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thegnuproject.html (63048B)


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     10 <title>Il progetto GNU - Progetto GNU - Free Software Foundation</title>
     11 <style type="text/css" media="print,screen"><!--
     12 a[href*='#ft'] { font-size: .94em; }
     13 -->
     14 </style>
     15 <meta http-equiv="Keywords" content="GNU, GNU Project, FSF, Free Software, Free Software Foundation, History,
     16 progetto GNU, storia, software libero" />
     17 
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     23 <div class="article reduced-width">
     24 <h2>Il progetto GNU</h2>
     25 
     26 <address class="byline">di <a href="https://www.stallman.org/">Richard Stallman</a></address>
     27 
     28 <h3>La prima comunità di condivisione del software</h3>
     29 <p>
     30 Quando cominciai a lavorare nel laboratorio di Intelligenza Artificiale del
     31 <abbr title="Massachusetts Institute of Technology">MIT</abbr> nel 1971,
     32 entrai a far parte di una comunità in cui ci si scambiavano i programmi, che
     33 esisteva già da molti anni.  La condivisione del software non si limitava
     34 alla nostra comunità; è un cosa vecchia quanto i computer, proprio come
     35 condividere le ricette è antico come il cucinare.  Ma noi lo facevamo più di
     36 quasi chiunque altro.</p>
     37 <p>
     38 Il laboratorio di Intelligenza Artificiale usava un sistema operativo a
     39 partizione di tempo (timesharing) chiamato <abbr title="Incompatible
     40 Timesharing System">ITS</abbr> (Incompatible Timesharing System) che il
     41 gruppo di hacker&#8239;<a href="#ft1">[1]</a> del laboratorio aveva
     42 progettato e scritto in linguaggio assembler per il Digital <abbr
     43 title="Programmed Data Processor">PDP</abbr>-10, uno dei grossi elaboratori
     44 di quel periodo. Come membro di questa comunità, hacker di sistema nel
     45 gruppo laboratorio, il mio compito era migliorare questo sistema.</p>
     46 <p>
     47 Non chiamavamo il nostro software &ldquo;software libero&rdquo;, poiché
     48 questa espressione ancora non esisteva, ma si trattava proprio di
     49 questo. Quando persone di altre università o di qualche società volevano
     50 convertire il nostro programma per il proprio sistema ed utilizzarlo, erano
     51 le benvenute. Se si vedeva qualcuno usare un programma sconosciuto ed
     52 interessante, si poteva sempre chiedere di vederne il codice sorgente, in
     53 modo da poterlo leggere, modificare, o prenderne alcune parti per creare un
     54 nuovo programma.</p>
     55 
     56 <div class="announcement comment" role="complementary">
     57 <hr class="no-display" />
     58 <p>
     59 Perché ora è più importante che mai insistere sul fatto che <a
     60 href="/philosophy/free-software-even-more-important.html">il software che
     61 usiamo deve essere libero</a>.
     62 </p>
     63 <hr class="no-display" />
     64 </div>
     65 
     66 <h3>La comunità si dissolve</h3>
     67 <p>
     68 La situazione cambiò drasticamente all'inizio degli anni '80 quando la
     69 Digital smise di produrre la serie PDP-10. La sua architettura, elegante e
     70 potente negli anni '60, non poteva essere estesa in modo naturale ai più
     71 grandi spazi di indirizzamento che si stavano rendendo possibili negli anni
     72 '80. Questo significò che quasi tutti i programmi che formavano ITS
     73 divennero obsoleti.</p>
     74 <p>
     75 La comunità di hacker del laboratorio di Intelligenza Artificiale si era già
     76 dissolta non molto tempo prima. Nel 1981 la Symbolics, nata da una costola
     77 del laboratorio stesso, gli aveva sottratto quasi tutti gli hacker; l'ormai
     78 esiguo gruppo rimasto fu dunque incapace di sostenersi (il libro
     79 <cite>Hackers</cite> di Steve Levy narra questi eventi, oltre a fornire una
     80 fedele ricostruzione di questa comunità ai suoi inizi). Quando il
     81 laboratorio di Intelligenza Artificiale nel 1982 acquistò un nuovo PDP-10, i
     82 sistemisti decisero di utilizzare il sistema timesharing non libero della
     83 Digital piuttosto che ITS.</p>
     84 <p>
     85 I moderni elaboratori di quell'epoca, come il VAX o il 68020, avevano il
     86 proprio sistema operativo, ma nessuno di questi era libero: si doveva
     87 firmare un accordo di non-diffusione persino per ottenerne una copia
     88 eseguibile.</p>
     89 <p>
     90 Questo significava che il primo passo per usare un computer era promettere
     91 di negare aiuto al proprio vicino. Una comunità cooperante era vietata. La
     92 regola creata dai proprietari di software proprietario era: &ldquo;se
     93 condividi il software col tuo vicino sei un pirata. Se vuoi modifiche,
     94 pregaci di farle&rdquo;.</p>
     95 <p>
     96 L'idea che la concezione sociale di software proprietario (cioè il sistema
     97 che impone che il software non possa essere condiviso o modificato) sia
     98 antisociale, contraria all'etica, semplicemente sbagliata, può apparire
     99 sorprendente a qualche lettore.  Ma che altro possiamo dire di un sistema
    100 che si basa sul dividere gli utenti e lasciarli senza aiuto?  Quei lettori
    101 che trovano sorprendente l'idea possono aver data per scontata la concezione
    102 sociale di software proprietario, o averla giudicata utilizzando lo stesso
    103 metro suggerito dal mercato del software proprietario.  I produttori di
    104 software hanno lavorato a lungo e attivamente per diffondere la convinzione
    105 che c'è un solo modo di vedere la cosa.</p>
    106 <p>
    107 Quando i produttori di software parlano di &ldquo;difendere&rdquo; i propri
    108 &ldquo;diritti&rdquo; o di &ldquo;fermare la <a
    109 href="/philosophy/words-to-avoid.html#Piracy">pirateria</a>&rdquo;, quello
    110 che <em>dicono</em> è in realtà secondario.  Il vero messaggio in quelle
    111 affermazioni sta nelle assunzioni inespresse, che essi danno per scontate;
    112 vogliono che siano accettate acriticamente.  Esaminiamole, dunque.</p>
    113 <p>
    114 Una prima assunzione è che le aziende produttrici di software abbiano il
    115 diritto naturale indiscutibile di proprietà sul software, e di conseguenza,
    116 abbiano controllo su tutti i suoi utenti.  Se questo fosse un diritto
    117 naturale, non potremmo sollevare obiezioni, indipendentemente dal danno che
    118 possa recare ad altri.  È interessante notare che, negli Stati Uniti, sia la
    119 costituzione che la giurisprudenza rifiutano questa posizione: il diritto
    120 d'autore non è un diritto naturale, ma un monopolio imposto dal governo che
    121 limita il diritto naturale degli utenti ad effettuare delle copie.</p>
    122 <p>
    123 Un'altra assunzione inespressa è che la sola cosa importante del software
    124 sia il lavoro che consente di fare -- vale a dire che noi utenti non
    125 dobbiamo preoccuparci del tipo di società in cui ci è permesso vivere.</p>
    126 <p>
    127 Una terza assunzione è che non avremmo software utilizzabile (o meglio, che
    128 non potremmo mai avere un programma per fare questo o quell'altro
    129 particolare lavoro) se non riconoscessimo ai produttori il controllo sugli
    130 utenti di quel programmi.  Questa assunzione avrebbe potuto sembrare
    131 plausibile, prima che il movimento del software libero dimostrasse che
    132 possiamo scrivere quantità di programmi utili senza bisogno di metterci dei
    133 catenacci.</p>
    134 <p>
    135 Se rifiutiamo di accettare queste assunzioni, giudicando queste questioni
    136 con comuni criteri di moralità e di buon senso dopo aver messo al primo
    137 posto gli interessi degli utenti, tenendo conto che gli utenti vengono prima
    138 di tutto, arriviamo a conclusioni del tutto differenti. Chi usa un
    139 calcolatore dovrebbe essere libero di modificare i programmi per adattarli
    140 alle proprie necessità, ed essere libero di condividere il software, poiché
    141 aiutare gli altri è alla base della società.</p>
    142 <p>
    143 Non c'è modo in questa sede di trattare approfonditamente i ragionamenti che
    144 portano a questa conclusione; il lettore interessato può vedere <a
    145 href="/philosophy/why-free.html">Perché il software non deve avere
    146 padroni</a> e <a
    147 href="/philosophy/free-software-even-more-important.html">Adesso il Software
    148 libero è ancora più importante </a>.
