenti può esercitarne un <em>controllo collettivo</em>. Grazie a +tutte le quattro libertà, gli utenti hanno il controllo completo del +programma. Se anche solo una delle libertà manca o non è applicabile, il +programma è proprietario (non libero) e iniquo. </p> + +<p>Altri tipi di opere vengono utilizzate per attività pratiche, come le +ricette di cucina, o opere istruttive come libri di testo, opere di +consultazione come dizionari ed enciclopedie, stili di caratteri per la +visualizzazione di paragrafi di testo, schemi per il montaggio di +apparecchi, e modelli per realizzare oggetti utili (e non soltanto +decorativi) con una stampante 3D. Poiché questi non sono software, il +movimento del software libero in senso stretto del termine non li comprende; +ma si possono applicare le stesse argomentazioni ottenendo lo stesso +risultato: queste opere devono permettere le quattro libertà.</p> + +<p>Un programma libero ci permette di armeggiarci per fargli fare quello che si +vuole (o farlo smettere di fare qualcosa che non ci piace). Armeggiare con +il software potrebbe sembrare ridicolo se si è abituati ad utilizzare +software proprietario come una scatola chiusa, ma nel Mondo Libero è una +pratica usuale ed un ottimo sistema per imparare a programmare. Persino il +tradizionale passatempo americano di armeggiare con le auto ne risulta +ostacolato perché le auto oggi contengono software non libero.</p> + +<h3>L'iniquità della proprietà </h3> + +<p>Se gli utenti non controllano i programmi, quest'ultimi controllano gli +utenti. Con il software proprietario c'è sempre qualcuno, lo sviluppatore o +il "proprietario" del programma, che lo controlla e attraverso di esso +esercita il potere sui suoi utenti. Un programma non libero è quindi un +giogo, uno strumento di potere iniquo. </p> + +<p>In casi scandalosi (sebbene questo oltraggio sia divenuto piuttosto usuale) +programmi proprietari vengono <a +href="/proprietary/proprietary.html">progettati per spiare gli utenti</a>, +limitarli, censurarli, abusandone. Ad esempio, il sistema operativo dei vari +"iGadgets" di Apple fa tutto ciò e lo stesso fa Windows sui dispositivi +mobili con processori ARM. Windows, il firmware dei telefoni cellulari e +Google Chrome per Windows hanno al loro interno un meccanismo di accesso +(back door) che permette ad alcune aziende di modificare i programmi a +distanza senza chiedere alcun permesso. Il Kindle di Amazon ha una back door +che consente la cancellazione di libri. </p> + +<p>L'uso di software non libero nell'“internet of things” la +trasformerebbe nell'<a +href="http://ieet.org/index.php/IEET/more/rinesi20150806">“internet +dei televenditori”</a> e nell'“internet degli spioni”.</p> + +<p>Con l'obiettivo di porre fine all'iniquità del software non libero, il +movimento del software libero sviluppa programmi liberi per rendere liberi +gli utenti. Abbiamo iniziato nel 1984 sviluppando il sistema operativo +libero <a href="/gnu/the-gnu-project.html">GNU</a>. Oggi milioni di computer +lo utilizzano, soprattutto nella versione <a +href="/gnu/gnu-linux-faq.html">GNU/Linux</a>.</p> + +<p>Distribuire un programma ad utenti senza trasmettere loro anche le libertà è +un abuso nei loro confronti; scegliere di non distribuire il programma non +fa male a nessuno. Se si scrive un programma e lo si usa privatamente, non +si danneggia nessuno. (Si spreca un'occasione per fare del bene, ma allo +stesso tempo non si fa niente di male). Quindi, quando diciamo che il +software deve essere libero, vogliamo dire che ogni copia deve essere +fornita con le quattro libertà, ma non vogliamo dire che qualcuno è +obbligato a fornire copie del programma.