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Fino al 1987 il +manifesto venne lievemente aggiornato per tener conto degli sviluppi, ma da +quel momento la scelta migliore sembra essere quella di lasciarlo immutato.</p> + +<p>Da allora abbiamo preso atto di alcuni fraintendimenti che si potrebbero +evitare con una diversa scelta di termini. Le note in calce aggiunte a +partire dal 1993 aiutano a chiarire questi punti. </p> + +<p>Se volete installare il sistema GNU/Linux vi consigliamo di provare una +delle <a href="/distros">distribuzioni GNU/Linux libere al 100%</a>. Vedete +<a href="/help/help.html">http://www.gnu.org/help</a> per scoprire come +contribuire.</p> + +<p>Il progetto GNU Project è parte del Movimento per il Software Libero, una +campagna per la <a href="/philosophy/free-sw.html">libertà degli utenti di +software</a>. Non è corretto associare GNU con il termine “open +source” che è stato coniato nel 1998 da persone che non danno priorità +ai valori etici del Movimento per il Software Libero: queste persone +affrontano le stesse questioni ma lo fanno con un <a +href="/philosophy/open-source-misses-the-point.html">approccio privo di +riferimenti etici</a>.</p> + +<h3 id="whats-gnu">Cos'è GNU? Gnu Non è Unix!</h3> + +<p> + GNU, che sta per "Gnu's Not Unix" (Gnu Non è Unix), è il nome del sistema +software completo e Unix-compatibile che sto scrivendo per distribuirlo +liberamente a chiunque lo possa utilizzare.<a href="#f1">(1)</a> Molti altri +volontari mi stanno aiutando. Abbiamo gran necessità di contributi in +tempo, denaro, programmi e macchine.</p> + +<p> + Fino ad ora abbiamo un editor Emacs fornito di Lisp per espanderne i +comandi, un debugger simbolico, un generatore di parser compatibile con +yacc, un linker e circa 35 utility. È quasi pronta una shell +(interprete di comandi). Un nuovo compilatore C portabile e ottimizzante ha +compilato se stesso e potrebbe essere pubblicato quest'anno. Esiste un +inizio di kernel, ma mancano molte delle caratteristiche necessarie per +emulare Unix. Una volta terminati il kernel e il compilatore sarà possibile +distribuire un sistema GNU utilizzabile per lo sviluppo di +programmi. Useremo TeX come formattatore di testi, ma lavoriamo anche su un +nroff. Useremo inoltre il sistema a finestre portabile libero X. Dopo di che +aggiungeremo un Common Lisp portabile, il gioco Empire, un foglio +elettronico e centinaia di altre cose, oltre alla documentazione in linea. +Speriamo di fornire, col tempo, tutte le cose utili che normalmente si +trovano in un sistema Unix, ed anche di più. </p> + +<p> + GNU sarà in grado di far girare programmi Unix, ma non sarà identico a +Unix. Apporteremo tutti i miglioramenti che sarà ragionevole fare basandoci +sull'esperienza maturata con altri sistemi operativi. In particolare +abbiamo in programma nomi più lunghi per i file, numeri di versione per i +file, un filesystem a prova di crash, forse completamento automatico dei +nomi dei file, supporto indipendente dal terminale per la visualizzazione e +forse col tempo un sistema a finestre basato sul Lisp, attraverso il quale +più programmi Lisp e normali programmi Unix siano in grado di condividere lo +schermo. Sia C che Lisp saranno linguaggi per la programmazione di +sistema. Per le comunicazioni vedremo di supportare UUCP, Chaosnet del MIT +ed i protocolli di Internet. </p> + +<p> + GNU è inizialmente orientato alle macchine della classe 68000/16000 con +memoria virtuale, perché sono quelle su cui è più facile farlo +girare. Lasceremo agli interessati il lavoro necessario a farlo girare su +macchine più piccole.</p> + +<p> + Vi preghiamo, per evitare confusioni, di pronunciare la 'G' nella parola +'GNU' quando indica il nome di questo progetto. [N.d.T.: questa avvertenza +serve ad evitare che in inglese "GNU" sia pronunciato come la parola "new"].</p> + +<h3 id="why-write">Perché devo scrivere GNU</h3> + +<p> + Io credo che il punto fondamentale sia che, se a me piace un programma, io +debba condividerlo con altre persone a cui piace. I venditori di software +usano il criterio "divide et impera" con gli utenti, facendo sì che non +condividano il software con altri. Io mi rifiuto di spezzare così la +solidarietà con gli altri utenti. La mia coscienza non mi consente di +firmare un accordo per non rivelare informazioni o per una licenza d'uso del +software. Ho lavorato per anni presso il laboratorio di intelligenza +artificiale per resistere a queste tendenze e ad altri atteggiamenti +sgradevoli, ma col tempo queste sono andate troppo oltre: non potevo +rimanere in una istituzione dove ciò viene fatto a mio nome contro la mia +volontà. </p> + +<p> + Per poter continuare ad usare i computer senza disonore, ho deciso di +raccogliere un corpus di software libero in modo da andare avanti senza +l'uso di alcun software che non sia libero. Mi sono dimesso dal laboratorio +di Intelligenza Artificiale per togliere al MIT ogni scusa legale che mi +impedisca di distribuire GNU.