    149 </p>
    150 
    151 <h3>Una difficile scelta morale</h3>
    152 <p>
    153 Una volta che il mio gruppo si fu sciolto, continuare come prima fu
    154 impossible.  Mi trovai di fronte ad una difficile scelta morale.</p>
    155 <p>
    156 La scelta facile sarebbe stata quella di unirsi al mondo del software
    157 proprietario, firmando accordi di non-diffusione e promettendo di non
    158 aiutare i miei compagni hacker.  Con ogni probabilità avrei anche sviluppato
    159 software che sarebbe stato distribuito secondo accordi di non-diffusione,
    160 contribuendo così alla pressione su altri perché a loro volta tradissero i
    161 propri compagni.</p>
    162 <p>
    163 In questo modo avrei potuto guadagnare, e forse mi sarei divertito a
    164 programmare.  Ma sapevo che al termine della mia carriera mi sarei voltato a
    165 guardare indietro, avrei visto anni spesi a costruire muri per dividere le
    166 persone, e avrei compreso di aver contribuito a rendere il mondo peggiore.</p>
    167 <p>
    168 Avevo già sperimentato cosa significasse un accordo di non diffusione per
    169 chi lo firmava, quando qualcuno rifiutò a me e al laboratorio AI del MIT il
    170 codice sorgente del programma di controllo della nostra stampante; l'assenza
    171 di alcune funzionalità nel programma rendeva oltremodo frustrante l'uso
    172 della stampante.  Per cui non mi potevo dire che gli accordi di
    173 non-diffusione fossero innocenti.  Ero molto arrabbiato quando quella
    174 persona si rifiutò di condividere il programma con noi; non potevo far finta
    175 di niente e fare lo stesso con tutti gli altri.</p>
    176 <p>
    177 Un'altra possibile scelta, semplice ma spiacevole, sarebbe stata quella di
    178 abbandonare l'informatica.  In tal modo le mie capacità non sarebbero state
    179 mal utilizzate, tuttavia sarebbero state sprecate.  Non sarei mai stato
    180 colpevole di dividere o imporre restrizioni agli utenti di calcolatori, ma
    181 queste cose sarebbero comunque successe.</p>
    182 <p>
    183 Allora cercai un modo in cui un programmatore potesse fare qualcosa di
    184 buono.  Mi chiesi dunque: c'erano un programma o dei programmi che io
    185 potessi scrivere, per rendere nuovamente possibile l'esistenza di una
    186 comunità?</p>
    187 <p>
    188 La risposta era semplice: innanzitutto serviva un sistema operativo. Questo
    189 è difatti il software fondamentale per iniziare ad usare un computer.  Con
    190 un sistema operativo si possono fare molte cose; senza, non è proprio
    191 possibile far funzionare il computer.  Con un sistema operativo libero,
    192 avremmo potuto avere nuovamente una comunità in cui hacker possono
    193 cooperare, e invitare chiunque ad unirsi al gruppo.  E chiunque sarebbe
    194 stato in grado di usare un calcolatore, senza dover cospirare fin
    195 dall'inizio per sottrarre qualcosa ai propri amici.</p>
    196 <p>
    197 Essendo un programmatore di sistemi, possedevo le competenze adeguate per
    198 questo lavoro.  Così, anche se non davo il successo per scontato, mi resi
    199 conto di essere la persona giusta per farlo.  Scelsi di rendere il sistema
    200 compatibile con Unix, in modo che fosse portabile, e che gli utenti Unix
    201 potessero passare facilmente ad esso.  Il nome GNU fu scelto secondo una
    202 tradizione hacker, come acronimo ricorsivo che significa &ldquo;GNU's Not
    203 Unix&rdquo; [N.d.T. GNU non è Unix]. Si pronuncia <a
    204 href="/gnu/pronunciation.html">come una sola sillaba con la&nbsp;<i>g</i>
    205 dura, come “gru” ma con la lettera “n” al posto della  “r”</a>.</p>
    206 <p>
    207 Un sistema operativo non si limita solo al suo nucleo, che è proprio il
    208 minimo per eseguire altri programmi.  Negli anni '70, qualsiasi sistema
    209 operativo degno di questo nome includeva interpreti di comandi,
    210 assemblatori, compilatori, interpreti di linguaggi, debugger, editor di
    211 testo, programmi per la posta e molto altro. ITS li aveva, Multics li aveva,
    212 VMS li aveva e Unix li aveva.  Anche il sistema operativo GNU li avrebbe
    213 avuti.</p>
    214 <p>
    215 Tempo dopo venni a conoscenza di questa massima, attribuita a
    216 Hillel&#8239;<a href="#ft2">[2]</a>:</p>
    217 
    218 <blockquote><p>
    219      Se non sono per me stesso, chi sarà per me?<br />
    220      E se sono solo per me stesso, che cosa sono?<br />
    221      E se non ora, quando?
    222 </p></blockquote>
    223 <p>
    224 La decisione di avviare il progetto GNU si basò su uno spirito simile.</p>
    225 
    226 <h3>&ldquo;Free&rdquo; come libero</h3>
    227 <p>
    228 Il termine &ldquo;free software&rdquo; [N.d.T. il termine <i>free</i> in
    229 inglese significa sia gratuito che libero] a volte è mal interpretato: non
    230 ha niente a che vedere col prezzo; si tratta di libertà.  Ecco, dunque, la
    231 definizione di software libero.</p>
    232 
    233 <p>Un programma è software libero per voi, che ne siete un generico utente, se:</p>
    234 
    235 <ul>
    236   <li>l'utente ha la libertà di eseguire il programma come desidera, per qualsiasi
    237 scopo;</li>
    238 
    239   <li>l'utente ha la libertà di modificare il programma secondo i propri bisogni
    240 (perché questa libertà abbia qualche effetto in pratica, è necessario avere
    241 accesso al codice sorgente del programma, poiché apportare modifiche ad un
    242 programma senza disporre del codice sorgente è estremamente difficile);</li>
    243 
    244   <li>l'utente ha la libertà di distribuire copie del programma, gratuitamente o
    245 dietro compenso;</li>
    246 
    247   <li>l'utente ha la libertà di distribuire versioni modificate del programma,
    248 così che la comunità possa fruire dei miglioramenti apportati.</li>
    249 </ul>
    250 <p>
    251 Poiché &ldquo;free&rdquo; si riferisce alla libertà e non al prezzo, vendere
    252 copie di un programma non contraddice il concetto di software libero.  In
    253 effetti, la libertà di vendere copie di programmi è essenziale: raccolte di
    254 software libero vendute su CD-ROM sono importanti per la comunità, e la loro
    255 vendita è un modo di raccogliere fondi importante per lo sviluppo del
    256 software libero.  Di conseguenza, un programma che non può essere
    257 liberamente incluso in tali raccolte non è software libero.</p>
    258 <p>
    259 A causa dell'ambiguità del termine &ldquo;free&rdquo;, si è cercata a lungo
    260 un'alternativa, ma nessuno ne ha trovata una valida.  La lingua inglese ha
    261 più termini e sfumature di ogni altra, ma non ha una parola semplice e non
    262 ambigua che significhi libero; &ldquo;unfettered&rdquo; è la parola più
    263 vicina come significato [NdT: &ldquo;unfettered&rdquo;  è una parola di tono
    264 aulico o arcaico che significa <em>libero da ceppi, vincoli o
    265 inibizioni</em>]. Alternative come &ldquo;liberated&rdquo;,
    266 &ldquo;freedom&rdquo; e &ldquo;open&rdquo; hanno significati errati o non
    267 sono adatte per altri motivi [NdT: rispettivamente, <em>liberato</em>,
    268 <em>libertà</em>, <em>aperto</em>].</p>
    269 
    270 <h3>Software GNU e il sistema GNU</h3>
    271 <p>
    272 Sviluppare un intero sistema è un progetto considerevole.  Per raggiungere
    273 l'obiettivo decisi di adattare e usare parti di software libero tutte le
    274 volte che fosse possibile.  Per esempio, decisi fin dall'inizio di usare TeX
    275 come il principale programma di formattazione di testo; qualche anno più
    276 tardi, decisi di usare l'X Window System piuttosto che scrivere un altro
    277 sistema a finestre per GNU.</p>
    278 <p>
    279 A causa di questa decisione e altre simili, il sistema GNU e la raccolta di
    280 tutto il software GNU non sono la stessa cosa. Il sistema GNU comprende
    281 programmi che non sono GNU, sviluppati da altre persone o gruppi di progetto
    282 per i propri scopi, ma che possiamo usare in quanto software libero.</p>
    283 
    284 <h3>L'inizio del progetto</h3>
    285 <p>
    286 Nel gennaio 1984 lasciai il mio posto al MIT e cominciai a scrivere software
    287 GNU.  Dovetti lasciare il MIT, per evitare che potesse interferire con la
    288 distribuzione di GNU come software libero.  Se fossi rimasto, il MIT avrebbe
    289 potuto rivendicare la proprietà del lavoro, ed avrebbe potuto imporre i
    290 propri termini di distribuzione, o anche farne un pacchetto proprietario.
