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+<title>Diritto d'autore e globalizzazione nell'era delle reti informatiche -
+Progetto GNU - Free Software Foundation</title>
+
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+<h2>Diritto d'autore e globalizzazione nell'era delle reti informatiche</h2>
+
+<p>
+<i>Ciò che segue è la trascrizione di un intervento al <abbr
+title="Massachusetts Institute of Technology">MIT</abbr> nel Forum sulla
+comunicazione di giovedì 19 aprile 2001 dalle 5:00 pm alle 7:00 pm</i></p>
+
+<p>
+<b>DAVID THORBURN, moderatore</b>: Il nostro relatore di oggi, Richard
+Stallman, è una figura leggendaria nel mondo informatico, e la mia
+esperienza nel cercare di trovare un correlatore per condividere il podio
+con lui è stata istruttiva. Un distinto professore del <abbr>MIT</abbr> mi
+ha detto che Stallman deve essere visto come una figura carismatica in una
+parabola biblica - un tipo di aneddoto-lezione del Vecchio Testamento.
+"Immagini", mi ha detto "un Mosè o un Geremia - meglio un Geremia". E io ho
+detto, "Bene, davvero ammirevole".</p>
+<p>
+Suona meraviglioso. Conferma la mia sensazione sul tipo di contributo che ha
+dato al mondo. Allora perché è riluttante a dividere il podio con lui?" La
+sua risposta: "Come Geremia o Mosè, semplicemente ne sarei sopraffatto. Non
+terrò un discorso insieme a lui, ma se mi avesse chiesto di nominare cinque
+persone viventi nel mondo che hanno veramente aiutato tutti noi, Richard
+Stallman sarebbe uno di essi."</p>
+<p>
+<b>RICHARD STALLMAN</b>: Dovrei [iniziare spiegando perché ho rifiutato di
+permettere che questo Forum fosse trasmesso sul web], nel caso non fosse
+pienamente chiaro qual è il problema: il software che usano per la
+trasmissione sul web richiede che l'utente scarichi del software per poter
+ricevere la trasmissione. Questo software non è software libero. È
+disponibile a costo zero ma solo come eseguibile, cioè una misteriosa serie
+di numeri.</p>
+<p>
+Ciò che fa è segreto. Non lo si può studiare; non lo si può modificare; e
+certamente non se ne può pubblicare una versione modificata. E queste sono
+tra le libertà essenziali incluse nella definizione di "software libero".</p>
+<p>
+Così, se devo essere un onesto sostenitore del software libero, non posso
+andare in giro a fare discorsi e poi spingere le persone ad usare software
+non libero. Nuocerei alla mia stessa causa. E se non mostro di prendere i
+miei principi sul serio, non posso aspettarmi che altri li prendano sul
+serio.</p>
+<p>
+Comunque, questo discorso non riguarda il software libero. Dopo che ho
+lavorato al movimento per il software libero per vari anni e si è
+incominciato ad usare alcuni pezzi del sistema operativo GNU, ho cominciato
+ad essere invitato a tenere discorsi [nei quali] . . . il pubblico iniziava
+a chiedermi: "Bene, come si generalizzano le idee sulla libertà per gli
+utenti del software ad altri tipi di cose?"</p>
+<p>
+E, naturalmente, facevano domande stupide come, "Bene, dovrebbe essere
+libero l'hardware?" "Dovrebbe essere libero questo microfono?"</p>
+<p>
+Bene, che significa questo? Si dovrebbe essere liberi di copiarlo e
+modificarlo? Bene, per modificarlo, se si compra il microfono, nessuno ci
+impedirà di modificarlo. E per copiarlo, nessuno ha una copiatrice di
+microfoni. Al di fuori di "Star Trek", queste cose non esistono. Forse un
+giorno ci saranno analizzatori ed assemblatori nanotecnologici, e sarà
+realmente possibile copiare un oggetto fisico, e allora il problema del se
+si è liberi di farlo o meno comincerà ad essere davvero importante. Vedremo
+aziende agricole che cercheranno di impedire alle persone di copiare il
+cibo, e questo diventerà un problema politico importante, se mai esisterà
+questa capacità tecnologica. Non so se succederà; è solo speculazione a
+questo punto.</p>
+<p>
+Ma per altri tipi di informazioni, si può sollevare il problema perché ogni
+tipo di informazione che può essere memorizzata su un computer,
+presumibilmente, può essere copiata e modificata. Così i problemi etici del
+software libero, i problemi del diritto di un utente di copiare e modificare
+il software, sono gli stessi per altri tipi di informazioni pubblicate. Ora
+non parlo delle informazioni private, diciamo, le informazioni personali,
+che non devono essere mai rese disponibili al pubblico. Parlo dei diritti
+che si devono avere se si ottengono copie di cose pubblicate dove non si
+riscontrino tentativi di tenerle segrete.</p>
+<p>
+Per spiegare le mie idee in materia, vorrei rivedere la storia della
+distribuzione delle informazioni e del diritto d'autore. Nel mondo antico, i
+libri erano scritti a mano con una penna, e chiunque sapesse leggere e
+scrivere poteva copiare un libro efficacemente come chiunque altro. Ora
+qualcuno che lo facesse tutto il giorno, probabilmente, aveva imparato a