<a href="#f2a">(2)</a>.</p> + +<h3 id="compatible">Perché GNU sarà compatibile con Unix</h3> + +<p> + Unix non è il mio sistema ideale, ma non è poi così male. Le caratteristiche +essenziali di Unix paiono essere buone e penso di poter colmare le lacune di +Unix senza rovinarne le caratteristiche. E adottare un sistema compatibile +con Unix può risultare pratico anche per molti altri. </p> + +<h3 id="available">Come sarà reso disponibile GNU</h3> + +<p> + GNU non è di pubblico dominio. A tutti sarà permesso di modificare e +ridistribuire GNU, ma a nessun distributore sarà concesso di porre +restrizioni sulla sua ridistribuzione. Questo vuol dire che non saranno +permesse modifiche <a +href="/philosophy/categories.html#ProprietarySoftware"> proprietarie</a>. +Voglio essere sicuro che tutte le versioni di GNU rimangano libere. </p> + +<h3 id="why-help">Perché molti altri programmatori desiderano essere d'aiuto</h3> + +<p> + Ho trovato molti altri programmatori molto interessati a GNU che vogliono +dare una mano.</p> + +<p> + Molti programmatori sono scontenti della commercializzazione del software di +sistema. Li può aiutare a far soldi, ma li costringe in generale a sentirsi +in conflitto con gli altri programmatori, invece che solidali. L'atto di +amicizia fondamentale tra programmatori è condividere programmi; le +politiche di commercializzazione attualmente in uso essenzialmente +proibiscono ai programmatori di trattare gli altri come amici. Gli +acquirenti del software devono decidere tra l'amicizia e l'obbedienza alle +leggi. Naturalmente molti decidono che l'amicizia è più importante. Ma +quelli che credono nella legge non si sentono a proprio agio con queste +scelte. Diventano cinici e pensano che programmare sia solo un modo per fare +soldi. </p> + +<p> + Lavorando e utilizzando GNU invece che programmi proprietari, possiamo +comportarci amichevolmente con tutti e insieme rispettare la legge. Inoltre +GNU è un esempio che ispira gli altri e una bandiera che li chiama a +raccolta perché si uniscano a noi nel condividere il software. Questo ci può +dare una sensazione di armonia che sarebbe irraggiungibile se usassimo +software che non sia libero. Per circa la metà dei programmatori che conosco +è una soddisfazione importante, che il denaro non può sostituire.</p> + +<h3 id="contribute">Come si può contribuire</h3> + +<blockquote> +<p> +(Oggi, per sapere su quali programmi lavorare si veda <a +href="http://fsf.org/campaigns/priority-projects">la lista dei progetti ad +alta priorità</a> e la <a +href="http://savannah.gnu.org/people/?type_id=1">«lista GNU delle +richieste di aiuto»</a>, cioè l'elenco generale dei lavori da svolgere +sui pacchetti software GNU. Per altri modi di aiutare, si veda <a +href="/help/help.html">la guida per aiutare il sistema il sistema operativo +GNU</a>). +</p> +</blockquote> + +<p> + Chiedo ai produttori di computer donazioni in denaro e macchine, ed ai +privati donazioni in programmi e lavoro.</p> + +<p> + Donare delle macchine può far sì che su di esse giri ben presto GNU. Le +macchine devono essere sistemi completi e pronti all'uso approvati per +l'utilizzo in aree residenziali e non devono richiedere raffreddamento o +alimentazione di tipo sofisticato.</p> + +<p> + Ho conosciuto moltissimi programmatori desiderosi di contribuire a GNU +part-time. Per la gran parte dei progetti, un lavoro part-time distribuito +risulterebbe troppo difficile da coordinare, perché le varie parti scritte +indipendentemente non funzionerebbero insieme. Ma per scrivere un sostituto +di Unix questo problema non si pone, perché un sistema Unix completo +contiene centinaia di programmi di servizio, ognuno con la propria +documentazione separata, e con gran parte delle specifiche di interfaccia +date dalla compatibilità con Unix. Se ogni partecipante scrive un solo +programma da usare al posto di una utility di Unix, il quale funzioni +correttamente al posto dell'originale su un sistema Unix, allora questi +programmi funzioneranno bene una volta messi assieme. Anche considerando +qualche imprevisto dovuto a Murphy, assemblare tali componenti è un lavoro +fattibile. Il kernel invece richiederà una più stretta cooperazione, e verrà +sviluppato da un gruppo piccolo e affiatato.