    291 Non avevo alcuna intenzione di fare tanto lavoro solo per vederlo reso
    292 inutilizzabile per il suo scopo originario: creare una nuova comunità di
    293 condivisione di software.</p>
    294 <p>
    295 Ad ogni buon conto, il professor Winston -- allora responsabile del
    296 laboratorio AI del MIT -- mi propose gentilmente di continuare ad utilizzare
    297 le attrezzature del laboratorio stesso.</p>
    298 
    299 <h3>I primi passi</h3>
    300 <p>
    301 Poco dopo aver iniziato il progetto GNU, venni a sapere del Free University
    302 Compiler Kit, noto anche come VUCK (la parola olandese che sta per
    303 &ldquo;free&rdquo; inizia con la V).  Era un compilatore progettato per
    304 trattare più linguaggi, fra cui C e Pascal, e per generare codice binario
    305 per diverse architetture.  Scrissi al suo autore chiedendo se GNU potesse
    306 usarlo.</p>
    307 <p>
    308 Rispose in modo canzonatorio, dicendo che l'università era sì libera, ma non
    309 il compilatore.  Decisi allora che il mio primo programma per il progetto
    310 GNU sarebbe stato un compilatore multilinguaggio e multipiattaforma.</p>
    311 <p>
    312 Sperando di evitare di dover scrivere da me l'intero compilatore, ottenni il
    313 codice sorgente del Pastel, un compilatore multipiattaforma sviluppato ai
    314 Laboratori Lawrence Livermore.  Il linguaggio supportato da Pastel, in cui
    315 il Pastel stesso era scritto, era una versione estesa del Pascal, pensata
    316 come linguaggio di programmazione di sistemi.  Io vi aggiunsi un frontend
    317 per il C, e cominciai il porting per il processore Motorola 68000, ma fui
    318 costretto a rinunciare quando scoprii che il compilatore richiedeva diversi
    319 megabyte di memoria sullo stack, mentre il sistema Unix disponibile per il
    320 processore 68000 ne permetteva solo 64K.</p>
    321 <p>
    322 Mi resi conto allora che il compilatore Pastel interpretava tutto il file di
    323 ingresso creandone un albero sintattico, convertiva questo in una catena di
    324 &ldquo;istruzioni&rdquo;, e quindi generava l'intero file di uscita senza
    325 mai liberare memoria.  A questo punto, conclusi che avrei dovuto scrivere un
    326 nuovo compilatore da zero.  Quel nuovo compilatore è ora noto come <abbr
    327 title="GNU Compiler Collection">GCC</abbr>; non utilizza niente del
    328 compilatore Pastel, ma riuscii ad adattare e riutilizzare il frontend per il
    329 C che avevo scritto.  Questo però avvenne qualche anno dopo; prima, lavorai
    330 su GNU Emacs.</p>
    331 
    332 <h3>GNU Emacs</h3>
    333 <p>
    334 Cominciai a lavorare su GNU Emacs nel settembre 1984, e all'inizio del 1985
    335 cominciava ad essere utilizzabile.  Così potei iniziare ad usare sistemi
    336 Unix per scrivere; fino ad allora, avevo scritto sempre su altri tipi di
    337 macchine, non avendo nessun interesse ad imparare vi né ed.</p>
    338 <p>
    339 A questo punto alcuni cominciarono a voler usare GNU Emacs, il che pose il
    340 problema di come distribuirlo. Naturalmente lo misi sul server ftp anonimo
    341 del computer che usavo al MIT (questo computer, prep.ai.mit.edu, divenne
    342 così il sito ftp primario di distribuzione di GNU; quando alcuni anni dopo
    343 andò fuori servizio, trasferimmo il nome sul nostro nuovo ftp server).  Ma
    344 allora molte delle persone interessate non erano su Internet e non potevano
    345 ottenere una copia via ftp, così mi si pose il problema di cosa dir loro.</p>
    346 <p>
    347 Avrei potuto dire: &ldquo;trova un amico che è in rete disposto a farti una
    348 copia&rdquo;.  Oppure avrei potuto fare quel che feci con l'originario Emacs
    349 su PDP-10, e cioè dir loro: &ldquo;spediscimi una busta affrancata ed un
    350 nastro, ed io te lo rispedisco con sopra Emacs&rdquo;.  Ma ero senza lavoro,
    351 e cercavo un modo di far soldi con il software libero.  E così feci sapere
    352 che avrei spedito un nastro a chi lo voleva per 150 dollari.  In questo
    353 modo, creai un'impresa di distribuzione di software libero, che anticipava
    354 le aziende che oggi distribuiscono interi sistemi GNU/Linux.</p>
    355 
    356 <h3>Un programma è libero per tutti?</h3>
    357 <p>
    358 Se un programma è software libero quando esce dalle mani del suo autore, non
    359 significa necessariamente che sarà software libero per chiunque ne abbia una
    360 copia.  Per esempio, <a
    361 href="/philosophy/categories.html#PublicDomainSoftware">il software di
    362 pubblico dominio</a> (software senza copyright) è sofware libero, ma
    363 chiunque può farne una versione modificata proprietaria.  Analogamente,
    364 molti programmi liberi sono protetti da diritto d'autore, ma vengono
    365 distribuiti con semplici licenze permissive che permettono di farne versioni
    366 modificate proprietarie.</p>
    367 <p>
    368 L'esempio emblematico della questione è l'X Window System.  Sviluppato al
    369 MIT, e pubblicato come software libero con una licenza permissiva, fu
    370 rapidamente adottato da diverse società informatiche.  Queste aggiunsero X
    371 ai loro sistemi Unix proprietari, solo in forma binaria, e coperto dello
    372 stesso accordo di non-diffusione. Queste copie di X non erano software più
    373 libero di quanto lo fosse Unix.</p>
    374 <p>
    375 Gli autori dell'X Window System non ritenevano che questo fosse un problema,
    376 anzi se lo aspettavano ed era loro intenzione che accadesse. Il loro scopo
    377 non era la libertà, ma semplicemente il &ldquo;successo&rdquo;, definito
    378 come &ldquo;avere tanti utenti&rdquo;.  Non erano interessati che questi
    379 utenti fossero liberi, ma solo che fossero numerosi. </p>
    380 <p>
    381 Questo sfociò in una situazione paradossale, in cui due modi diversi di
    382 misurare la quantità di libertà risultavano in risposte diverse alla domanda
    383 &ldquo;questo programma è libero?&rdquo;  Giudicando sulla base della
    384 libertà offerta dai termini distributivi usati dal MIT, si sarebbe dovuto
    385 dire che X era software libero.  Ma misurando la libertà dell'utente medio
    386 di X, si sarebbe dovuto dire che X era software proprietario.  La maggior
    387 parte degli utenti di X usavano le versioni proprietarie fornite con i
    388 sistemi Unix, non la versione libera.</p>
    389 
    390 <h3>Il copyleft e la GNU GPL</h3>
    391 <p>
    392 Lo scopo di GNU consisteva nell'offrire libertà agli utenti, non solo
    393 nell'ottenere ampia diffusione.  Avevamo quindi bisogno di termini di
    394 distribuzione che evitassero che il software GNU fosse trasformato in
    395 software proprietario.  Il metodo che usammo si chiama
    396 &ldquo;copyleft&rdquo;&#8239;<a href="#ft3">[3]</a>.</p>
    397 <p>
    398 Il copyleft usa le leggi sul copyright, ma le capovolge per ottenere lo
    399 scopo opposto: invece che un metodo per privatizzare il software, diventa
    400 infatti un mezzo per mantenerlo libero.</p>
    401 <p>
    402 Il succo dell'idea di copyleft consiste nel dare a chiunque il permesso di
    403 eseguire il programma, copiare il programma, modificare il programma, e
    404 distribuirne versioni modificate, ma senza dare il permesso di aggiungere
    405 restrizioni.  In tal modo, le libertà essenziali che definiscono il
    406 &ldquo;free software&rdquo; (software libero) sono garantite a chiunque ne
    407 abbia una copia, e diventano diritti inalienabili.</p>
    408 <p>
    409 Perché il copyleft sia efficace, anche le versioni modificate devono essere
    410 libere.  Ciò assicura che ogni lavoro basato sul nostro sia reso disponibile
    411 per la nostra comunità, se pubblicato. Quando dei programmatori
    412 professionisti lavorano su software GNU come volontari, è il copyleft che
    413 impedisce ai loro datori di lavoro di dire: &ldquo;non puoi distribuire
    414 quelle modifiche, perché abbiamo intenzione di usarle per creare la nostra
    415 versione proprietaria del programma&rdquo;.</p>
    416 <p>
    417 La clausola che le modifiche debbano essere libere è essenziale se vogliamo
    418 garantire libertà a tutti gli utenti del programma.  Le aziende che
    419 privatizzarono l'X Window System di solito avevano apportato qualche
    420 modifica per portare il programma sui loro sistemi e sulle loro macchine. Si
    421 trattava di modifiche piccole rispetto alla mole di X, ma non banali.  Se
    422 apportare modifiche fosse una scusa per negare libertà agli utenti, sarebbe
    423 facile per chiunque approfittare di questa scusa.</p>
    424 <p>
    425 Una problematica correlata è quella della combinazione di un programma
    426 libero con codice non libero.  Una tale combinazione sarebbe inevitabilmente
    427 non libera; ogni libertà che manchi dalla parte non libera mancherebbe anche
    428 dall'intero programma.  Permettere tali combinazioni aprirebbe non uno
    429 spiraglio, ma un buco grosso come una casa.  Quindi un requisito essenziale
    430 per il copyleft è tappare il buco: tutto ciò che venga aggiunto o combinato
    431 con un programma protetto da copyleft dev'essere tale che il programma
    432 risultante sia anch'esso libero e protetto da copyleft.</p>
    433 <p>
    434 La specifica implementazione di copyleft che utilizziamo per la maggior
    435 parte del software GNU è la GNU General Public License, abbreviata in GNU
    436 GPL.  Abbiamo altri tipi di copyleft che sono utilizzati in circostanze
    437 specifiche.  I manuali GNU sono anch'essi protetti da copyleft, ma ne usano
    438 una versione molto più semplice, perché per i manuali non è necessaria la
    439 complessità della GPL&#8239;<a href="#ft4">[4]</a>.</p>
    440 
    441 <h3>La Free Software Foundation</h3>
    442 
    443 <p>Man mano che l'interesse per Emacs aumentava, altre persone parteciparono al
    444 progetto GNU, e decidemmo che era di nuovo ora di cercare finanziamenti.
