From 1ae0306a3cf2ea27f60b2d205789994d260c2cce Mon Sep 17 00:00:00 2001 From: Christian Grothoff Date: Sun, 11 Oct 2020 13:29:45 +0200 Subject: add i18n FSFS --- .../articles/it/android-and-users-freedom.html | 366 +++++++++++++++++++++ 1 file changed, 366 insertions(+) create mode 100644 talermerchantdemos/blog/articles/it/android-and-users-freedom.html (limited to 'talermerchantdemos/blog/articles/it/android-and-users-freedom.html') diff --git a/talermerchantdemos/blog/articles/it/android-and-users-freedom.html b/talermerchantdemos/blog/articles/it/android-and-users-freedom.html new file mode 100644 index 0000000..d25699f --- /dev/null +++ b/talermerchantdemos/blog/articles/it/android-and-users-freedom.html @@ -0,0 +1,366 @@ + + + + + + +Android e la libertà degli utenti - Progetto GNU - Free Software Foundation + + + + +

Android e la libertà degli utenti

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di Richard Stallman
Originariamente pubblicato sul sito +The Guardian

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Sostenete la campagna Liberate il +vostro Android.

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In che misura Android rispetta la libertà degli utenti? Per l'utente di un +computer che dà valore alla propria libertà questa è la domanda principale +da porsi riguardo a qualsiasi sistema software.

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Nel movimento per il software libero noi +sviluppiamo software che rispetta la libertà degli utenti affinché tutti +assieme possiamo evadere dal software che non rispetta la nostra libertà. Al +contrario, l'idea dell' “open source” si centra principalmente +sulla metodologia di sviluppo; è una diversa corrente di pensiero il cui +valore massimo è la +qualità del codice piuttosto che la libertà. Perciò la questione da +porsi qui non è se Android sia “open source”, ma se +garantisce la libertà degli utenti.

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Android è un sistema operativo per telefoni cellulari ed altri dispositivi +formato da Linux (il kernel di Torvalds), alcune librerie, una piattaforma +Java ed alcune applicazioni. A parte Linux, il software delle versioni +Android 1 e 2 è stato sviluppato principalmente da Google; Google lo +rilasciò sotto licenza Apache 2.0, una licenza libera sprovvista di copyleft.

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La versione di Linux inclusa in Android non è completamente libera dal +momento che contiene “blob binari” (proprio come la versione del +Linux di Torvalds), alcuni dei quali vengono effettivamente utilizzati in +alcuni dispositivi Android. Le piattaforme Android utilizzano anche altri +firmware proprietari come pure librerie proprietarie. A parte questi, il +codice sorgente delle versioni 1 e 2 di Android, così come rilasciate da +Google, è software libero—questo codice però non è sufficiente per il +corretto funzionamento del dispositivo. Alcune applicazioni preinstallate in +Android sono altrettanto proprietarie.

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Android si differenzia radicalmente dal sistema operativo GNU/Linux poiché il +componente GNU è in effetti minimo. Infatti l'unico elemento comune tra +Android e GNU/Linux è Linux, il kernel. Coloro che in maniera erronea +credono che “Linux” si riferisca alla combinazione completa di +GNU/Linux rimangono interdetti allorquando confrontati con questi fatti e +profferiscono argomenti paradossali come ad esempio “Android contiene +Linux ma non è Linux.” (*) Una volta +liberatisi da questa confusione, la situazione diventa chiara: Android +contiene Linux ma non GNU; perciò Android e GNU/Linux sono essenzialmente +molto differenti dal momento che l'unico elemento comune tra i due è Linux.

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All'interno di Android, Linux il kernel rimane un programma separato, con il +codice sorgente relativo sotto licenza GNU +GPL versione 2. Combinare Linux con un codice sorgente sotto licenza +Apache 2.0 comporterebbe la violazione del copyright, dal momento che la +versione 2 della GPL e Apache 2.0 sono licenze incompatibili. Le voci di +un'ipotetica conversione di Linux verso la licenza Apache operata da Google +non rispecchiano la realtà; Google non può in alcun modo modificare la +licenza del codice di Linux ed infatti non ha nemmeno tentato di farlo. Se +gli autori di Linux ne permettessero l'uso sotto licenza GPL versione 3, allora quel codice +potrebbe essere combinato con il codice distribuito sotto licenza Apache, e +la combinazione potrebbe venire rilasciata come GPL versione 3. Linux però +non è stato rilasciato in tale maniera.

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Google ha soddisfatto i requisiti della GNU General Public License per +Linux, però la licenza Apache delle parti rimanenti di Android non richiede +il rilascio del codice sorgente. Google ha affermato che non rilascerà mai +il codice sorgente di Android 3.0 (eccetto Linux). Il codice sorgente di +Android 3.1 è stato altrettanto trattenuto, facendo di Android 3, escluso +Linux, un software pienamente ed evidentemente proprietario.