</p> + +<p> + Donazioni in denaro possono mettermi in grado di assumere alcune persone a +tempo pieno o part-time. Lo stipendio non sarà alto rispetto agli standard +dei programmatori, ma io cerco persone per le quali lo spirito della +comunità GNU sia importante quanto il denaro. Io lo vedo come un modo di +permettere a degli appassionati di dedicare tutte le loro energie al lavoro +su GNU senza essere costretti a guadagnarsi da vivere in un altro modo.</p> + +<h3 id="benefit">Perché tutti gli utenti dei computer ne trarranno beneficio</h3> + +<p> + Una volta scritto GNU, ognuno potrà avere liberamente del buon software di +sistema, così come può avere l'aria.<a href="#f2">(3)</a></p> + +<p> + Questo significa molto di più che far risparmiare a ciascuno il costo di una +licenza Unix: vuol dire evitare l'inutile spreco di ripetere ogni volta lo +sforzo della programmazione di sistema. Queste energie possono essere invece +impiegate ad avanzare lo stato dell'arte.</p> + +<p> + I sorgenti completi del sistema saranno a disposizione di tutti. Di +conseguenza, un utente che abbia necessità di apportare dei cambiamenti al +sistema sarà sempre in grado di farlo da solo o di commissionare i +cambiamenti ad un programmatore o ad un'impresa. Gli utenti non saranno più +in balia di un solo programmatore o di una impresa che, avendo la proprietà +esclusiva dei sorgenti, sia la sola a poter fare le modifiche.</p> + +<p> + Le scuole avranno la possibilità di fornire un ambiente molto più educativo, +incoraggiando gli studenti a studiare e migliorare il software di sistema. I +laboratori di informatica di Harvard avevano una politica per cui nessun +programma poteva essere installato nel sistema senza che i sorgenti fossero +pubblicamente consultabili, e la praticarono rifiutandosi effettivamente di +installare alcuni programmi. Questo comportamento mi è stato di grande +ispirazione.</p> + +<p> + Infine, scompariranno le necessità burocratiche di tener conto di chi sia il +proprietario del software di sistema e di chi abbia il diritto di farci +cosa.</p> + +<p> + Ogni sistema per imporre tariffe d'uso di un programma, comprese le licenze +d'uso per le copie, è sempre estremamente costoso in termini sociali a causa +del complesso meccanismo necessario per decidere quanto (cioè per quali +programmi) ognuno debba pagare, e solo uno stato di polizia può costringere +tutti all'obbedienza. Immaginate una stazione spaziale dove l'aria deve +essere prodotta artificialmente ad un costo elevato: far pagare ogni litro +d'aria consumato può essere giusto, ma indossare la maschera col contatore +tutto il giorno e tutta la notte è intollerabile, anche se tutti possono +permettersi di pagare la bolletta. E le videocamere poste in ogni dove per +controllare che nessuno si tolga mai la maschera sono offensive. Meglio +finanziare l'impianto di ossigenazione con una tassa pro capite e buttar via +le maschere.</p> + +<p> + Copiare un programma in tutto o in parte è tanto naturale per un +programmatore quanto respirare ed è altrettanto produttivo. Dovrebbe essere +altrettanto libero.</p> + +<h3 id="rebutted-objections">Alcune obiezioni facilmente confutabili agli obiettivi GNU</h3> + +<p id="support"> +<strong>«La gente non lo userà se è gratuito, perché non potrà avere +l'assistenza».</strong></p> + +<p> +<strong>«Un programma deve essere a pagamento, per poter fornire +supporto adeguato».</strong></p> + +<p> + Se la gente preferisse pagare per GNU più l'assistenza piuttosto che avere +GNU gratis senza assistenza, allora un'impresa che fornisse assistenza a chi +si è procurato GNU gratis potrebbe operare con profitto.<a +href="#f3">(4)</a></p> + +<p> + Si deve distinguere tra il supporto sotto forma di lavoro di programmazione +e la semplice gestione. Il primo non è ottenibile da un venditore di +software. Se il problema non è sentito da un numero sufficiente di clienti +allora il venditore dirà al cliente di arrangiarsi.</p> + +<p> + Per chi deve poter contare su questo tipo di supporto l'unica soluzione è di +disporre dei sorgenti e degli strumenti necessari, in modo da poter +commissionare il lavoro a chi sia disposto a farlo, invece che rimanere in +balia di qualcuno. Con Unix il prezzo dei sorgenti rende ciò improponibile +per la maggior parte delle imprese. Con GNU questo sarà invece facile. Si +darà sempre il caso che non siano disponibili persone competenti, ma questo +non potrà essere imputato al sistema di distribuzione. GNU non elimina tutti +i problemi del mondo, solo alcuni.</p> + +<p> + Allo stesso tempo, gli utenti che non sanno nulla di computer hanno bisogno +di manutenzione, cioè di cose che potrebbero fare facilmente da soli ma che +non sono in grado di fare.