    445 Così nel 1985 fondammo la <a href="https://www.fsf.org/">Free Software
    446 Foundation (Fondazione per il software libero)</a>, una organizzazione senza
    447 fini di lucro per lo sviluppo di software libero.  La <abbr title="Free
    448 Software Foundation">FSF</abbr> fra l'altro si prese carico della
    449 distribuzione dei nastri di Emacs; più tardi estese l'attività aggiungendo
    450 sul nastro altro software libero (sia GNU che non GNU) e vendendo manuali
    451 liberi. </p>
    452 
    453 <p>Tradizionalmente, gran parte delle entrate della FSF derivava dalle vendite
    454 di copie di software libero e servizi correlati: CD-ROM di codice sorgente,
    455 CD-ROM di programmi compilati, manuali stampati professionalmente (tutti con
    456 libertà di ridistribuzione e modifica), e distribuzioni Deluxe (nelle quali
    457 compiliamo l'intera scelta di software per una piattaforma a
    458 richiesta). Oggi la FSF vende ancora <a href="https://shop.fsf.org/">manuali
    459 e altro materiale</a> ma trae la maggior parte dei fondi dalle quote
    460 associative. Potete associarvi tramite  <a
    461 href="https://my.fsf.org/join">fsf.org</a>.</p>
    462 
    463 <p>I dipendenti della Free Software Foundation hanno scritto e curato la
    464 manutenzione di diversi pacchetti GNU.  Fra questi spiccano la libreria C e
    465 la shell.  La libreria C di GNU è utilizzata da ogni programma che gira su
    466 sistemi GNU/Linux per comunicare con Linux.  È stata sviluppata da un membro
    467 della squadra della Free Software Foundation, Roland McGrath.  La shell
    468 usata sulla maggior parte dei sistemi GNU/Linux è <abbr title="Bourne Again
    469 Shell">BASH</abbr>, la Bourne Again SHell&#8239;<a href="#ft5">[5]</a>, che
    470 è stata sviluppata da Brian Fox, dipendente della FSF.</p>
    471 
    472 <p>Finanziammo lo sviluppo di questi programmi perché il progetto GNU non
    473 riguardava solo strumenti di lavoro o un ambiente di sviluppo: il nostro
    474 obiettivo era un sistema operativo completo, e questi programmi erano
    475 necessari per raggiungere quell'obiettivo.</p>
    476 
    477 <h3>Il supporto per il software libero</h3>
    478 
    479 <p>La filosofia del software libero rigetta una diffusa pratica commerciale in
    480 particolare, ma non è contro il commercio.  Quando un'impresa rispetta la
    481 libertà dell'utente, c'è da augurarle ogni successo.</p>
    482 
    483 <p>La vendita di copie di Emacs esemplifica un modo di condurre affari col
    484 software libero.  Quando la FSF prese in carico quest'attività, dovetti
    485 trovare un'altra fonte di sostentamento.  La trovai nella vendita di servizi
    486 relativi al software libero che avevo sviluppato, come insegnare argomenti
    487 quali programmazione di Emacs e personalizzazione di GCC, oppure sviluppare
    488 sofware, soprattutto adattamento di GCC a nuove architetture.</p>
    489 
    490 <p>Oggi tutte queste attività collegate al software libero sono esercitate da
    491 svariate aziende.  Alcune distribuiscono raccolte di software libero su
    492 CD-ROM, altre offrono consulenza a diversi livelli, dall'aiutare gli utenti
    493 in difficoltà, alla correzione di errori, all'aggiunta di funzionalità non
    494 banali.  Si cominciano anche a vedere aziende di software che si fondano sul
    495 lancio di nuovi programmi liberi.</p>
    496 
    497 <p>Attenzione, però: diverse aziende che si fregiano del marchio &ldquo;open
    498 source&rdquo;  (software aperto) in realtà fondano le loro attività su
    499 software non libero che funziona insieme con software libero.  Queste non
    500 sono aziende di software libero, sono aziende di software proprietario i cui
    501 prodotti attirano gli utenti lontano dalla libertà.  Loro li chiamano
    502 &ldquo;a valore aggiunto&rdquo;, il che riflette i valori che a loro farebbe
    503 comodo che adottassimo: la convenienza prima della libertà.  Se noi
    504 riteniamo che la libertà abbia più valore, li dovremmo chiamare prodotti
    505 &ldquo;a libertà sottratta&rdquo;.</p>
    506 
    507 <h3>Obiettivi tecnici</h3>
    508 
    509 <p>L'obiettivo principale di GNU era essere software libero.  Anche se GNU non
    510 avesse avuto alcun vantaggio tecnico su Unix, avrebbe avuto sia un vantaggio
    511 sociale, permettendo agli utenti di cooperare, sia un vantaggio etico,
    512 rispettando la loro libertà.</p>
    513 
    514 <p>Tuttavia risultò naturale applicare al lavoro le regole classiche di buona
    515 programmazione; per esempio, allocare le strutture dati dinamicamente per
    516 evitare limitazioni arbitrarie sulla dimensione dei dati, o gestire tutti i
    517 possibili codici a 8 bit in tutti i casi ragionevoli.</p>
    518 
    519 <p>Inoltre, al contrario di Unix che era pensato per piccole dimensioni di
    520 memoria, decidemmo di non supportare le macchine a 16 bit (era chiaro che le
    521 macchine a 32 bit sarebbero state la norma quando il sistema GNU sarebbe
    522 stato completo), e di non preoccuparci di ridurre l'occupazione di memoria a
    523 meno che eccedesse il megabyte.  In programmi per i quali non era essenziale
    524 la gestione di file molto grandi, spingemmo i programmatori a leggere in
    525 memoria l'intero file di ingresso per poi analizzare il file senza doversi
    526 preoccupare delle operazioni di I/O.</p>
    527 
    528 <p>Queste decisioni fecero sì che molti programmi GNU superassero i loro
    529 equivalenti Unix sia in affidabilità che in velocità di esecuzione.</p>
    530 
    531 <h3>Donazioni di computer</h3>
    532 
    533 <p>Man mano che la reputazione del progetto GNU andava crescendo, alcune
    534 persone iniziarono a donare macchine su cui girava Unix.  Queste macchine
    535 erano molto utili, perché il modo più semplice di sviluppare componenti per
    536 GNU era di farlo su di un sistema Unix così da sostituire pezzo per pezzo i
    537 componenti di quel sistema.  Ma queste macchine sollevavano anche una
    538 questione etica: se fosse giusto per noi anche solo possedere una copia di
    539 Unix.</p>
    540 
    541 <p>Unix era (ed è) software proprietario, e la filosofia del progetto GNU
    542 diceva che non avremmo dovuto usare software proprietario.  Ma, applicando
    543 lo stesso ragionamento per cui la violenza è ammessa per autodifesa,
    544 conclusi che fosse legittimo usare un pacchetto proprietario, se ciò fosse
    545 stato importante nel crearne un sostituto libero che permettesse ad altri di
    546 smettere di usare quello proprietario.</p>
    547 
    548 <p>Tuttavia, benchè fosse un male giustificabile, era pur sempre un male. Oggi
    549 non abbiamo più alcuna copia di Unix, perché le abbiamo sostituite con
    550 sistemi operativi liberi.  Quando non fu possibile sostituire il sistema
    551 operativo di una macchina con uno libero, sostituimmo la macchina.</p>
    552 
    553 <h3>L'elenco dei compiti GNU</h3>
    554 
    555 <p>Mentre il progetto GNU avanzava, ed un numero sempre maggiore di componenti
    556 di sistema venivano trovati o sviluppati, diventò utile stilare un elenco
    557 delle parti ancora mancanti. Usammo questo elenco per ingaggiare
    558 programmatori che scrivessero tali parti, e l'elenco prese il nome di elenco
    559 dei compiti GNU.  In aggiunta ai componenti Unix mancanti inserimmo
    560 nell'elenco svariati progetti utili di programmazione o di documentazione
    561 che a nostro parere non dovrebbero mancare in un sistema operativo veramente
    562 completo.</p>
    563 
    564 <p>Oggi&#8239;<a href="#ft6">[6]</a> non compare quasi nessun componente Unix
    565 nell'elenco dei compiti GNU; tutti questi lavori, a parte qualcuno non
    566 essenziale, sono già stati svolti. D'altro canto l'elenco è pieno di quei
    567 progetti che qualcuno chiamerebbe &ldquo;applicazioni&rdquo;: ogni programma
    568 che interessi ad una fetta non trascurabile di utenti sarebbe un'utile
    569 aggiunta ad un sistema operativo. </p>
    570 
    571 <p>L'elenco comprende anche dei giochi, e così è stato fin dall'inizio: Unix
    572 comprendeva dei giochi, perciò era naturale che così fosse anche per GNU. Ma
    573 poiché non c'erano esigenze di compatibilità per i giochi, non ci attenemmo
    574 alla scelta di giochi presenti in Unix, preferendo piuttosto fornire un
    575 elenco di diversi tipi di giochi potenzialmente graditi agli utenti.</p>
    576 
    577 <h3>La licenza GNU Attenuata</h3>
    578 
    579 <p>La libreria C del sistema GNU utilizza un tipo speciale di copyleft, la
    580 Licenza Pubblica GNU Attenuata&#8239;<a href="#ft7">[7]</a>, che permette
    581 l'uso della libreria da parte di software proprietario.  Perché
    582 quest'eccezione? </p>
    583 
    584 <p>Non si tratta di questioni di principio: non c'è nessun principio che dica
    585 che i prodotti software proprietari abbiano il diritto di includere il
    586 nostro codice (perché contribuire ad un progetto fondato sul rifiuto di
    587 condividere con noi?).  L'uso della licenza LGPL per la libreria C, o per
    588 qualsiasi altra libreria, è una questione di strategia.</p>
    589 
    590 <p>La libreria C svolge una funzione generica: ogni sistema operativo