</p> + +<h3>Software non libero e SaaSS </h3> + +<p>Il software non libero è stato il primo meccanismo che le aziende hanno +utilizzato per prendere il controllo delle attività degli utenti. Oggi ce +n'è un altro, chiamato Service as a Software Substitute (servizio come +surrogato del software) o SaaSS. Ciò significa permettere ai server di +qualcun altro di gestire le proprie attività di elaborazione. </p> + +<p>SaaSS non significa che i programmi sul server sono non liberi (anche se +spesso sono effettivamente non liberi). Piuttosto, utilizzando SaaSS +mettiamo in atto la stessa iniquità dei programmi non liberi: sono due +percorsi che portano nella stessa direzione sbagliata. Prendiamo ad esempio +un servizio SaaS di traduzione: l'utente invia il testo da tradurre al +server, il quale lo traduce (dall'inglese allo spagnolo, per esempio) e +re-invia la traduzione all'utente. In questo modo il meccanismo di +traduzione è sotto il controllo del gestore del server invece che +dell'utente. </p> + +<p>Se si utilizza SaaSS il gestore del server controlla le nostre +elaborazioni. Si è costretti a fornire tutti i dati pertinenti +all'operazione al gestore del server che potrà essere costretto a mostrarli +ad un ufficiale - in realtà <a +href="/philosophy/who-does-that-server-really-serve.html">chi sta servendo +realmente quel server?</a></p> + +<h3>Iniquità primarie e secondarie</h3> + +<p>Quando si utilizzano programmi proprietari o SaaSS, prima di tutto facciamo +del male a noi stessi, perché questo consente a qualcun altro di esercitare +un potere iniquo su di noi. Per il nostro bene dovremmo evitarlo. Fa del +male anche ad altri poiché promettiamo di non condividere. È sbagliato +tenere fede a tale promessa e un male minore infrangerla; per essere +veramente integerrimi non dovremmo farla affatto. </p> + +<p>Ci sono casi in cui l'utilizzo di software non libero mette pressione +direttamente sugli altri a fare altrettanto. Skype ne è un chiaro esempio: +quando una persona utilizza il software non libero Skype è necessario che +anche un'altra lo faccia - in questo modo entrambe rinunciano alla propria +libertà. Google Hangouts presenta lo stesso problema. È sbagliato anche +suggerire l'utilizzo di tali programmi. Dovremmo rifiutare di usarli anche +per un tempo limitato o sul computer di qualcun altro. </p> + +<p>Un altro danno derivante dall'utilizzo di software non libero e SaaSS è che +si premia l'autore, incoraggiando ulteriori sviluppi del programma o +"servizio", il che porta a sua volta sempre più persone sotto il controllo +dell'azienda.</p> + +<p>Tutte le forme di danno indiretto vengono amplificate nel caso in cui +l'utente sia un ente pubblico o una scuola. </p> + +<h3>Il software libero e lo Stato</h3> + +<p>Gli enti pubblici esistono per le persone, non per se stessi. Quando +utilizzano i sistemi di elaborazione lo fanno per le persone. Hanno quindi +il dovere di mantenere il controllo sull'elaborazione dei dati in maniera da +assicurarsi che queste siano realizzate per le persone in maniera +corretta. Ciò costituisce la "sovranità computazionale" dello Stato. Non +devono assolutamente permettere che il controllo del sistema di elaborazione +dello Stato cada nelle mani di privati. </p> + +<p>Per mantenere il controllo dell'elaborazione dei dati delle persone, gli +enti pubblici non devono farlo con software proprietario (software sotto il +controllo di un soggetto diverso dallo Stato). E non devono affidare i dati +ad un servizio programmato ed eseguito da un soggetto che non sia lo Stato, +e questo sarebbe SaaSS.</p> + +<p>Il software proprietario non ha alcuna sicurezza in un caso importante - nei +confronti del suo sviluppatore. E lo sviluppatore può aiutare altri ad +attaccarlo. Microsoft <a +href="http://arstechnica.com/security/2013/06/nsa-gets-early-access-to-zero-day-data-from-microsoft-others/">mostra +i bug di Windows alla NSA</a> (l'agenzia governativa di spionaggio digitale +degli Stati Uniti) prima di correggerli. Non sappiamo se Apple fa +altrettanto, ma è sottoposta alle stesse pressioni governative di +Microsoft. Se il governo di qualsiasi altro Paese utilizza tale software +mette a repentaglio la sicurezza nazionale. Chi vorrebbe che la NSA entrasse +nei computer del proprio governo? Abbiamo preparato anche dei <a +href="/philosophy/government-free-software.html">suggerimenti per i governi +per la promozione del software libero</a>.