</p> + +<p> + Servizi di questo genere potrebbero essere forniti da aziende che vendono +solo gestione e manutenzione. Se è vero che gli utenti sono disposti a +pagare per un prodotto con servizio, allora saranno anche disposti a pagare +per il servizio avendo avuto il prodotto gratuitamente. Le aziende di +servizi si faranno concorrenza sul prezzo e sulla qualità; gli utenti +d'altra parte non saranno legati a nessuna di esse in particolare. Nel +frattempo, coloro che non avranno bisogno del servizio saranno sempre in +grado di usare il programma senza pagare il servizio.</p> + +<p id="advertising"> +<strong>«Non si può raggiungere molta gente senza pubblicità, e per +finanziarla si deve far pagare il programma.»</strong></p> + +<p> +<strong>«È inutile reclamizzare un programma +gratuito».</strong></p> + +<p> + Ci sono molte forme di pubblicità gratuita o a basso costo che possono +essere usate per informare un gran numero di utenti di computer riguardo a +cose come GNU. Ma può essere vero che la pubblicità può raggiungere molti +più utenti di microcomputer. Se fosse veramente così, una ditta che +reclamizzasse il servizio di copia e spedizione per posta di GNU a pagamento +dovrebbe aver abbastanza successo commerciale da rientrare dai costi della +pubblicità e da guadagnarci. In questo modo, pagano la pubblicità solo gli +utenti che ne beneficiano.</p> + +<p> + D'altro canto, se molta gente ottiene GNU da amici e queste aziende non +hanno successo, vorrà dire che la pubblicità non era necessaria per +diffondere GNU. Perché tutti questi difensori del libero mercato non +vogliono lasciare che sia il libero mercato a decidere?<a href="#f4">(5)</a></p> + +<p id="competitive"> +<strong>«La mia azienda ha bisogno di un sistema operativo +proprietario per essere più avanti della concorrenza».</strong></p> + +<p> + Con GNU, i sistemi operativi non rientreranno più fra gli elementi di +concorrenza. La vostra azienda non potrà essere concorrenziale in +quest'area, ma egualmente non potranno esserlo i concorrenti. Vi farete +concorrenza in altre aree, mentre in questa godrete di mutui benefici. Se +vendete sistemi operativi non apprezzerete GNU, ma è un problema vostro. Se +avete un'attività di altro tipo, GNU vi può evitare di essere spinti nel +costoso campo della vendita di sistemi operativi.</p> + +<p> + Mi piacerebbe che lo sviluppo di GNU fosse sostenuto da donazioni da parte +di numerosi produttori ed utenti, riducendo così la spesa per tutti.<a +href="#f5">(6)</a></p> + +<p id="deserve"> +<strong>«Ma i programmatori non meritano una ricompensa per la loro +creatività?»</strong></p> + +<p> + Se qualcosa merita una ricompensa questo è il contribuire al bene sociale. +La creatività può essere un contributo al bene sociale, ma solo nella misura +in cui la società è libera di usarne i risultati. Se i programmatori +meritano una ricompensa per la creazione di programmi innovativi, allora con +la stessa logica meritano una punizione se pongono restrizioni all'uso di +questi programmi.</p> + +<p id="reward"> +<strong>«Un programmatore non dovrebbe poter chiedere una ricompensa +per la sua creatività?»</strong></p> + +<p> + Non c'è niente di male nel chiedere di esser pagati per il proprio lavoro, o +mirare ad incrementare le proprie entrate, fintanto che non si utilizzino +metodi che siano distruttivi. Ma i metodi comuni nel campo del software, al +giorno d'oggi, sono distruttivi.</p> + +<p> + Spremere denaro dagli utenti di un programma imponendo restrizioni sull'uso +è distruttivo perché riduce i modi in cui il programma può essere +usato. Questo diminuisce la quantità di ricchezza che l'umanità ricava dal +programma. Quando c'è una scelta deliberata di porre restrizioni, le +conseguenze dannose sono distruzione deliberata.</p> + +<p> + La ragione per cui un buon cittadino non usa questi metodi distruttivi per +diventare più ricco è che, se lo facessero tutti, diventeremmo tutti più +poveri a causa delle distruzioni reciproche. Questa è etica kantiana, la +Regola Aurea: poiché non mi piacciono le conseguenze che risulterebbero se +tutti impedissero l'accesso alle informazioni, devo considerare sbagliato +che uno lo faccia. In particolare, il desiderio di una ricompensa per la +propria creatività non giustifica il privare il mondo nel suo insieme di +tutta o parte di questa creatività.</p> + +<p id="starve"> +<strong>«Ma i programmatori non moriranno di fame?»</strong></p> + +<p> + Potrei rispondere che nessuno è obbligato a fare il programmatore. La +maggior parte di noi non è in grado di andare per strada a fare il mimo, ma +ciò non vuol dire che siamo condannati a passare la vita per strada a fare i +mimi, e morire di fame. Facciamo un altro lavoro.