    591 proprietario ed ogni compilatore includono una libreria C. Di conseguenza,
    592 rendere disponibile la nostra libreria C solo per i programmi liberi non
    593 avrebbe dato nessun vantaggio a tali programmi liberi, avrebbe solo
    594 disincentivato l'uso della nostra libreria.</p>
    595 
    596 <p>C'è un'eccezione a questa situazione: sul sistema GNU (termine che include
    597 GNU/Linux) l'unica libreria C disponibile è quella GNU.  Quindi i termini di
    598 distribuzione della nostra libreria C determinano se sia possibile o meno
    599 compilare un programma proprietario per il sistema GNU. Non ci sono ragioni
    600 etiche per permettere l'uso di applicazioni proprietarie sul sistema GNU, ma
    601 strategicamente sembra che impedirne l'uso servirebbe più a scoraggiare
    602 l'uso del sistema GNU che non a incoraggiare lo sviluppo di applicazioni
    603 libere. Questo è il motivo per cui l'utilizzo di la GPL Attenuata è una
    604 buona strategia per la libreria C.</p>
    605 
    606 <p>Per le altre librerie la strategia va valutata caso per caso. Quando una
    607 libreria svolge una funzione particolare che può aiutare a scrivere certi
    608 tipi di programmi, distribuirla secondo la GPL, quindi limitandone l'uso ai
    609 soli programmi liberi, è un modo per aiutare gli altri autori di software
    610 libero, dando loro un vantaggio nei confronti del software proprietario.</p>
    611 
    612 <p>Prendiamo come esempio GNU Readline, una libreria scritta per fornire a BASH
    613 la possibilità di modificare la linea di comando: Readline è distribuita
    614 secondo la normale licenza GPL, non la LGPL. Ciò probabilmente riduce l'uso
    615 di Readline, ma questo non rappresenta una perdita per noi; d'altra parte
    616 almeno una applicazione utile è stata resa software libero proprio al fine
    617 di usare Readline, e questo è un guadagno tangibile per la comunità.</p>
    618 
    619 <p>Chi sviluppa software proprietario ha vantaggi economici, gli autori di
    620 programmi liberi hanno bisogno di avvantaggiarsi a vicenda.  Spero che un
    621 giorno possiamo avere una grande raccolta di librerie coperte dalla licenza
    622 GPL senza che esista una raccolta equivalente per chi scrive software
    623 proprietario.  Tale libreria fornirebbe utili moduli da usare come mattoni
    624 per costruire nuovi programmi liberi, e costituirebbe un sostanziale
    625 vantaggio per la scrittura di ulteriori programmi liberi.</p>
    626 
    627 <h3>Togliersi il prurito?</h3>
    628 <p>
    629 Eric Raymond afferma che &ldquo;ogni buon programma nasce dall'iniziativa di
    630 un programmatore che si vuole togliere un suo personale prurito&rdquo;. É
    631 probabile che talvolta succeda così, ma molte parti essenziali del software
    632 GNU sono state sviluppate al fine di completare un sistema operativo
    633 libero.  Derivano quindi da una idea e da un progetto, non da una necessità
    634 contingente.</p>
    635 <p>
    636 Per esempio, abbiamo sviluppato la libreria C di GNU perché un sistema di
    637 tipo Unix ha bisogno di una libreria C, BASH perché un sistema di tipo Unix
    638 ha bisogno di una shell, e GNU tar perché un sistema di tipo Unix ha bisogno
    639 un programma tar.  Lo stesso vale per i miei programmi: il compilatore GNU,
    640 GNU Emacs, GDB, GNU Make.</p>
    641 <p>
    642 Alcuni programmi GNU sono stati sviluppati per fronteggiare specifiche
    643 minacce alla nostra libertà: ecco perché abbiamo sviluppato gzip come
    644 sostituto per il programma Compress, che la comunità aveva perduto a causa
    645 dei brevetti sull'algoritmo <abbr title="Lempel-Ziv-Welch">LZW</abbr>.
    646 Abbiamo trovato persone che sviluppassero LessTif, e più recentemente
    647 abbiamo dato vita ai progetti <abbr title="GNU Network Object Model
    648 Environment">GNOME</abbr> e Harmony per affrontare i problemi causati da
    649 alcune librerie proprietarie (come descritto più avanti). Stiamo sviluppando
    650 la GNU Privacy Guard per sostituire i diffusi programmi di crittografia non
    651 liberi, perché gli utenti non siano costretti a scegliere tra riservatezza e
    652 libertà.</p>
    653 <p>
    654 Naturalmente, i redattori di questi programmi sono coinvolti nel loro
    655 lavoro, e varie persone vi hanno aggiunto diverse funzionalità secondo le
    656 loro personali necessità ed i loro interessi.  Tuttavia non è questa la
    657 ragione dell'esistenza di tali programmi.</p>
    658 
    659 <h3>Sviluppi inattesi</h3>
    660 <p>
    661 All'inizio del progetto GNU pensavo che avremmo sviluppato l'intero sistema
    662 GNU e poi lo avremmo reso disponibile tutto insieme, ma le cose non andarono
    663 così.</p>
    664 <p>
    665 Poiché i componenti del sistema GNU sono stati implementati su un sistema
    666 Unix, ognuno di essi poteva girare su sistemi Unix molto prima che esistesse
    667 un sistema GNU completo. Alcuni di questi programmi divennero diffusi e gli
    668 utenti iniziarono ad estenderli e a renderli utilizzabili su nuovi sistemi:
    669 sulle varie versioni di Unix, incompatibili tra loro, e talvolta anche su
    670 altri sistemi.</p>
    671 <p>
    672 Questo processo rese tali programmi molto più potenti e attirò finanziamenti
    673 e collaboratori al progetto GNU; tuttavia probabilmente ritardò di alcuni
    674 anni la realizzazione di un sistema minimo funzionante, perché il tempo
    675 degli autori GNU veniva impiegato a curare la compatibilità di questi
    676 programmi con altri sistemi e ad aggiungere nuove funzionalità ai componenti
    677 esistenti, piuttosto che a proseguire nella scrittura di nuovi componenti.</p>
    678 
    679 <h3>GNU-Hurd</h3>
    680 <p>
    681 Nel 1990 il sistema GNU era quasi completo, l'unica parte significativa
    682 ancora mancante era il kernel. Avevamo deciso di implementare il nostro
    683 kernel come un gruppo di processi server che girassero sul sistema
    684 Mach. Mach è un microkernel sviluppato alla Carnegie Mellon University e
    685 successivamente all'Università dello Utah; GNU Hurd è un gruppo di server (o
    686 &ldquo;herd of GNUs&rdquo;: mandria di GNU) che gira su Mach svolgendo le
    687 funzioni del kernel Unix. L'inizio dello sviluppo fu ritardato nell'attesa
    688 che Mach fosse reso disponibile come software libero, come era stato
    689 promesso.</p>
    690 <p>
    691 Una ragione di questa scelta progettuale fu di evitare quella che sembrava
    692 la parte più complessa del lavoro: effettuare il debugging del kernel senza
    693 un debugger a livello sorgente. Questo lavoro era già stato fatto, appunto
    694 in Mach, e avevamo previsto di effettuare il debugging dei server Hurd come
    695 programmi utente, con GDB.  Ma questa fase si rivelò molto lunga, ed il
    696 debugging dei server multi-thread che si scambiano messaggi si è rivelato
    697 estremamente complesso.  I lavori per rendere Hurd robusto sono così in
    698 corso da molti anni.</p>
    699 
    700 <h3>Alix</h3>
    701 <p>
    702 Originariamente il kernel GNU non avrebbe dovuto chiamarsi Hurd; il suo nome
    703 originale era Alix, come la donna di cui ero innamorato in quel
    704 periodo. Alix, che era amministratrice di sistemi Unix, aveva sottolineato
    705 come il suo nome corrispondesse ad un comune schema usato per battezzare le
    706 versioni del sistema Unix: scherzosamente diceva ai suoi amici:
    707 &ldquo;qualcuno dovrebbe chiamare un kernel come me&rdquo;.  Io non dissi
    708 nulla ma decisi di farle una sorpresa scrivendo un kernel chiamato Alix.</p>
    709 <p>
    710 Le cose non andarono così.  Michael Bushnell (ora Thomas), principale autore
    711 del kernel, preferì il nome Hurd, e chiamò Alix una parte del kernel, quella
    712 che serviva a intercettare le chiamate di sistema e a gestirle inviando
    713 messaggi ai server che compongono Hurd.</p>
    714 <p>
    715 Infine io e Alix ci lasciammo e lei cambiò nome; contemporaneamente la
    716 struttura di Hurd veniva cambiata in modo che la libreria C mandasse
    717 messaggi direttamente ai server, e così il componente Alix scomparve dal
    718 progetto.</p>
    719 <p>
    720 Prima che questo accadesse, però, un amico di Alix si accorse della presenza
    721 del suo nome nel codice sorgente di Hurd e glielo disse. Così Alix ebbe
    722 davvero l'opportunità di trovare un kernel col suo nome.</p>
    723 
    724 <h3>Linux e GNU/Linux</h3>
    725 <p>
    726 GNU Hurd non è pronto per un uso non sperimentale, e non sappiamo se mai lo
    727 sarà. Il suo approccio basato sulle caratteristiche ha problemi che derivano
    728 direttamente dalla flessibilità dell'approccio stesso, e non è chiaro se si
    729 possano trovare soluzioni.</p>
    730 
    731 <p>
    732 Per fortuna è disponibile un altro kernel: nel 1991 Linus Torvalds sviluppò
    733 un kernel compatibile con Unix e lo chiamò Linux. All'inizio era software
    734 proprietario, ma nel 1992 lo distribuì come software libero; la combinazione
    735 di Linux con il sistema GNU ancora incompleto produsse un sistema operativo
    736 libero completo (naturalmente combinarli fu un notevole lavoro di per sè).