</p> + +<h3>Il software libero e l'istruzione</h3> + +<p>Le scuole (e tutte le istituzioni didattiche in senso lato) influenzano il +futuro della società tramite il loro insegnamento. Queste dovrebbero +insegnare esclusivamente software libero, così da utilizzare la loro +influenza in maniera positiva. Insegnare l'uso di un programma proprietario +equivale ad impiantare una dipendenza, che va contro la missione +educativa. Insegnando l'uso del software libero, le scuole indirizzeranno il +futuro della società verso la libertà e aiuteranno i programmatori dotati di +talento a padroneggiare il proprio mestiere. </p> + +<p>Insegneranno anche agli studenti l'abitudine alla cooperazione e all'aiuto +verso gli altri. Ogni corso deve avere questa regola: "Studenti, questa +classe è il luogo nel quale condividiamo la conoscenza. Se portate software +in classe non dovete tenerlo per voi. Ma dovete condividerne copie con il +resto della classe - incluso il suo codice sorgente, nel caso in cui +qualcuno volesse studiarlo. Pertanto, portare software proprietario in +classe non è consentito eccetto per lo studio del funzionamento al fine di +ricostruirne il codice sorgente".</p> + +<p>Gli sviluppatori di software proprietario vorrebbero farci punire gli +studenti che sono abbastanza bravi di cuore per condividerlo e contrastare +quelli abbastanza curiosi da volerlo modificare. Questa è una cattiva +educazione. Altri articoli sull'uso del software libero nelle scuole sono +disponibili su <a href="/education/">http://www.gnu.org/education/</a>.</p> + +<h3>Software libero: più che "vantaggi"</h3> + +<p>Spesso mi viene chiesto di descrivere i "vantaggi" del software libero. Ma +la parola "vantaggi" è troppo debole quando si tratta di libertà. La vita +senza libertà è oppressione e questo si applica all'informatica come ad ogni +altra attività della nostra esistenza. Dobbiamo rifiutarci di dare agli +sviluppatori dei programmi o dei servizi informatici il controllo delle +nostre elaborazioni. Questa è la cosa giusta da fare, per motivi egoistici, +ma non solo.</p> + +<p>La libertà include la libera cooperazione con altri. Imbrogliare le persone +dicendo che libertà significa tenerle divise è l'inizio di un regime di +oppressione. Nella comunità del software libero, siamo veramente consapevoli +dell'importanza della libertà di cooperare perché il nostro lavoro si basa +su una cooperazione organizzata. Se un amico ci viene a far visita e ci vede +utilizzare un programma, potrebbe chiedercene una copia. Un programma che ci +impedisce di redistribuirlo, o dice che "non dovremmo farlo", è antisociale.</p> + +<p>In informatica, la cooperazione comprende la redistribuzione di copie di un +programma ad altri. Comprende anche la distribuzione delle eventuali +modifiche apportate. Il software libero incoraggia tali forme di +cooperazione, mentre il software proprietario le vieta. Proibisce la +redistribuzione di copie e, negando agli utenti il codice sorgente, non +consente loro di apportarvi modifiche. SaaSS ha gli stessi effetti: se +l'elaborazione avviene via web sul server di qualcun altro, da un programma +di qualcun altro, non si può vedere o toccare il software che effettua +l'elaborazione, quindi non lo si può redistribuire o modificare.</p> + +<h3>Conclusione </h3> + +<p>Ci meritiamo di avere il controllo delle nostre elaborazioni, ma come +possiamo ottenerlo? Tenendo lontano il software non libero dalle macchine +che possediamo o utilizziamo regolarmente e rifiutando SaaSS. <a +href="/licenses/license-recommendations.html">Sviluppando software +libero</a> (per coloro che sono programmatori), rifiutandosi di sviluppare o +promuovere software non libero o SaaSS. <a +href="/help/help.html">Diffondendo</a> queste idee agli altri.