</p> + +<p> + Ma è la risposta sbagliata, perché accetta l'assunzione implicita di chi +pone la domanda, e cioè che senza proprietà del software non è possibile +pagare ai programmatori il becco di un quattrino. Un'assunzione del tipo +tutto o niente. </p> + +<p> + La vera ragione per cui i programmatori non moriranno di fame è che sarà per +loro egualmente possibile essere pagati per programmare, solo non pagati +così tanto come ora. </p> + +<p> + Porre restrizioni sulle copie non è l'unico modello di affari nel campo del +software. È il modello più comune<a href="#f8">(7)</a> perché è il +più redditizio. Se fosse vietato, o rifiutato dagli utenti, l'industria del +software si sposterebbe su altri modelli organizzativi, adottandone altri +ora meno comuni. Ci sono sempre numerosi modi per organizzare un qualunque +tipo di affari. </p> + +<p> + Probabilmente programmare nel nuovo modello organizzativo non sarà più così +redditizio come lo è ora. Ma questo non è un argomento contro il +cambiamento. Che gli addetti alle vendite ricevano i salari che ora ricevono +non è considerata un'ingiustizia. Se i programmatori avessero gli stessi +stipendi (in pratica guadagnerebbero molto di più), non sarebbe nemmeno +quella un'ingiustizia.</p> + +<p id="right-to-control"> +<strong>«Ma le persone non hanno diritto di controllare come la loro +creatività viene usata?»</strong></p> + +<p> +Il «controllo sull'uso delle proprie idee» in realtà costituisce +un controllo sulle vite degli altri; e di solito viene usato per rendere più +difficili le loro vite.</p> + +<p> + Le persone che hanno studiato con cura i vari aspetti del diritto alla +proprietà intellettuale<a href="#f6">(8)</a> (come gli avvocati) dicono che +non c'è alcun diritto intrinseco alla proprietà intellettuale. I tipi dei +supposti diritti alla proprietà intellettuale riconosciuti dal governo +furono creati da specifici atti legislativi per scopi specifici.</p> + +<p> + Per esempio la legislazione sui brevetti fu introdotta per incoraggiare gli +inventori a rivelare i dettagli delle loro invenzioni. Lo scopo era +avvantaggiare la società più che avvantaggiare gli inventori. A quel tempo +la validità di 17 anni per un brevetto era breve se confrontata con la +velocità di avanzamento dello stato dell'arte. Poiché i brevetti riguardano +solo i produttori, per i quali il costo e lo sforzo degli accordi di licenza +sono piccoli in confronto all'organizzazione della produzione, spesso i +brevetti non costituiscono un gran danno. E non ostacolano la gran parte +degli individui che usano prodotti coperti da brevetto.</p> + +<p> + L'idea del copyright non esisteva in tempi antichi, quando gli autori +copiavano estesamente altri autori in opere non narrative. Questa pratica +era utile, ed è il solo modo attraverso cui almeno parte del lavoro di +alcuni autori è sopravvissuto. La legislazione sul copyright fu creata +espressamente per incoraggiare l'originalità. Nel campo per cui fu +inventata, cioè i libri, che potevano essere copiati a basso costo solo con +apparecchiature tipografiche, non fece molto danno e non pose ostacoli alla +maggior parte dei lettori.</p> + +<p> + Tutti i diritti di proprietà intellettuale sono solo licenze concesse dalla +società perché si riteneva, correttamente o meno, che concederle avrebbe +giovato alla società nel suo complesso. Ma data una situazione particolare +dobbiamo chiederci: facciamo realmente bene a concedere queste licenze? Che +atti permettiamo di compiere con esse? </p> + +<p> + Il caso dei programmi ai giorni nostri differisce enormemente da quello dei +libri un secolo fa. Il fatto che la via più facile per passare una copia di +un programma sia da persona a persona, che il programma abbia un codice +sorgente ed un codice oggetto che sono cose distinte, ed infine il fatto che +un programma venga usato più che letto e gustato, combinandosi creano una +situazione in cui qualcuno che impone un copyright minaccia la società nel +suo insieme, sia materialmente che spiritualmente, una situazione in cui +quel qualcuno non dovrebbe farlo, che la legge lo permetta o no.</p> + +<p id="competition"> +<strong>«La competizione fa sì che le cose siano fatte +meglio».