+farlo meglio, ma non c'era una differenza sostanziale. E poiché le copie
+erano fatte una per volta, non c'era un'economia di scala. Fare dieci copie
+richiedeva dieci volte il tempo che ci voleva per fare una copia. Non c'era
+inoltre niente che imponesse una centralizzazione; un libro poteva essere
+copiato ovunque.</p>
+<p>
+Ora a causa di questa tecnologia, poiché non imponeva che le copie fossero
+identiche, non c'era nel mondo antico la stessa differenza sostanziale tra
+copiare un libro e scrivere un libro. Ci sono cose nel mezzo che avevano
+senso. Capivano l'idea di un autore. Sapevano, diciamo, che una certa
+commedia era stata scritta da Sofocle, ma tra scrivere un libro e copiare un
+libro, c'erano altre cose utili che si potevano fare. Per esempio, si poteva
+copiare parte di un libro, poi scrivere alcune nuove parole, copiare ancora
+e scrivere alcune nuove parole e così via. Questo era detto "scrivere un
+commentario" -- era una cosa comune da fare - e questi commentari erano
+apprezzati.</p>
+<p>
+Si poteva anche copiare un passaggio da un libro, poi scrivere altre parole,
+e copiare un passaggio da un altro libro e scrivere ancora e così via, e
+questo era fare un compendio. Anche i compendi erano molto utili. Ci sono
+opere che sono andate perdute, ma parti di esse sono sopravvissute se erano
+citate in altri libri che hanno avuto più popolarità dell'originale. Forse
+si sono copiate le parti più interessanti, e così se ne sono fatte molte
+copie, ma non ci si è preoccupati di copiare l'originale, perché non era
+abbastanza interessante.</p>
+<p>
+Ora per quanto posso dire, non c'erano cose come il diritto d'autore nel
+mondo antico. Chiunque volesse copiare un libro poteva copiare il libro. Più
+avanti, è stata sviluppata la stampa e i libri hanno iniziato ad essere
+stampati. Ora la stampa non è stata solo un miglioramento quantitativo per
+copiare agevolmente. Ha influenzato i diversi tipi di copia in modo diverso
+perché ha introdotto una certa economia di scala. Era necessario molto
+lavoro per impostare la macchina tipografica e molto meno lavoro per fare
+molte copie identiche della pagina. Così il risultato è stato che copiare i
+libri incominciò a diventare un'attività centralizzata di produzione di
+massa. Le copie di un determinato libro probabilmente saranno state fatte
+solo in alcuni luoghi.</p>
+<p>
+Significava inoltre che i lettori normali non potevano copiare i libri
+efficacemente. Solo se si aveva una macchina per la stampa lo si poteva
+fare: era un'attività industriale.</p>
+<p>
+Ora per i primi secoli della stampa, i libri stampati non hanno sostituito
+totalmente le copie fatte a mano. Venivano ancora fatte copie a mano dei
+libri, a volte dai ricchi e a volte dai poveri. I ricchi lo facevano per
+avere una copia particolarmente bella che avrebbe dimostrato quanto erano
+ricchi, e i poveri lo facevano perché forse non avevano abbastanza soldi per
+comprare una copia stampata, ma avevano tempo di copiare un libro a
+mano. Come dice la canzone, "Il tempo non è denaro quando tutto ciò che hai
+è il tempo".</p>
+<p>
+Così le copie a mano si facevano ancora. Credo che sia stato nel 1800 che la
+stampa è diventata in realtà abbastanza economica che anche i poveri si
+potevano permettere libri stampati se sapevano leggere.</p>
+<p>
+Ora il diritto d'autore si è sviluppato insieme all'uso della stampa e data
+la tecnologia della stampa, ha avuto l'effetto di una regolamentazione
+industriale. Non limitava ciò che potevano fare i lettori; limitava ciò che
+potevano fare gli editori e gli autori. Il diritto d'autore in Inghilterra è
+stato inizialmente una forma di censura. Si doveva avere il permesso del
+governo per pubblicare il libro. Ma l'idea è cambiata. Al tempo della
+Costituzione Americana, si giunse ad un'idea diversa del fine del diritto
+d'autore, e credo che quell'idea sia stata accettata anche in Inghilterra.</p>
+<p>
+Per la Costituzione Americana fu proposto che gli autori dovevano avere un
+diritto d'autore, un monopolio sulla copia dei loro libri. Questa proposta
+fu respinta. Invece, fu adottata una proposta fondamentalmente diversa e
+cioè che, per promuovere il progresso, il Congresso poteva stabilire
+eventualmente un sistema di diritti d'autore che avrebbe creato questi
+monopoli. Così i monopoli, secondo la Costituzione Americana, non esistono
+per il bene di chi li possiede; esistono per promuovere il progresso della
+scienza. I monopoli sono concessi agli autori come un modo per modificare il
+loro comportamento affinché facciano qualcosa che sia utile al pubblico.</p>
+<p>
+Così l'obiettivo è avere più libri scritti e pubblicati che altri possano
+poi leggere. E si ritiene che questo contribuisca ad una maggiore attività
+letteraria, a scrivere maggiormente di scienza e di altri campi, e che la