    737 È grazie a Linux che oggi possiamo utilizzare una versione del sistema GNU.</p>
    738 <p>
    739 Chiamiamo questa versione del sistema <a href="/gnu/linux-and-gnu.html">
    740 GNU/Linux</a> per sottolineare che si tratta di una combinazione del sistema
    741 GNU con il kernel Linux. Non cadete nell'errore di chiamare
    742 &ldquo;Linux&rdquo; l'intero sistema, perché finireste per attribuire il
    743 nostro lavoro ad altri: <a href="/gnu/gnu-linux-faq.html"> dateci la
    744 medesima rilevanza</a>.</p>
    745 
    746 <h3>Le sfide che ci aspettano</h3>
    747 <p>
    748 Abbiamo dimostrato la nostra capacità di sviluppare un'ampia gamma di
    749 software libero, ma questo non significa che siamo invincibili e
    750 inarrestabili.  Diverse sfide rendono incerto il futuro del software libero,
    751 e affrontarle richiederà perseveranza e sforzi costanti, talvolta per anni.
    752 Sarà necessaria quella determinazione che le persone sanno dimostrare quando
    753 danno valore alla propria libertà e non permettono a nessuno di
    754 sottrargliela.</p>
    755 <p>
    756 Le quattro sezioni seguenti parlano di queste sfide.</p>
    757 
    758 <h4>Hardware segreto</h4>
    759 <p>
    760 Sempre più spesso, i costruttori di hardware tendono a mantenere segrete le
    761 specifiche delle loro apparecchiature; questo rende difficile la scrittura
    762 di driver liberi che permettano a Linux e XFree86 di supportare nuove
    763 periferiche. Anche se oggi abbiamo sistemi completamente liberi, potremmo
    764 non averli domani se non saremo in grado di supportare i calcolatori di
    765 domani.</p>
    766 <p>
    767 Esistono due modi per affrontare il problema.  Un programmatore può
    768 ricostruire le specifiche dell'hardware usando tecniche di reverse
    769 engineering.  Oppure si può scegliere hardware supportato dai programmi
    770 liberi: man mano che il nostro numero aumenta, la segretezza delle
    771 specifiche diventerà una pratica controproducente.</p>
    772 <p>
    773 Il reverse engineering è difficile: avremo programmatori sufficientemente
    774 determinati da dedicarvisi? Sì, se avremo costruito una forte consapevolezza
    775 che avere programmi liberi sia una questione di principio e che i driver non
    776 liberi non sono accettabili.  E succederà che molti di noi accettino di
    777 spendere un po' di più o perdere un po' più di tempo per poter usare driver
    778 liberi?  Sì, se il desiderio di libertà e la determinazione ad ottenerla
    779 saranno diffusi&#8239;<a href="#ft8">[8]</a>. </p>
    780 
    781 <h4>Librerie non libere</h4>
    782 <p>
    783 Una libreria non libera che giri su sistemi operativi liberi funziona come
    784 una trappola per i creatori di programmi liberi.  Le funzionalità attraenti
    785 della libreria fungono da esca; chi usa la libreria cade nella trappola,
    786 perché il programma che crea è inutile come parte di un sistema operativo
    787 libero (a rigore, il programma potrebbe esservi incluso, ma <em>non
    788 funzionerebbe</em>, visto che manca la libreria). Peggio ancora, se un
    789 programma che usa la libreria proprietaria diventa diffuso, può attirare
    790 altri ignari programmatori nella trappola.</p>
    791 <p>
    792 Il problema si concretizzò per la prima volta con la libreria Motif, negli
    793 anni '80.  Sebbene non ci fossero ancora sistemi operativi liberi, i
    794 problemi che Motif avrebbe causato loro erano già chiari. Il progetto GNU
    795 reagì in due modi: interessandosi presso diversi progetti di software libero
    796 perché supportassero gli strumenti grafici X liberi in aggiunta a Motif, e
    797 cercando qualcuno che scrivesse un sostituto libero di Motif.  Il lavoro
    798 richiese molti anni: solo nel 1997 LessTif, sviluppato dagli "Hungry
    799 Programmers", divenne abbastanza potente da supportare la maggior parte
    800 delle applicazioni Motif.</p>
    801 <p>
    802 Tra il 1996 e il 1998 un'altra libreria non libera di strumenti grafici,
    803 chiamata Qt, veniva usata in una significativa raccolta di software libero:
    804 l'ambiente grafico <abbr title="K Desktop Environment">KDE</abbr>.</p>
    805 <p>
    806 I sistemi liberi GNU/Linux non potevano usare KDE, perché non potevamo usare
    807 la libreria; tuttavia, alcuni distributori commerciali di sistemi GNU/Linux,
    808 non scrupolosi nell'attenersi solo ai programmi liberi, aggiunsero KDE ai
    809 loro sistemi, ottenendo così sistemi che offrivano più funzionalità, ma meno
    810 libertà.  Il gruppo che sviluppava KDE incoraggiava esplicitamente altri
    811 programmatori ad usare Qt, e milioni di nuovi &ldquo;utenti Linux&rdquo; non
    812 sospettavano minimamente che questo potesse costituire un problema.  La
    813 situazione si faceva pericolosa.</p>
    814 <p>
    815 La comunità del software libero affrontò il problema in due modi: GNOME e
    816 Harmony.</p>
    817 <p>
    818 GNOME (GNU Network Object Model Environment, modello di ambiente per oggetti
    819 di rete) è il progetto GNU per l'ambiente grafico (desktop). Intrapreso nel
    820 1997 da Miguel de Icaza e sviluppato con il supporto di Red Hat Software,
    821 GNOME si ripromise di fornire funzionalità grafiche simili a quelle di KDE,
    822 ma usando esclusivamente software libero.  GNOME offre anche dei vantaggi
    823 tecnici, come il supporto per svariati linguaggi di programmazione, non solo
    824 il C++. Ma il suo scopo principale era la libertà: non richiedere l'uso di
    825 alcun programma che non fosse libero.</p>
    826 <p>
    827 Harmony è una libreria compatibile con Qt, progettata per rendere possibile
    828 l'uso del software KDE senza dover usare Qt.</p>
    829 <p>
    830 Nel novembre 1998 gli autori di Qt annunciarono un cambiamento di licenza
    831 che, una volta operativo, avrebbe reso Qt software libero. Non c'è modo di
    832 esserne certi, ma credo che questo fu in parte dovuto alla decisa risposta
    833 della comunità al problema posto da Qt quando non era libero (la nuova
    834 licenza è scomoda ed iniqua, per cui rimane comunque preferibile evitare
    835 l'uso di Qt&#8239;<a href="#ft9">[9]</a>). </p>
    836 <p>
    837 Come risponderemo alla prossima allettante libreria non libera? Riuscirà la
    838 comunità in toto a comprendere l'importanza di evitare la trappola?  Oppure
    839 molti di noi preferiranno la convenienza alla libertà, creando così ancora
    840 un grave problema? Il nostro futuro dipende dalla nostra filosofia.</p>
    841 
    842 <h4>Brevetti sul software</h4>
    843 <p>
    844 Il maggior pericolo a cui ci troviamo di fronte è quello dei brevetti sul
    845 software, che possono rendere inaccessibili al software libero algoritmi e
    846 funzionalità per un tempo che può estendersi fino a vent'anni.  I brevetti
    847 sugli algoritmi di compressione LZW furono depositati nel 1983, e ancor oggi
    848 non possiamo distribuire programmi liberi che producano immagini <abbr
    849 title="Graphics Interchange Format">GIF</abbr> compresse&#8239;<a
    850 href="#ft10">[10]</a>. Nel 1998 un programma libero per produrre audio
    851 compresso <abbr title="MPEG-1 Audio Layer 3">MP3</abbr> venne ritirato sotto
    852 minaccia di una causa per violazione di brevetto&#8239;<a
    853 href="#ft11">[11]</a>.