</strong></p> + +<p> + Il paradigma della competizione è la gara: premiando il vincitore incoraggia +ognuno a correre più veloce. Quando veramente il capitalismo funziona in +questo modo, fa un buon lavoro; ma chi lo difende ha torto nell'asserire che +agisce sempre così. Se i corridori dimenticano il motivo per cui è offerto +il premio e si concentrano solo sul vincere non curandosi di come, possono +trovare altre strategie, come ad esempio attaccare gli altri concorrenti. +Se i corridori si azzuffano, arrivano tutti in ritardo al traguardo. </p> + +<p> + Il software proprietario e segreto è l'equivalente morale dei corridori che +si azzuffano. Triste a dirsi, l'unico arbitro che abbiamo pare non muovere +alcuna obiezione alle zuffe, al più le regolamenta («ogni dieci metri +puoi tirare un pugno»). Dovrebbe invece dividerli e penalizzarli +anche se solo provassero a combattere. </p> + +<p id="stop-programming"> +<strong>«Ma senza un incentivo economico non smetterebbero tutti di +programmare?»</strong></p> + +<p> + In realtà molta gente programmerebbe senza alcun incentivo +economico. Programmare ha un fascino irresistibile per alcune persone, +solitamente per quelli che ci riescono meglio. Non mancano certo i musicisti +professionisti che insistono pur non avendo speranza di guadagnarsi da +vivere suonando.</p> + +<p> + Ma in realtà questa domanda, benché posta spesso, non è appropriata. La paga +per i programmatori non sparirà, semplicemente diminuirà. Quindi la domanda +corretta è: "qualcuno si metterà mai a programmare per un minore incentivo +economico?". La mia esperienza dice che sì, ci si metterà.</p> + +<p> + Per più di dieci anni molti tra i migliori programmatori del mondo hanno +lavorato nel laboratorio di Intelligenza Artificiale per molti meno soldi di +quanti ne avrebbero potuti ricevere in ogni altro posto. Hanno avuto +soddisfazioni non economiche di moltissimi tipi, ad esempio fama e +riconoscenza. E la creatività è anche divertente, un premio di per sé. </p> + +<p> + Poi molti se ne sono andati quando hanno avuto la possibilità di fare lo +stesso interessante lavoro per un mucchio di soldi. </p> + +<p> + Ciò che i fatti mostrano è che la gente programma per altre ragioni che non +siano il denaro; ma se viene data la possibilità di fare la stessa cosa per +un mucchio di soldi, allora cominceranno ad aspettarseli e a richiederli. Le +organizzazioni che pagano poco sono svantaggiate in confronto a quelle che +pagano molto, ma non sarebbero necessariamente in questa posizione se quelle +che pagano molto fossero bandite. </p> + +<p id="desperate"> +<strong>«Abbiamo un disperato bisogno dei programmatori. Se ci +chiedono di smettere di aiutare i nostri vicini dobbiamo +obbedire».</strong></p> + +<p> + Non si è mai così disperati da dover obbedire a questo genere di pretese. +Ricorda: milioni in difesa, ma non un centesimo in tributi [N.d.T.: è una +famosa frase di George Washington]. </p> + +<p id="living"> +<strong>«I programmatori devono guadagnarsi da vivere in qualche +modo».</strong></p> + +<p> + A breve termine è vero. Ma ci sono un'infinità di modi in cui i +programmatori possono guadagnarsi da vivere senza vendere i diritti d'uso +dei programmi. Questo metodo è comune ai giorni nostri perché porta la +maggior quantità di denaro a programmatori e aziende, non perché sia l'unica +strada per guadagnarsi da vivere. È facile trovarne altre se se ne +vogliono trovare. Ecco una serie di esempi.</p> + +<p> + Un produttore che immette sul mercato un nuovo computer pagherà per il +porting dei sistemi operativi sul nuovo hardware. </p> + +<p> + I servizi a pagamento di insegnamento, gestione e manutenzione possono +impiegare dei programmatori. </p> + +<p> + Persone con idee nuove possono distribuire i programmi gratuitamente<a +href="#f7">(9)</a> chiedendo donazioni agli utenti soddisfatti, o vendendo +servizi di gestione. Ho incontrato persone che già lavorano con successo in +questo modo. </p> + +<p> + Utenti con necessità simili possono formare gruppi e pagare. Un gruppo +potrebbe stipulare un contratto con un'impresa di programmazione per +scrivere i programmi che i membri del gruppo vorrebbero usare. </p> + +<p> + Tutti i tipi di sviluppo possono essere finanziati da una Tassa per il +Software:</p> + +<p> + Supponiamo che chiunque compri un computer debba pagare un x per cento del +costo del computer come tassa per il software. Il governo girerebbe questi +fondi ad un'agenzia come la NSF [N.d.T.: più o meno l'equivalente del nostro +CNR] per impiegarli nello sviluppo del software. </p> + +<p> + Ma se l'acquirente fa lui stesso una donazione per lo sviluppo del software, +potrebbe ottenere un credito nei confronti di queste tasse. Potrebbe fare +una donazione ad un progetto di sua scelta -- tipicamente scelto perché +spera di usarne i risultati quando questo verrà completato. Potrebbe +ottenere un credito per ogni donazione fatta, fino al valore totale della +tassa che dovrebbe pagare. </p> + +<p> + Il gettito complessivo di questa tassa potrebbe essere deciso dal voto di +chi la paga, pesato secondo l'ammontare pagato. </p> + +<p> + Le conseguenze:</p> + +<ul> +<li>La comunità degli utenti di computer sosterrebbe lo sviluppo del software.