+società impari attraverso questo. Questo è il fine che deve essere
+perseguito. La creazione di monopoli privati è stata solo un mezzo per
+giungere ad un fine, e il fine è un fine pubblico.</p>
+<p>
+Ora il diritto d'autore nell'era della stampa era praticamente indolore
+perché era una regolamentazione industriale. Limitava solo le attività degli
+editori e degli autori. Bene, in senso stretto, anche i poveri che copiavano
+i libri a mano potevano infrangere il diritto d'autore. Ma nessuno cercò mai
+di imporre il diritto d'autore contro di essi perché fu considerato una
+regolamentazione industriale.</p>
+<p>
+Il diritto d'autore nell'era della stampa era anche facile da imporre perché
+doveva essere imposto solo dove c'era un editore, e gli editori, per natura,
+si facevano conoscere. Se si cerca di vendere libri, si deve dire al
+pubblico dove andare a comprarli. Non si deve andare nelle case di tutti ad
+imporre il diritto d'autore.</p>
+<p>
+E, infine, il diritto d'autore può essere stato un sistema benefico in quel
+contesto. Il diritto d'autore in America è considerato dagli studiosi di
+legge un patto tra il pubblico e gli autori. Il pubblico scambia alcuni dei
+suoi naturali diritti di fare copie, e in cambio ottiene il beneficio di
+avere più libri scritti e pubblicati.</p>
+<p>
+Ora, è un patto vantaggioso? Bene, quando il pubblico non può fare copie
+perché queste possono essere fatte efficacemente solo con macchine per la
+stampa - e la maggior parte delle persone non ha macchine per la stampa - il
+risultato è che il pubblico sta scambiando una libertà che non può
+esercitare, una libertà che non è di nessun valore pratico. Perciò se si
+possiede qualcosa che non è di primaria importanza nella propria vita ed è
+inutile, e si ha la possibilità di scambiarla per qualcos'altro di qualunque
+valore, ci si guadagna. Così è per questo che il diritto d'autore può essere
+stato un patto vantaggioso per il pubblico in quel tempo.</p>
+<p>
+Ma il contesto sta cambiando, e questo deve cambiare la nostra valutazione
+etica del diritto d'autore. Ora i principi fondamentali dell'etica non sono
+modificati dai progressi nella tecnologia; sono troppo fondamentali per
+essere toccati da simili contingenze. Ma le nostre decisioni su una
+determinata questione dipendono dalle conseguenze delle alternative
+disponibili, e le conseguenze di una data scelta possono cambiare quando
+cambia il contesto. Questo è ciò che succede nell'area della legge sul
+diritto d'autore perché l'era della stampa è giunta alla fine, lasciando
+gradualmente spazio all'era delle reti informatiche.</p>
+<p>
+Le reti informatiche e le tecnologie dell'informazione digitale ci riportano
+ad un mondo più simile al mondo antico dove chiunque sapesse leggere ed
+usare le informazioni poteva anche copiarle e poteva fare copie facilmente
+come poteva farle chiunque altro. Esse sono copie perfette e sono valide
+quanto le copie che potrebbe fare chiunque altro. Così la centralizzazione e
+l'economia di scala introdotta dalla stampa e da simili tecnologie se ne sta
+andando.</p>
+<p>
+E questo cambiamento nel contesto generale cambia il modo in cui funziona la
+legge sul diritto d'autore. Vedete, la legge sul diritto d'autore non ha più
+una funzione di regolamentazione dell'industria: è diventata una restrizione
+draconiana imposta al pubblico. Tale legge voleva originariamente essere una
+restrizione imposta agli editori a favore degli autori; oggi, all'atto
+pratico, è una restrizione imposta al pubblico a favore degli editori. Una
+volta il diritto d'autore era una pratica relativamente priva di effetti
+negativi, che non suscitava discussioni, e non costituiva una limitazione
+per il pubblico; ora ciò non è più vero. Se possedete un computer,
+l'interesse primario degli editori è di imporvi delle restrizioni. Il
+diritto d'autore una volta era facile da far rispettare perché era una
+restrizione solo per gli editori, e questi ultimi erano semplici da trovare
+ed era facile esaminare ciò che pubblicavano. Ora il diritto d'autore è una
+restrizione su tutti voi; imporne il rispetto richiede sorveglianza - di
+fatto un'intrusione - e pesanti pene, e stiamo vedendo l'introduzione di
+queste misure nelle leggi degli Stati Uniti e di altri paesi.</p>
+<p>
+Il diritto d'autore era effettivamente uno scambio vantaggioso per il
+pubblico perché quest'ultimo dava in cambio delle libertà che di fatto non
+poteva esercitare. Bene, ora il pubblico può farlo. Cosa fate se avete un
+sottoprodotto che una volta non vi serviva, eravate abituati a scambiarlo e
+improvvisamente ne scoprite un uso? Potete consumarlo o utilizzarlo. Cosa
+farete effettivamente? Non lo scambiate affatto, ma ne tenete almeno una
+parte. E questo è ciò che il pubblico vorrebbe ovviamente fare.