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Google affermò di aver trattenuto il codice sorgente della versione 3.0 a +causa della presenza in esso di errori di programmazione e che le persone +dovrebbero aspettare la versione successiva. Ciò potrebbe essere un buon +consiglio rivolto a coloro che vogliono semplicemente avere accesso ad un +sistema Android, però gli utenti dovrebbero avere il diritto di decisione in +merito. In ogni caso, i programmatori e gli sperimentatori che desiderino +includere modifiche nelle loro versioni personali potrebbero avvalersi +benissimo di tale codice.

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Fortunatamente, Google in seguito rilasciò il codice sorgente per Android +3.* assieme alla versione 4 (rilasciata altrettanto con il codice +sorgente). Il problema discusso sopra risultò essere una aberrazione +momentanea piuttosto che un cambiamento di rotta nella politica di Google in +relazione ad Android. Comunque, ciò che accade una volta può sempre +ripetersi nuovamente.

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Ad ogni modo, il più del codice sorgente di Android è stato rilasciato in +qualità di software libero. Ciò significa che i dispositivi con queste +versioni di Android rispettano la libertà dell'utente? No, per vari motivi +la risposta a tale domanda è negativa.

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Innanzitutto la maggior parte dei dispositivi in questione contengono +applicazioni proprietarie di Google che comunicano con servizi come YouTube +e Google Maps. Questi non fanno ufficialmente parte di Android, ma ciò non +rende tali dispositivi più accettabili dal punto di vista etico. Molte +applicazioni libere disponibili nelle versioni più vecchie di Android sono +state sostituite da applicazioni proprietarie; nel 2013 comparvero +dispositivi Android in cui +la visione di immagini non era possibile se non attraverso un'applicazione +proprietaria di Google+. Nel 2014 Google annunciò che le +versioni di Android per le TV, gli orologi e le automobili saranno +ampiamente non libere. +

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La maggior parte dei dispositivi Android vengono venduti con il software +proprietario Google Play preinstallato (precedentemente “Android +Market”). Tale software incoraggia gli utenti, con un account Google, +ad installare applicazioni proprietarie. Inoltre Google Play contiene una +backdoor attraverso la quale Google può forzatamente installare o rimuovere +applicazioni. (Probabilmente ciò fa di Google Play una backdoor universale, +anche se questo non è stato dimostrato.) Google Play non fa ufficialmente +parte di Android, ma ciò non lo rende più accettabile dal punto di vista +etico. +

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Google ha spostato molte funzioni di base nella Google +Play Services library (non libera). Se il codice di una app è libero ma +usa questi servizi, in concreto la app è non libera perché non può +funzionare su una versione libera di Android, come Replicant. +

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Se tenete in gran conto la libertà, non installerete le applicazioni +proprietarie offerte da Google Play. Per installare applicazioni libere per +Android non vi serve Google Play poiché potete ottenerle da f-droid.org. +

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I dispositivi Android inoltre contengono librerie proprietarie. Queste non +fanno ufficialmente parte di Android, ma dal momento che diverse +funzionalità di Android dipendono da esse, le stesse fanno effettivamente +parte di ogni installazione di Android.

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Perfino i programmi ufficialmente inclusi in Android potrebbero non +corrispondere al codice sorgente rilasciato da Google. I produttori +potrebbero modificare tale codice e spesso il codice modificato non viene +accompagnato dal codice sorgente. La licenza GNU GPL li obbliga a +ridistribuire il codice sorgente delle loro versioni di Linux, ammesso che +essi rispettino la licenza. Il resto del codice, sotto la licenza debole +Apache non richiede il rilascio della versione di Android che questi +dispositivi effettivamente contengono.

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Un utente confermò che diversi programmi del sistema Android preinstallati +nel suo telefono cellulare vennero modificati +affinché inviassero dati personali a Motorola. Alcuni produttori +occultano nel dispositivo Android un pacchetto +di sorveglianza universale come ad esempio l'IQ Carrier.

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Replicant è la versione libera di +Android. I programmatori di Replicant hanno sostituito molte delle librerie +proprietarie per alcuni modelli di smartphone. Le applicazioni proprietarie +sono state rimosse, ma comunque voi non vorreste usarle dal momento che sono +proprietarie. D'altra parte CyanogenMod (un'altra versione modificata di +Android) non è free software dal momento che contiene alcuni programmi +proprietari.

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Alcuni dispositivi Android sono “tiranni”: sono progettati in +modo che l'utente non possa installare od eseguire alcun software +personalmente modificato bensì solamente le versioni approvate dalla +relativa società. In tal caso i file eseguibili non sono software libero +anche se ottenuti da codice sorgente libero e disponibile +all'utente. Tuttavia, su alcuni dispositivi Android possiamo ottenere i +permessi di “root” al fine di installarvi diversi tipi di +software.

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Firmware e driver importanti sono generalmente altrettanto +proprietari. Questi ultimi gestiscono la rete cellulare, il WiFi, il +bluetooth, il GPS, la grafica 3D, la videocamera, l'altoparlante e in alcuni +casi persino il microfono. In alcuni dispositivi un paio di questi driver +sono liberi e poi ci sono alcuni driver di cui potreste farne a +meno—ma certamente il dispositivo necessita di un microfono e di una +rete cellulare per un corretto funzionamento.