</li> +<li>La comunità sceglierebbe il livello di sostegno necessario.</li> +<li>Gli utenti che fossero interessati a sapere su che progetto vengano spesi i +loro soldi avrebbero la possibilità di gestire personalmente la cosa. </li> +</ul> +<p> + Nel lungo periodo, rendere liberi i programmi è un passo verso l'epoca della +fine del bisogno, quando nessuno sarà obbligato a lavorare molto duramente +solo per guadagnarsi di che vivere. La gente sarà libera di dedicarsi ad +attività divertenti, come programmare, dopo aver passato le dieci ore +settimanali necessarie in compiti come legiferare, fare consulenza +familiare, riparare i robot e prevedere il moto degli asteroidi. Non ci sarà +bisogno di guadagnarsi da vivere con la programmazione.</p> + +<p> + Abbiamo già ridotto moltissimo la quantità di lavoro che la società nel suo +complesso deve fare per ottenere la sua produttività attuale, ma poco di +questo si è tradotto in benessere per i lavoratori perché è necessario +accompagnare l'attività produttiva con molta attività non produttiva. Le +cause principali sono la burocrazia e gli sforzi a tutto campo contro la +concorrenza. Il software libero ridurrà di molto questo drenaggio di risorse +nell'area della produzione del software. Dobbiamo farlo affinché i guadagni +tecnici in produttività si traducano in meno lavoro per noi. </p> + + +<h3 id="footnotes">Note</h3> + +<!-- The anchors do not match the actual footnote numbers because of + revisions over time. And if a new footnote is added, the references + to existing footnotes that follow the new one must be changed. --> +<ol> +<li id="f1">La scelta delle parole è stata poco accurata. L'intenzione era che nessuno +dovesse pagare per il <b>permesso</b> di usare il sistema GNU. Ma le parole +non lo esprimono chiaramente, e la gente le interpreta spesso come +asserzione che GNU debba sempre essere distribuito in forma gratuita o a +basso prezzo. Non è mai stato questo l'intento; più oltre il manifesto parla +della possibile esistenza di aziende che forniscano il servizio di +distribuzione a scopo di lucro. Di conseguenza ho imparato a distinguere +tra "free" nel senso di libero e "free" nel senso di gratuito. Il software +libero è il software che gli utenti sono liberi di distribuire e +modificare. Alcuni lo avranno gratuitamente, altri dovranno pagare per +ottenere le loro copie, e se dei finanziamenti aiutano a migliorare il +software tanto meglio. La cosa importante è che chiunque ne abbia una copia +sia libero di cooperare con altri nell'usarlo.</li> + +<li id="f2a">L'espressione originale «give away» (qui tradotta con +«distribuire») è un'altra indicazione che non era ancora stato +chiaramente separato il problema del prezzo da quello della libertà. Per +ulteriori spiegazioni vedere la pagina sui <a +href="/philosophy/words-to-avoid.html#GiveAwaySoftware"> termini da +evitare</a>.</li> + +<li id="f2">Questo è un altro punto dove non sono riuscito a distinguere chiaramente tra +i due significati di «free». La frase, così com'è, non è falsa, +si possono ottenere gratuitamente copie del software GNU, o dagli amici o +attraverso la rete. Ma in effetti suggerisce un'idea sbagliata.</li> + +<li id="f3">Oggi esistono effettivamente molte ditte di questo tipo.</li> + +<li id="f4">Benché sia una no-profit e non un'azienda, la Free Software Foundation per +10 anni ha raccolto la maggior parte dei suoi fondi grazie alla +distribuzione di software e materiale. È possibile <a +href="/order/order.html">ordinare materiale dalla FSF</a> per sostenere il +suo lavoro. +</li> + +<li id="f5">Un gruppo di aziende decise, intorno al 1991, di mettere insieme fondi per +contribuire alla manutenzione del compilatore C di GNU.</li> + +<li id="f8">Penso di avere sbagliato a dire che il software proprietario era il modo più +semplice di ricavare denaro dal software. In realtà, il modello di business +più comune era, ed è tuttora, lo sviluppo di software personalizzato; questo +modello non dà la possibilità di vivere di rendite fisse, quindi l'azienda +deve effettivamente lavorare per guadagnare. L'economia legata allo sviluppo +di software personalizzato continuerebbe ad esistere, più o meno immutata, +anche in un mondo che usasse solo software libero, quindi non ritengo più +che la maggior parte dei programmatori pagati guadagnerebbero meno in quella +situazione.