+È ciò che il pubblico fa ogniqualvolta gli viene data voce per esprimere la
+propria preferenza, detiene una parte della propria libertà e la
+esercita. Napster, in cui il pubblico decide di esercitare la libertà di
+copia invece di rinunciarvi, è un grande esempio di questo principio. La
+cosa naturale da farsi per rendere la normativa sul diritto d'autore adatta
+alla situazione odierna è ridurre l'ammontare di potere nelle mani dei
+detentori del diritto d'autore, ridurre la quantità di restrizioni che essi
+impongono al pubblico, e aumentare la libertà che il pubblico detiene.</p>
+<p>
+Ma questo non è quello che vogliono gli editori: ciò che vogliono è
+esattamente l'opposto. Gli editori intendono aumentare i poteri del diritto
+d'autore sino al punto in cui essi possano controllare rigidamente tutti gli
+usi delle informazioni. Ciò ha portato a delle leggi che concedono un
+aumento di potere senza precedenti per i detentori del diritto d'autore. Le
+libertà che il pubblico era solito possedere nell'era della carta stampata
+vengono via via sottratte.</p>
+<p>
+Ad esempio, guardiamo gli e-book, tremendamente di moda oggi: è veramente
+difficile non venirne in contatto. Ho preso un aereo mentre ero in Brasile e
+nella rivista a bordo c'era un articolo che prevedeva che entro 10 o 20 anni
+saremmo tutti passati agli e-book. Chiaramente, questo tipo di campagna
+pubblicitaria è pagata da qualcuno; perché? Io penso di saperlo. La ragione
+è che gli e-book costituiscono l'opportunità per togliere alcune delle
+libertà che i lettori della carta stampata hanno sempre avuto e continuano
+ad avere - la libertà, per esempio, di prestare un libro ad un amico, o di
+prenderlo a prestito da una biblioteca pubblica, o di venderne una copia ad
+un negozio di libri usati, o di comprarne una copia in modo anonimo e senza
+dover inserire un record in un database contenente i dati di chi ha comprato
+quel particolare libro. E forse persino il diritto di leggerlo due volte.</p>
+<p>
+Sono queste le libertà che gli editori vorrebbero sottrarre, ma non possono
+farlo per i libri stampati perché sarebbe una presa di potere troppo ovvia e
+provocherebbe una reazione generalizzata. E così hanno trovato una strategia
+indiretta: prima di tutto, ottengono che la legislazione elimini questi
+diritti per gli e-book quando non ci sono e-book; e così non c'è alcuna
+controversia. Non esistono lettori di e-book che difenderanno le libertà a
+cui erano abituati: e questo obiettivo è stato ottenuto con il Digital
+Millenium Copyright Act del 1998. Quindi sono stati introdotti gli e-book,
+di modo che gradualmente tutti cominciassero ad usarli, e il risultato
+finale è che i lettori hanno perso le libertà di cui sopra senza che ci sia
+stato un preciso momento in cui quelle libertà siano state sottratte e si
+potesse combattere per riottenerle.</p>
+<p>
+Allo stesso tempo si possono osservare tentativi per privare le persone
+delle loro libertà nell'uso di altri tipi di opere pubblicate. Per esempio,
+i film su DVD vengono cifrati in un formato che una volta era segreto - era
+stato progettato per essere segreto - e l'unico modo per farsi dire dalle
+compagnie cinematografiche il metodo di cifratura, in modo da poter
+costruire dei lettori DVD, era firmare un contratto che obbligava a
+implementare determinate restrizioni nel lettore; con il risultato che il
+pubblico non avrebbe potuto esercitare i propri diritti legali. A un certo
+punto alcuni programmatori europei scoprirono il formato dei DVD e scrissero
+un programma libero per leggerli. Ciò rese possibile utilizzare software
+libero e GNU/Linux per guardare un DVD regolarmente acquistato, il che è una
+cosa assolutamente legittima. Sarebbe giusto poterlo fare con software
+libero.</p>
+<p>
+Ma le società cinematografiche non erano d'accordo, e portarono la questione
+in tribunale. Sapete, le società cinematografiche una volta producevano un
+sacco di film con scienziati pazzi e gente che diceva loro "dottore, ci sono
+alcune cose che l'Uomo non dovrebbe conoscere". Probabilmente queste società
+hanno visto troppi dei loro film e sono giunte alla conclusione che il
+formato dei DVD era qualcosa che l'Uomo non doveva conoscere, e sono
+riuscite ad ottenere una sentenza di censura totale sul software usato per
+leggere i DVD. Persino inserire un collegamento ad un sito fuori dagli Stati
+Uniti, dove le informazioni relative siano legalmente disponibili, è stato
+proibito. La sentenza è già stata portata in appello; io ho firmato in tale
+occasione una memoria come sostenitore ("friend-of-the-court brief"), e ne
+sono orgoglioso, anche se in effetti sto giocando un ruolo piuttosto piccolo
+in questa battaglia.</p>
+<p>