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Il firmware della rete cellulare viene preinstallato nel +dispositivo. Qualora la sua unica funzione fosse quella di comunicare con la +rete cellulare allorquando e solo quando l'utente lo desiderasse potremmo +considerarlo come equivalente di un circuito. Quando marchiamo con +insistenza il concetto che il software in un dispositivo di calcolo deve +essere libero, possiamo ignorare il firmware preinstallato che non sarà mai +aggiornato poiché per l'utente non fa nessuna differenza se si tratta di un +programma o di un circuito.

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Sfortunatamente, in questo caso si tratta di un circuito +malevolo. Funzionalità malevole sono inaccettabili a prescindere dalla +natura della loro implementazione.

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Nella maggior parte dei dispositivi Android tale firmware esercita un +controllo talmente grande sul dispositivo da poter trasformare il telefono +in una microspia. In alcuni dispositivi tale firmware controlla il +microfono. In altri può appropriarsi del totale controllo del computer +principale attraverso la memoria condivisa, e in tal modo può raggirare o +rimpiazzare qualunque software libero installato nel dispositivo. Con +alcuni, e forse tutti i modelli, è possibile esercitare un controllo remoto +di tale firmware al fine di sovrascrivere il resto del software presente nel +dispositivo. Il punto principale del software libero è quello di garantire +all'utente il controllo del suo software e il modo d'uso del computer +stesso; un sistema provvisto di backdoor è inammissibile. Nonostante sia +certamente vero che ogni sistema di calcolo può contenere bug, è altrettanto +vero che questi dispositivi sono veri e propri microfoni spia. (Craig +Murray, nel libro Omicidio a +Samarcanda, racconta del suo coinvolgimento in una operazione di +intelligence che convertì a distanza il cellulare non-Android dell'ignaro +bersaglio in una microspia.)

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Ad ogni modo, il firmware della rete cellulare di un telefono Android non è +l'equivalente di un circuito poiché l'hardware rende possibile +l'installazione di nuove versioni, e di fatto esegue l'installazione di +nuove versioni. Essendo il detto firmware proprietario, in pratica solo il +produttore può creare versioni aggiornate—non gli utenti.

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Sommando i punti precedentemente elencati, potremmo tollerare il firmware +proprietario della rete cellulare soltanto qualora avessimo la garanzia che +nuove versioni di esso non saranno caricate, che non prenderà il controllo +del computer principale ed infine sia in grado di comunicare con la rete +solo quando, e nella maniera in cui, il sistema operativo libero permetta +che tale comunicazione avvenga. Detto altrimenti, il firmware deve essere +equivalente a un circuito elettrico, e tale circuito non deve essere +malevolo. Non vi è un ostacolo di natura tecnica che impedisca la produzione +di un telefono Android provvisto di tali caratteristiche, ma a nostra +conoscenza un telefono del genere non esiste.

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Android non è un sistema self-hosting; Android deve essere sviluppato in un +altro sistema. Gli strumenti del “software development kit” +(SDK) di Google sono in apparenza software libero, ma è molto difficile +verificarlo. I file di definizione per alcune API di Google sono +proprietarie. L'installazione del SDK richiede la sottoscrizione di una +licenza software proprietaria, sottoscrizione che voi dovete declinare. +L'SDK di Replicant ne è un sostituto libero.

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Di recente l'attenzione della stampa si è focalizzata sulle dispute +brevettuali. Da 20 anni conduciamo campagne per l'abolizione dei brevetti +software e avvisiamo del rischio concreto del verificarsi di tali dispute. I +brevetti software potrebbero forzare l'eliminazione di diverse +caratteristiche da Android, o persino renderlo indisponibile. Vedasi endsoftpatents.org per ulteriori +informazioni sul perché è necessario abolire i brevetti software.

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Tuttavia l'assalto ai brevetti e la risposta di Google non sono direttamente +attinenti all'argomento trattato in questo articolo: la modalità in cui i +prodotti Android rispettano soltanto parzialmente un sistema etico di +distribuzione e la natura in cui gli stessi vengono meno a tale compito. +Tale questione merita una equa attenzione della stampa.

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Android è un importante passo in avanti verso alla realizzazione di un +telefono cellulare etico, controllato dall'utente e basato sul software +libero, ma la strada è ancora lunga e Google la sta percorrendo nella +direzione sbagliata. Gli hacker stanno lavorando su Replicant, ma il supporto di un nuovo modello +di dispositivo è un compito difficile, cosa a cui si aggiunge il problema +del firmware. Anche se i telefoni Android oggigiorno sono notevolmente meno +nocivi rispetto ai telefoni della Apple o quelli Windows, certamente non +possiamo affermare che rispettino la vostra libertà.

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+ + + + + + + + -- cgit v1.2.3