</li> + +<li id="f6">Negli anni Ottanta non avevo ancora capito quanti problemi fossero legati al +termine “proprietà intellettuale”. Quel termine è chiaramente +di parte, e inoltre raggruppa insieme varie leggi diverse che presentano +problemi molto diversi. Oggi consiglio a tutti di evitare il termine +“proprietà intellettuale”, se non altro perché dà l'impressione +che quelle leggi siano legate tra loro in qualche forma coerente: dobbiamo +essere chiari e parlare separatamente di brevetti, copyright e marchi +registrati. Sono disponibili <a href="/philosophy/not-ipr.html">ulteriori +informazioni</a> su come questo termine diffonda confusione e parzialità di +giudizio.</li> + +<li id="f7">In seguito abbiamo imparato a distinguere tra “software libero” +(NdT: in inglese, “free software”) e “freeware”. Il +termine “freeware” significa software che si può liberamente +redistribuire, ma che in generale non permette studio e modifica del codice +sorgente e non è pertanto software libero. Si veda l'articolo sui <a +href="/philosophy/words-to-avoid.html#Freeware">termini da evitare</a> per +ulteriori informazioni.</li> + +</ol> + +<div class="translators-notes"> + +<!--TRANSLATORS: Use space (SPC) as msgstr if you don't have notes.--> + </div> +</div> + +<!-- for id="content", starts in the include above --> +<!--#include virtual="/server/footer.it.html" --> +<div id="footer"> +<div class="unprintable"> + +<p>Per informazioni su FSF e GNU rivolgetevi, possibilmente in inglese, a <a +href="mailto:gnu@gnu.org"><gnu@gnu.org></a>. Ci sono anche <a +href="/contact/">altri modi di contattare</a> la FSF. Inviate segnalazioni +di link non funzionanti e altri suggerimenti relativi alle pagine web a <a +href="mailto:webmasters@gnu.org"><webmasters@gnu.org></a>.</p> + +<p> +<!-- TRANSLATORS: Ignore the original text in this paragraph, + replace it with the translation of these two: + + We work hard and do our best to provide accurate, good quality + translations. However, we are not exempt from imperfection. + Please send your comments and general suggestions in this regard + to <a href="mailto:web-translators@gnu.org"> + + <web-translators@gnu.org></a>.</p> + + <p>For information on coordinating and submitting translations of + our web pages, see <a + href="/server/standards/README.translations.html">Translations + README</a>. --> +Le traduzioni italiane sono effettuate ponendo la massima attenzione ai +dettagli e alla qualità, ma a volte potrebbero contenere imperfezioni. Se ne +riscontrate, inviate i vostri commenti e suggerimenti riguardo le traduzioni +a <a +href="mailto:web-translators@gnu.org"><web-translators@gnu.org></a> +oppure contattate direttamente il <a +href="http://savannah.gnu.org/projects/www-it/">gruppo dei traduttori +italiani</a>.<br/>Per informazioni su come gestire e inviare traduzioni +delle nostre pagine web consultate la <a +href="/server/standards/README.translations.html">Guida alle traduzioni</a>.</p> +</div> + +<!-- Regarding copyright, in general, standalone pages (as opposed to + files generated as part of manuals) on the GNU web server should + be under CC BY-ND 4.0. Please do NOT change or remove this + without talking with the webmasters or licensing team first. + Please make sure the copyright date is consistent with the + document. For web pages, it is ok to list just the latest year the + document was modified, or published. + + If you wish to list earlier years, that is ok too. + Either "2001, 2002, 2003" or "2001-2003" are ok for specifying + years, as long as each year in the range is in fact a copyrightable + year, i.e., a year in which the document was published (including + being publicly visible on the web or in a revision control system). + + There is more detail about copyright years in the GNU Maintainers + Information document, www.gnu.org/prep/maintain. --> +<p>Copyright © 1985, 1993, 2003, 2005, 2007, 2008, 2009, 2010, 2014, 2015 +Free Software Foundation, Inc.</p> + +<p> +Chiunque è autorizzato a fare o distribuire copie letterali di questo +documento, con qualsiasi mezzo, a condizione che siano riprodotte la nota +sul copyright e la nota di autorizzazione, e che il distributore conceda al +destinatario l'autorizzazione di ridistribuirlo a sua volta alle condizioni +permesse da questa nota. +<br /> +Non sono consentite versioni modificate. +</p> + +<!--#include virtual="/server/bottom-notes.it.html" --> +<div class="translators-credits"> + +<!--TRANSLATORS: Use space (SPC) as msgstr if you don't want credits.--> +Tradotto originariamente da Gian Uberto Lauri. Modifiche successive di +Francesco Potortì, Alessandro Rubini, Giorgio V. Felchero, Paola Blason, +Andrea Pescetti, Valerio Bozzolan.</div> + +<p class="unprintable"><!-- timestamp start --> +Ultimo aggiornamento: + +$Date: 2016/04/11 14:27:39 $ + +<!-- timestamp end --> +</p> +</div> +</div> +</body> +</html> |