+Il governo degli Stati Uniti è intervenuto direttamente a sostegno della
+parte avversa, il che non è sorprendente se si considera il motivo per cui
+il Digital Millennium Copyright Act è stato approvato in prima istanza. La
+ragione risiede nel sistema di finanziamento delle campagne elettorali che
+abbiamo qui negli Stati Uniti, cioè essenzialmente una corruzione
+legalizzata in cui i candidati vengono comprati dalle imprese prima ancora
+di essere eletti. E, ovviamente, sanno bene chi sono i loro padroni - sanno
+per chi stanno lavorando - e approvano le leggi che danno maggior potere
+alle imprese.</p>
+<p>
+Non sappiamo cosa succederà alla fine di questa battaglia. Ma nel frattempo
+l'Australia ha approvato una legge simile e anche l'Europa sta per farlo; il
+piano è di non lasciare alcun posto a questo mondo dove queste informazioni
+siano disponibili. Gli Stati Uniti rimangono comunque in prima posizione nel
+cercare di impedire al pubblico di distribuire informazioni che siano state
+pubblicate.</p>
+<p>
+Gli Stati Uniti non sono tuttavia il primo paese per cui ciò rappresenti una
+priorità: anche per l'Unione Sovietica era molto importante. Lì fare copie
+non autorizzate e ridistribuirle era noto come Samizdat e per debellare
+questo fenomeno fu sviluppata una serie di metodi: prima di tutto, guardie
+vicino ad ogni dispositivo di copia, per controllare cosa venisse copiato e
+per impedire copie vietate. Secondo, dure punizioni per chiunque fosse
+sorpreso con copie illecite: si poteva essere spediti in Siberia. Terzo,
+incoraggiare i delatori, chiedendo a tutti di spiare i propri vicini e
+colleghi e riferire alla polizia. Quarto, responsabilità collettiva - Tu! Tu
+sei responsabile per quel gruppo di persone! Se becco uno qualsiasi di loro
+con copie illegali, in prigione ci vai tu. Quindi, è meglio se li controlli
+bene. E, quinto, propaganda, a partire dall'infanzia, per convincere tutti
+che solo un tremendo nemico del popolo farebbe queste copie illecite.</p>
+<p>
+Gli Stati Uniti stanno utilizzando tutti questi metodi. Prima di tutto,
+persone a guardia dei dispositivi di copia. Nelle copisterie ci sono guardie
+umane per controllare cosa si copia; ma per controllare cosa si copia nel
+proprio computer gli esseri umani sarebbero troppo dispendiosi; il lavoro
+umano è troppo costoso. E quindi ci sono robot a guardia: è questo lo scopo
+del Digital Millennium Copyright Act. L'unico modo per accedere a certi dati
+è inserire un particolare software, che vi impedisce di copiare quegli
+stessi dati, nel vostro computer.</p>
+<p>
+Esiste un piano per introdurre questo software all'interno di ogni hard
+disk, e in questo modo potreste trovarvi dei file all'interno del vostro
+hard disk a cui non potete accedere a meno di ottenere il permesso da un
+qualche server di rete. E cercare di aggirare questo software o persino dire
+ad altre persone come aggirarlo costituisce un crimine.</p>
+<p>
+Secondo, punizioni dure. Alcuni anni fa, copiare qualcosa e darla ad un
+amico senza fini di lucro non costituiva un reato: non lo era mai stato
+negli Stati Uniti. Dopodiché venne reso un crimine, e si può essere
+incarcerati solo per aver condiviso qualcosa con un proprio vicino.</p>
+<p>
+Terzo, informatori. Beh, avrete visto le pubblicità in TV e nella
+metropolitana di Boston che spingevano a denunciare i propri colleghi alla
+polizia dell'informazione, ufficialmente nota come Software Publishers
+Association.</p>
+<p>
+Quarto, responsabilità collettiva. Negli Stati Uniti ciò è stato fatto
+cooptando gli ISP, rendendoli legalmente responsabili per tutto ciò che i
+loro utenti inviano su Internet. L'unico modo che hanno per non essere
+considerati responsabili è applicare una procedura non modificabile per
+disconnettere l'utente o rimuovere l'informazione inviata entro due
+settimane da un reclamo. Solo qualche giorno fa ho sentito che un sito di
+protesta contro alcune politiche negative di City Bank è stato eliminato in
+questo modo. Oggigiorno, non si fa nemmeno in tempo ad arrivare in
+tribunale: il vostro sito viene semplicemente eliminato.</p>
+<p>
+Ed infine la propaganda, che comincia dall'infanzia: è a questo scopo che
+viene usato il termine "pirata". Se ci pensate, qualche anno fa il termine
+"pirata" era utilizzato per definire gli editori che non pagavano gli
+autori. Ora il significato è completamente cambiato. Ora viene applicato a
+membri del pubblico che sfuggono dal controllo degli editori. Viene usato
+per convincere le persone che solo un nemico del popolo farebbe delle copie
+illegali. Il termine trasmette il messaggio che "condividere qualcosa con un
+vostro simile è moralmente equivalente ad attaccare una nave". Spero che non