</p> + +<p>Assieme ad altre migliaia di utenti, noi lo stiamo facendo dal 1984, e +questo ci ha permesso di avere oggi GNU/Linux, il sistema operativo libero +che chiunque - programmatore o meno - può utilizzare. Unitevi alla nostra +nostra causa, come programmatori o attivisti. Rendiamo liberi tutti gli +utenti di computer. </p> + + +<div class="translators-notes"> + +<!--TRANSLATORS: Use space (SPC) as msgstr if you don't have notes.--> + </div> +</div> + +<!-- for id="content", starts in the include above --> +<!--#include virtual="/server/footer.it.html" --> +<div id="footer"> +<div class="unprintable"> + +<p>Per informazioni su FSF e GNU rivolgetevi, possibilmente in inglese, a <a +href="mailto:gnu@gnu.org"><gnu@gnu.org></a>. Ci sono anche <a +href="/contact/">altri modi di contattare</a> la FSF. Inviate segnalazioni +di link non funzionanti e altri suggerimenti relativi alle pagine web a <a +href="mailto:webmasters@gnu.org"><webmasters@gnu.org></a>.</p> + +<p> +<!-- TRANSLATORS: Ignore the original text in this paragraph, + replace it with the translation of these two: + + We work hard and do our best to provide accurate, good quality + translations. However, we are not exempt from imperfection. + Please send your comments and general suggestions in this regard + to <a href="mailto:web-translators@gnu.org"> + + <web-translators@gnu.org></a>.</p> + + <p>For information on coordinating and submitting translations of + our web pages, see <a + href="/server/standards/README.translations.html">Translations + README</a>. --> +Le traduzioni italiane sono effettuate ponendo la massima attenzione ai +dettagli e alla qualità, ma a volte potrebbero contenere imperfezioni. Se ne +riscontrate, inviate i vostri commenti e suggerimenti riguardo le traduzioni +a <a +href="mailto:web-translators@gnu.org"><web-translators@gnu.org></a> +oppure contattate direttamente il <a +href="http://savannah.gnu.org/projects/www-it/">gruppo dei traduttori +italiani</a>.<br/>Per informazioni su come gestire e inviare traduzioni +delle nostre pagine web consultate la <a +href="/server/standards/README.translations.html">Guida alle traduzioni</a>.</p> +</div> + +<!-- Regarding copyright, in general, standalone pages (as opposed to + files generated as part of manuals) on the GNU web server should + be under CC BY-ND 4.0. Please do NOT change or remove this + without talking with the webmasters or licensing team first. + Please make sure the copyright date is consistent with the + document. For web pages, it is ok to list just the latest year the + document was modified, or published. + + If you wish to list earlier years, that is ok too. + Either "2001, 2002, 2003" or "2001-2003" are ok for specifying + years, as long as each year in the range is in fact a copyrightable + year, i.e., a year in which the document was published (including + being publicly visible on the web or in a revision control system). + + There is more detail about copyright years in the GNU Maintainers + Information document, www.gnu.org/prep/maintain. --> +<p>Copyright © 2015, 2017, 2018, 2019 Richard Stallman</p> + +<p>Questa pagina è distribuita secondo i termini della licenza <a rel="license" +href="http://creativecommons.org/licenses/by-nd/4.0/">Creative Commons +Attribuzione - Non opere derivate 4.0 internazionale</a> (CC BY-ND 4.0).</p> + +<!--#include virtual="/server/bottom-notes.it.html" --> +<div class="translators-credits"> + +<!--TRANSLATORS: Use space (SPC) as msgstr if you don't want credits.--> +Tradotto da Daniele Masini. Modifiche di Andrea Pescetti.</div> + +<p class="unprintable"><!-- timestamp start --> +Ultimo aggiornamento: + +$Date: 2019/12/30 12:08:30 $ + +<!-- timestamp end --> +</p> +</div> +</div> +<!-- for class="inner", starts in the banner include --> +</body> +</html> |