    854 </p>
    855 <p>
    856 Ci sono modi per affrontare la questione brevetti: possiamo cercare prove
    857 che un brevetto non sia valido oppure possiamo cercare modi alternativi per
    858 ottenere lo stesso risultato.  Ognuna di queste tecniche, però, funziona
    859 solo in certe circostanze; quando entrambe falliscono un brevetto può
    860 obbligare tutto il software libero a rinunciare a qualche funzionalità che
    861 gli utenti desiderano. Dopo una lunga attesa, i brevetti scadono, ma nel
    862 frattempo cosa dobbiamo fare?</p>
    863 <p>
    864 Chi fra noi apprezza il software libero per il valore della libertà rimarrà
    865 comunque dalla parte dei programmi liberi; saremo in grado di svolgere il
    866 nostro lavoro senza le funzionalità coperte da brevetto. Ma coloro che
    867 apprezzano il software libero perché si aspettano che sia tecnicamente
    868 superiore probabilmente grideranno al fallimento quando un brevetto ne
    869 impedisce lo sviluppo. Perciò, nonostante sia utile parlare dell'efficacia
    870 pratica del modello di sviluppo &ldquo;a bazaar&rdquo;, e dell'affidabilità
    871 e della potenza di un dato programma libero, non ci dobbiamo fermare qui;
    872 dobbiamo parlare di libertà e di principi.</p>
    873 
    874 <h4>Documentazione libera</h4>
    875 <p>
    876 La più grande carenza nei nostri sistemi operativi liberi non è nel
    877 software, quanto nella carenza di buoni manuali liberi da includere nei
    878 nostri sistemi. La documentazione è una parte essenziale di qualunque
    879 pacchetto software; quando un importante pacchetto software libero non viene
    880 accompagnato da un buon manuale libero si tratta di una grossa lacuna.  E di
    881 queste lacune attualmente ne abbiamo molte.</p>
    882 <p>
    883 La documentazione libera, come il software libero, è una questione di
    884 libertà, non di prezzo.  Il criterio per definire libero un manuale è
    885 fondamentalmente lo stesso che per definire libero un programma: si tratta
    886 di offrire certe libertà a tutti gli utenti. Deve essere permessa la
    887 redistribuzione (compresa la vendita commerciale), sia in formato
    888 elettronico che cartaceo, in modo che il manuale possa accompagnare ogni
    889 copia del programma.</p>
    890 <p>
    891 Autorizzare la modifica è anch'esso un aspetto cruciale; in generale, non
    892 credo sia essenziale permettere alle persone di modificare articoli e libri
    893 di qualsiasi tipo.  Per esempio, non credo che voi o io dobbiamo sentirci in
    894 dovere di autorizzare la modifica di articoli come questo, articoli che
    895 descrivono le nostre azioni e il nostro punto di vista.</p>
    896 <p>
    897 Ma c'è una ragione particolare per cui la libertà di modifica è cruciale per
    898 la documentazione dei programmi liberi. Quando qualcuno esercita il proprio
    899 diritto di modificare il programma, aumentandone o alterandone le
    900 funzionalità, se è coscienzioso modificherà anche il manuale, in modo da
    901 poter fornire una documentazione utile e accurata insieme al programma
    902 modificato.  Un manuale non libero, che non permetta ai programmatori di
    903 essere coscienziosi e completare il loro lavoro, non soddisfa i bisogni
    904 della nostra comunità.</p>
    905 <p>
    906 Alcuni limiti sulla modificabilità non pongono alcun problema; per esempio,
    907 le richieste di conservare la nota di copyright dell'autore originale, i
    908 termini di distribuzione e la lista degli autori vanno bene.  Non ci sono
    909 problemi nemmeno nel richiedere che le versioni modificate dichiarino
    910 esplicitamente di essere tali, così pure che intere sezioni non possano
    911 essere rimosse o modificate, finché queste sezioni vertono su questioni non
    912 tecniche.  Restrizioni di questo tipo non creano problemi perché non
    913 impediscono al programmatore coscienzioso di adattare il manuale affinché
    914 rispecchi il programma modificato. In altre parole, non impediscono alla
    915 comunità del software libero di beneficiare appieno dal manuale.</p>
    916 <p>
    917 D'altro canto, deve essere possibile modificare tutto il contenuto
    918 <strong>tecnico</strong> del manuale e poter distribuire il risultato in
    919 tutti i formati usuali, attraverso tutti i normali canali di distribuzione;
    920 diversamente, le restrizioni creerebbero un ostacolo per la comunità, il
    921 manuale non sarebbe libero e avremmo bisogno di un altro manuale.</p>
    922 <p>
    923 Gli sviluppatori di software libero avranno la consapevolezza e la
    924 determinazione necessarie a produrre un'intera gamma di manuali liberi?
    925 Ancora una volta, il nostro futuro dipende dalla nostra filosofia.</p>
    926 
    927 <h3>Dobbiamo parlare di libertà</h3>
    928 <p>
    929 Stime recenti valutano in dieci milioni il numero di utenti di sistemi
    930 GNU/Linux quali Debian GNU/Linux e Red Hat &ldquo;Linux&rdquo;.  Il software
    931 libero ha creato tali vantaggi pratici che gli utenti stanno approdando ad
    932 esso per pure ragioni pratiche.</p>
    933 <p>
    934 Gli effetti positivi di questa situazione sono evidenti: maggior interesse a
    935 sviluppare software libero, più clienti per le imprese di software libero e
    936 una migliore capacità di incoraggiare le aziende a sviluppare software
    937 commerciale libero invece che prodotti software proprietari.</p>
    938 <p>
    939 L'interesse per il software, però, sta crescendo più in fretta della
    940 coscienza della filosofia su cui è basato, e questa disparità causa
    941 problemi.  La nostra capacità di fronteggiare le sfide e le minacce
    942 descritte in precedenza dipende dalla determinazione nell'essere impegnati
    943 per la libertà.  Per essere sicuri che la nostra comunità abbia tale
    944 determinazione, dobbiamo diffondere l'idea presso i nuovi utenti man mano
    945 che entrano a far parte della comunità.</p>
    946 <p>
    947 Ma in questo stiamo fallendo: gli sforzi per attrarre nuovi utenti nella
    948 comunità sono di gran lunga maggiori degli sforzi per l'educazione civica
    949 della comunità stessa.  Dobbiamo fare entrambe le cose, e dobbiamo mantenere
    950 un equilibrio fra i due impegni.</p>
    951 
    952 <h3>&ldquo;Open Source&rdquo;</h3>
    953 <p>
    954 Parlare di libertà ai nuovi utenti è diventato più difficile dal 1998,
    955 quando una parte della comunità decise di smettere di usare il termine
    956 &ldquo;free software&rdquo; e usare al suo posto &ldquo;open source&rdquo;.</p>
    957 <p>
    958 Alcune delle persone che suggerirono questo termine intendevano evitare che
    959 si confondesse &ldquo;free&rdquo; con &ldquo;gratis&rdquo;, un valido
    960 obiettivo. D'altra parte, altre persone intendevano mettere da parte lo
    961 spirito del principio che aveva dato la spinta al movimento del software
    962 libero e al progetto GNU, puntando invece ad attrarre i dirigenti e gli
    963 utenti commerciali, molti dei quali afferiscono ad una ideologia che pone il
    964 profitto al di sopra della libertà, della comunità, dei principi. Perciò la
    965 retorica di &ldquo;open source&rdquo; si focalizza sul possibilità di creare
    966 software di buona qualità e potente ma evita deliberatamente le idee di
    967 libertà, comunità, principio.</p>
    968 <p>
    969 Le riviste che si chiamano &ldquo;Linux...&rdquo; sono un chiaro esempio di
    970 ciò: sono piene di pubblicità di software proprietario che gira sotto
    971 GNU/Linux; quando ci sarà il prossimo Motif o Qt, queste riviste
    972 avvertiranno i programmatori di starne lontano o accetteranno la sua
    973 pubblicità?</p>
    974 <p>
    975 L'appoggio delle aziende può contribuire alla comunità in molti modi; a
    976 parità di tutto il resto è una cosa utile.  Ma ottenere questo appoggio
    977 parlando ancor meno di libertà e principi può essere disastroso; rende
    978 ancora peggiore lo sbilanciamento descritto tra diffusione ed educazione
    979 civica.</p>
    980 <p>
    981 &ldquo;Software libero&rdquo; (free software) e &ldquo;sorgente
    982 aperto&rdquo; (open source) descrivono più o meno la stessa categoria di
    983 software, ma dicono cose differenti sul software e sui valori. Il progetto