+siate d'accordo con questa frase e se non lo siete spero che vi rifiuterete
+di utilizzare la parola con questo significato.</p>
+<p>
+E così gli editori stanno acquistando delle leggi che diano loro maggiori
+poteri. Inoltre, stanno anche aumentando la durata del diritto d'autore. La
+Costituzione degli Stati Uniti dice che il diritto d'autore deve rimanere
+valido per un periodo di tempo limitato, ma gli editori vogliono che esso
+duri per sempre. Tuttavia ottenere una modifica costituzionale sarebbe
+piuttosto difficile, e così hanno trovato un modo più facile per ottenere lo
+stesso risultato. Ogni 20 anni si estende in maniera retroattiva il diritto
+d'autore di 20 anni. E così il risultato è che ad ogni istante il diritto
+d'autore dura nominalmente per un certo periodo ed ogni dato diritto
+d'autore ad un certo momento terminerà. Ma quel termine non verrà mai
+raggiunto perché ogni diritto d'autore sarà esteso di 20 anni ogni 20 anni:
+e così nessuna opera verrà mai lasciata al dominio pubblico. Questa pratica
+è stata chiamata "copyright perpetuo rateizzato".</p>
+<p>
+La legge del 1998 che estende il diritto d'autore di 20 anni è nota come il
+"Mickey Mouse Copyright Extension Act" perché uno dei principali sponsor
+della legge fu la Disney. La Disney capì che il diritto d'autore su Topolino
+stava per scadere, e questo è qualcosa che voleva assolutamente evitare,
+perché quel diritto d'autore è fonte di grossi introiti.</p>
+<p>
+In effetti il titolo di questo intervento doveva essere "Diritto d'autore e
+Globalizzazione". Ciò che si può vedere osservando la globalizzazione è che
+essa consiste in una serie di politiche portate avanti nel nome
+dell'efficienza economica tramite i cosiddetti accordi per il libero
+commercio, che in realtà sono pensati per dare potere alle imprese a scapito
+delle leggi e della politica. Non c'entrano niente con il libero scambio, ma
+piuttosto con un trasferimento di potere: togliere il potere decisionale e
+legislativo ai cittadini di un qualsiasi Paese, che potrebbero
+plausibilmente tenere in considerazione i propri interessi, e attribuirlo
+alle imprese, che non terranno nella minima considerazione l'interesse di
+quei cittadini.</p>
+<p>
+Dal loro punto di vista, è la democrazia ad essere un problema e questi
+accordi sono stipulati per porvi fine. Ad esempio, il <abbr title="North
+American Free Trade Agreement">NAFTA</abbr> contiene dei provvedimenti che,
+a mio avviso, consentono alle compagnie di querelare un altro governo per
+sbarazzarsi di una legge che ritengono contrasti con i loro profitti in quel
+Paese. Così, una compagnia straniera ha più potere dei cittadini di una
+nazione.</p>
+<p>
+Sono in atto tentativi per estendere tutto ciò oltre il NAFTA. Ad esempio,
+questo è uno degli scopi della così detta "area del libero scambio delle
+Americhe", estendere questo principio a tutti i Paesi sudamericani e
+caraibici, e l'accordo multilaterale sugli investimenti doveva estenderlo a
+tutto il mondo.</p>
+<p>
+Una cosa che si è vista negli anni 90 è che questi accordi hanno cominciato
+ad imporre il diritto d'autore in tutto il mondo, in maniera sempre più
+forte e restrittiva. Questi trattati non sono accordi per il libero
+scambio. Sono in realtà accordi commerciali che vengono utilizzati per dare
+alle aziende il controllo sul commercio in tutto il mondo, in modo da
+eliminare il libero scambio.</p>
+<p>
+Quando nel 1800 gli Stati Uniti erano un paese in via di sviluppo, lo stato
+non riconosceva i diritti d'autore stranieri. Questa fu una decisione presa
+con attenzione, e fu una decisione intelligente. Si convenne che, per gli
+Stati Uniti, il riconoscere quei diritti sarebbe stato semplicemente
+svantaggioso e che avrebbe spillato denaro senza essere particolarmente
+utile.</p>
+<p>
+Oggi si dovrebbe applicare la stessa logica ai Paesi in via di sviluppo, ma
+gli Stati Uniti hanno potere a sufficienza per costringerli ad andare contro
+i loro stessi interessi. In realtà è un errore parlare degli interessi delle
+nazioni in questo contesto. Infatti, sono sicuro che la maggior parte di voi
+abbia sentito dell'errore nel cercare di giudicare l'interesse pubblico come
+somma della ricchezza di ciascuno. Se gli americani che lavorano perdessero
+un miliardo di dollari e Bill Gates ne guadagnasse due, gli americani
+sarebbero in generale più ricchi? Questo sarebbe un bene per l'America? Se
+si guarda solo al totale, sembra lo sia. Tuttavia, questo esempio mostra in
+realtà che guardare al totale è il modo sbagliato di giudicare, poiché Bill
+Gates non ha alcun bisogno di altri due miliardi di dollari, ma la perdita
+di un miliardo di dollari da parte di chi non ha altrettanto da cui partire
+può essere dolorosa.
+Dunque, in una discussione su uno di questi trattati commerciali, quando si
+sente qualcuno parlare degli interessi di questa o quella nazione, quello
+che sta facendo, a proposito di quella nazione, è sommare le entrate di
+tutti. I ricchi vengono sommati ai poveri. È solo una scusa per mettere in
+atto lo stesso inganno in modo da far sì che si ignori l'effetto sulla
+distribuzione delle ricchezze all'interno del Paese e se gli accordi la
+renderanno più ineguale, come è accaduto negli Stati Uniti.</p>
+<p>
+In questo modo non è l'interesse degli Stati Uniti a giovarsi
+dell'inasprimento delle norme sul diritto d'autore in tutto il mondo. È solo
+quello di alcuni imprenditori, molti dei quali vivono in quel paese, mentre
+altre risiedono altrove. Ciò non favorisce in alcun modo l'interesse
+pubblico.</p>
+<p>
+Ma cosa ha senso fare? Se crediamo nello scopo del diritto d'autore, come
+scritto ad esempio nella Costituzione degli Stati Uniti, cioè quello di
+promuovere il progresso, quali sarebbero le linee politiche intelligenti da
+seguire nell'era delle reti informatiche? Chiaramente, invece di aumentare i
+poteri del diritto d'autore, dovremmo ridimensionarli in modo da dare al
+pubblico un certo grado di libertà, in base il quale si possa far uso dei
+benefici della tecnologia digitale e delle reti informatiche. Ma fino a che
+punto si deve arrivare? È una domanda interessante, poiché non credo che sia
+necessario abolire totalmente il diritto d'autore.
+L'idea di scambiare alcune libertà per un maggior progresso sarebbe
+vantaggiosa ad un certo livello, anche se il diritto d'autore tradizionale
+rinuncia a troppa libertà. Ma per ragionare in maniera intelligente su tutto
+ciò, la prima cosa che si deve riconoscere è che non c'è alcuna ragione di
+rendere tutto uniforme. Non c'è alcuna ragione per insistere nel fare lo
+stesso accordo per tutti i tipi di opere.</p>
+<p>
+Infatti, questo non è già più il caso poiché esistono numerose eccezioni per
+la musica. La musica è trattata in maniera molto differente dalla legge sul
+diritto d'autore. Ma i produttori usano astutamente un'arbitraria insistenza
+sull'uniformità. Prendono in esame alcuni casi particolari e producono degli
+argomenti secondo cui, in quei casi particolari, sarebbe vantaggioso avere
+tutto questo diritto d'autore. Successivamente affermano che, per
+uniformità, le restrizioni applicate nei casi particolari devono essere
+estese a tutto. Così, chiaramente, essi prendono ad esempio il caso
+particolare per cui possono produrre gli argomenti più forti, anche se
+questo caso è piuttosto raro e non veramente importante.</p>
+<p>
+Ma forse, per quel caso specifico, è giusto che ci sia tutto quel diritto
+d'autore. Non si deve pagare lo stesso prezzo per tutto quello che si
+compra. Spendere un migliaio di dollari per una macchina nuova sarebbe un
+buonissimo affare, ma spenderne altrettanti per una confezione di latte
+sarebbe, al contrario, un pessimo affare. Di certo, in altre situazioni
+della vita, non si pagherebbe un prezzo speciale per tutto ciò che si
+compra. Perché farlo in questo caso?</p>
+<p>
+Perciò le opere devono essere considerate di diversa tipologia e vorrei
+proporvi un possibile modo per farlo.</p>
+<p>
+Questo include ricette, programmi per il computer, manuali e libri, opere di
+consultazione come i dizionari e le enciclopedie. Credo che per tutte queste
+opere funzionali la questione sia essenzialmente la stessa del software e
+possono essere applicate le stesse conclusioni. Si dovrebbe avere la libertà
+anche di pubblicare una versione modificata, poiché modificare una di queste
+opere è molto utile. I bisogni delle persone non sono gli stessi per
+tutti. Se io scrivo un'opera affinché faccia qualcosa che io credo debba
+essere fatto, a questo proposito qualcun altro potrebbe avere un'idea
+differente. Dunque questa persona potrebbe voler modificare quello che ho
+fatto per fargli fare ciò che è meglio per lui.