    984 GNU continua ad usare il termine &ldquo;software libero&rdquo; per esprimere
    985 l'idea che la libertà sia importante, non solo la tecnologia.</p>
    986 
    987 <h3>Prova!</h3>
    988 <p>
    989 La filosofia di Yoda (&ldquo;Non c'è provare&rdquo;) suona bene, ma per me
    990 non funziona.  Ho fatto la maggior parte del mio lavoro angustiato dal
    991 timore di non essere in grado di svolgere il mio compito e nel dubbio, se
    992 fossi riuscito, che non fosse sufficiente per raggiungere l'obiettivo. Ma ci
    993 ho provato in ogni caso perché nessuno tranne me si poneva tra il nemico e
    994 la mia città. Sorprendendo me stesso, qualche volta sono riuscito.</p>
    995 <p>
    996 A volte ho fallito, alcune delle mie città sono cadute; poi ho trovato
    997 un'altra città minacciata e mi sono preparato ad un'altra battaglia. Con
    998 l'andar del tempo ho imparato a cercare le possibili minacce e a mettermi
    999 tra loro e la mia città, facendo appello ad altri hacker perché venissero e
   1000 si unissero a me.</p>
   1001 <p>
   1002 Oggigiorno spesso non sono da solo. É un sollievo ed una gioia quando vedo
   1003 un reggimento di hacker che scavano trincee per difendere il confine e
   1004 quando mi rendo conto che questa città può sopravvivere; per ora. Ma i
   1005 pericoli diventano più grandi ogni anno, ed ora Microsoft ha esplicitamente
   1006 preso di mira la nostra comunità. Non possiamo dare per scontato il futuro
   1007 della libertà; non diamolo per scontato!  Se volete mantenere la vostra
   1008 libertà dovete essere pronti a difenderla.</p>
   1009 <div class="column-limit"></div>
   1010 
   1011 <h3 class="footnote">Note</h3>
   1012 <ol>
   1013 <li id="ft1">L'uso del termine &ldquo;hacker&rdquo; nel senso di &ldquo;chi viola la
   1014 sicurezza&rdquo;  è una confusione di termini creata dai mezzi di
   1015 informazione. Noi hacker ci rifiutiamo di riconoscere questo significato, e
   1016 continuiamo ad utilizzare la parola nel senso di &ldquo;uno che ama
   1017 programmare, e a cui piacce essere bravo a farlo&rdquo;. Leggete il mio
   1018 articolo <a href="http://stallman.org/articles/on-hacking.html">A proposito
   1019 dell'Hacking</a>.</li>
   1020 
   1021 <li id="ft2">Essendo ateo, non seguo alcuna guida religiosa, ma a volte mi trovo ad
   1022 ammirare qualcosa che qualcuno di loro ha detto.</li>
   1023 
   1024 <li id="ft3">Nel 1984 o 1985, Don Hopkins, persona molto creativa, mi mandò una lettera.
   1025 Sulla busta aveva scritto diverse frasi argute, fra cui questa:
   1026 &ldquo;Copyleft--tutti i diritti riversati&rdquo;.  Utilizzai l'espressione
   1027 &ldquo;copyleft&rdquo; per battezzare il concetto di distribuzione che
   1028 allora andavo elaborando. </li>
   1029 
   1030 <li id="ft4">Ora utilizziamo la <a href="/licenses/fdl.html">GNU Free Documentation
   1031 License</a> per la documentazione.</li>
   1032 
   1033 <li id="ft5">&ldquo;Bourne Again Shell&rdquo;  è un gioco di parole sul nome
   1034 &ldquo;Bourne Shell&rdquo; , che era la normale shell di Unix [NdT:
   1035 &ldquo;Bourne again&rdquo;  richiama l'espressione cristiana &ldquo;born
   1036 again&rdquo; , &ldquo;rinato&rdquo;  (in Cristo)].</li>
   1037 
   1038 <li id="ft6">Questa considerazione è del 1998.  A partire dal 2009 non abbiamo più un
   1039 lungo elenco di compiti. La comunità sviluppa software libero così
   1040 velocemente che non riusciamo nemmeno a tenere traccia di tutto. Quindi ora
   1041 abbiamo un elenco di progetti ad alta priorità, una breve lista di progetti
   1042 su cui riteniamo davvero importante che qualcuno si impegni.</li>
   1043 
   1044 <li id="ft7">La licenza LGPL è ora denominata &ldquo;GNU Lesser General Public
   1045 License&rdquo;, GPL attenuata, per non suggerire che si tratti della forma
   1046 di licenza preferenziale per le librerie. Si veda <a
   1047 href="/philosophy/why-not-lgpl.html">Perché non dovreste usare la LGPL per
   1048 la vostra prossima libreria</a> per ulteriori informazioni.</li>
   1049 
   1050 <li id="ft8">Nota del 2008: questo problema si estende anche al BIOS.  Esiste un BIOS
   1051 libero, <a href="https://libreboot.org/">LibreBoot</a> (una distribuzione di
   1052 coreboot); il problema è trovare le specifiche dell'hardware in modo che
   1053 LibreBoot possa supportarlo senza ricorrere a  &ldquo;blob&rdquo; non
   1054 liberi).</li>
   1055 
   1056 <li id="ft9">Nel mese di settembre 2000, Qt fu rilasciata sotto licenza GNU GPL, il che
   1057 di fatto risolse il problema.</li>
   1058 
   1059 <li id="ft10">I brevetti su GIF sono scaduti nel 2009.</li>
   1060 
   1061 <li id="ft11">I brevetti su MP3 sono scaduti nel 2017, dopo un'attesa davvero lunga.</li>
   1062 </ol>
   1063 
   1064 <div class="infobox extra" role="complementary">
   1065 <hr />
   1066 <p>
   1067 Pubblicato originariamente nel libro <cite>Open Sources</cite>.  Richard
   1068 Stallman <a href="/philosophy/open-source-misses-the-point.html"> non ha mai
   1069 sostenuto il movimento &ldquo;open source&rdquo;</a>, ma ha fatto inserire
   1070 questo articolo per evitare che il punto di vista del software libero fosse
   1071 del tutto assente dal libro.
   1072 </p>
   1073 </div>
   1074 </div>
   1075 
   1076 <div class="translators-notes">
   1077 
   1078 <!--TRANSLATORS: Use space (SPC) as msgstr if you don't have notes.-->
   1079  </div>
   1080 </div>
   1081 
   1082 <!-- for id="content", starts in the include above -->
   1083 <!--#include virtual="/server/footer.it.html" -->
   1084 <div id="footer" role="contentinfo">
   1085 <div class="unprintable">
   1086 
   1087 <p>Per informazioni su FSF e GNU rivolgetevi, possibilmente in inglese, a <a
   1088 href="mailto:gnu@gnu.org">&lt;gnu@gnu.org&gt;</a>. Ci sono anche <a
   1089 href="/contact/">altri modi di contattare</a> la FSF. Inviate segnalazioni
   1090 di link non funzionanti e altri suggerimenti relativi alle pagine web a <a
   1091 href="mailto:webmasters@gnu.org">&lt;webmasters@gnu.org&gt;</a>.</p>
   1092 
   1093 <p>
   1094 <!-- TRANSLATORS: Ignore the original text in this paragraph,
   1095         replace it with the translation of these two:
   1096 
   1097         We work hard and do our best to provide accurate, good quality
   1098         translations.  However, we are not exempt from imperfection.
   1099         Please send your comments and general suggestions in this regard
   1100         to <a href="mailto:web-translators@gnu.org">
   1101 
   1102         &lt;web-translators@gnu.org&gt;</a>.</p>
   1103 
   1104         <p>For information on coordinating and contributing translations of
   1105         our web pages, see <a
   1106         href="/server/standards/README.translations.html">Translations
   1107         README</a>. -->
   1108 Le traduzioni italiane sono effettuate ponendo la massima attenzione ai
   1109 dettagli e alla qualità, ma a volte potrebbero contenere imperfezioni. Se ne
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   1119 
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   1133      
   1134      There is more detail about copyright years in the GNU Maintainers
   1135      Information document, www.gnu.org/prep/maintain. -->
   1136 <p>Copyright &copy; 1998, 2005, 2008, 2010, 2012, 2015, 2017, 2018, 2021
   1137 Richard Stallman</p>
   1138 
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   1141 Commons Attribuzione - Non opere derivate 4.0 Internazionale</a> (CC BY-ND
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   1144 <!--#include virtual="/server/bottom-notes.it.html" -->
   1145 <div class="translators-credits">
   1146 
   1147 <!--TRANSLATORS: Use space (SPC) as msgstr if you don't want credits.-->
   1148 Tradotto originariamente da Lorenzo Bettini, Antonio Cisternino, Alberto
   1149 Mari, Francesco Potortì, Alessandro Rubini. Revisioni successive di
   1150 Alessandro Rubini, Francesco Potortì, Lorenzo Bettini, Alberto Mari, Andrea
   1151 Pescetti.</div>
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   1153 <p class="unprintable"><!-- timestamp start -->
   1154 Ultimo aggiornamento:
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   1156 $Date: 2022/05/18 16:30:43 $
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