+A questo punto, altre persone potrebbero avere gli stessi bisogni di chi ha
+modificato l'originale e la versione modificata potrebbe andar bene anche
+per loro. Tutti quelli che cucinano lo sanno, e lo sanno da un sacco di
+tempo. È del tutto normale fare copie di ricette e distribuirle ad altri ed
+è altrettanto normale modificare una ricetta. Se si cambia una ricetta e la
+si prepara per gli amici ed a loro piace, questi potrebbero chiedere "Posso
+avere la ricetta?". Dunque, si scriverà la propria versione della ricetta e
+se ne daranno le copie agli amici. Questa è la stessa cosa che molto tempo
+dopo si è cominciato a fare nella comunità del software libero.</p>
+<p><a name="opinions"></a> Ecco una prima classe di opere. La seconda tratta
+delle opere il cui obiettivo è diffondere quello che pensano determinate
+persone. Parlare di queste persone è il loro intento. Questo include, ad
+esempio, memorie, saggi di opinioni, articoli scientifici, offerte di
+acquisto e vendita, cataloghi di prodotti in vendita. Il punto centrale di
+queste opere è che esprimono ciò che qualcuno pensa, ha visto o
+crede. Modificarli significa mistificare ciò che intende dire l'autore; così
+modificare queste opere non è un'attività socialmente utile. Perciò la copia
+fedele è l'unica cosa di cui si ha realmente bisogno di essere autorizzati a
+fare.</p>
+<p>
+La domanda successiva è: le persone dovrebbero avere il diritto di
+commerciare copie fedeli? O la copia fedele senza fini di lucro è
+abbastanza? Queste si devono considerare due attività differenti, per questo
+motivo si discuterà delle due domande separatamente - il diritto di fare
+copie fedeli a scopo non commerciale e quello di farle a scopo di
+lucro. Dunque, potrebbe essere un buon compromesso quello di avere copie
+commerciali coperte dal diritto d'autore accordando però a tutti il diritto
+di farne copie non commerciali. In questo modo, il diritto d'autore sulle
+versioni commerciali, così come sulle versioni modificate - solo l'autore
+può approvare una versione modificata - fornirà lo stesso flusso di entrate
+che fornisce adesso per sovvenzionare la scrittura di queste opere, in
+qualsiasi misura lo faccia.</p>
+<p>
+Ammettere la copia fedele non commerciale vuol dire che il diritto d'autore
+non deve invadere più la casa di nessuno. Diventa nuovamente una
+regolamentazione industriale, facile da rinforzare ed indolore, non
+richiedendo più punizioni draconiane ed informatori per inasprirla. Così noi
+possiamo trarre il massimo del beneficio - ed evitare al massimo l'orrore -
+del sistema attuale.</p>
+<p>
+La terza categoria riguarda le opere artistiche o di intrattenimento, in cui
+la cosa più importante è la sensazione che si prova nel guardarle. Per
+queste il problema della modifica è molto complesso poiché, se da un lato
+c'è l'idea che queste opere riflettono la visione di un artista,
+modificandole si mistifica questa visione. Dall'altro, si ha il fatto che
+spesso esiste un processo di rielaborazione popolare, in base al quale
+attraverso le modifiche apportate da una serie di persone, si producono a
+volte dei risultati di alto livello. È spesso utile per gli artisti anche
+attingere da opere precedenti. Alcune delle opere di Shakespeare si basano
+su trame prese da opere altrui. Se fossero state in vigore le attuali leggi
+sul diritto d'autore, queste opere sarebbero state illegali.
+Dunque, la questione del cosa fare circa la pubblicazione di versioni
+modificate di un'opera artistica è complessa e potremmo dover pensare a
+qualche ulteriore suddivisione della categoria per risolvere questo
+problema. Ad esempio, gli scenari di giochi per il computer potrebbero
+essere trattati in un modo differente, ognuno potrebbe essere libero di
+pubblicarne versioni modificate. Ma, probabilmente, un romanzo dovrebbe
+essere trattato diversamente: forse per questo, la pubblicazione a scopo
+commerciale dovrebbe richiedere un accordo con l'autore originale.</p>
+<p>
+Ora, se la pubblicazione commerciale di queste opere artistiche è coperta da
+diritto d'autore, fornirà la maggior parte delle entrate oggi disponibili
+per sostenere gli autori e i musicisti, nella misura limitata in cui il
+sistema attuale li sostiene, dal momento che svolge una pessima
+funzione. Perciò questo potrebbe essere un compromesso ragionevole, come nel
+caso di opere che rappresentano determinate persone.</p>
+<p>
+Se si guarda al futuro, al tempo in cui l'era delle reti informatiche sarà
+davvero iniziata, quando avremo superato questo stadio transitorio, si può
+immaginare per gli autori un altro metodo per trarre guadagno dalle proprie
+opere.
+Si pensi ad un sistema di pagamento digitale che consenta di ottenere denaro
+per il proprio lavoro. Si immagini di aver un sistema di pagamento digitale
+che permetta di inviare a qualcuno denaro attraverso Internet; ciò può
+essere realizzato in vari modi, utilizzando la crittografia, ad esempio. Si
+immagini che sia consentita la copia fedele di queste opere artistiche, ma
+scritte in modo che, quando le si ascolti o le si legga o le si guardi, in
+un angolino dello schermo appaia una finestrella che dice "Premete questo
+pulsante per spedire un dollaro all'autore", o al musicista o a chiunque
+sia. Questa finestra compare e basta, non è invadente, sta nel suo
+angolino. Non dà fastidio, ma è lì, a ricordarvi che è una buona cosa
+supportare gli scrittori ed i musicisti.</p>
+<p>
+Perciò se il lavoro che si sta leggendo o ascoltando piace, si può pensare
+"Perché non dare un dollaro a queste persone? È solo un dollaro. Che cos'è?
+Non mi accorgerò nemmeno di non averlo". Così le persone cominceranno a
+mandare un dollaro. La cosa più bella di tutto ciò è che questo meccanismo
+renderebbe la copia un alleato di autori e musicisti. Quando qualcuno
+spedisce ad un amico una copia per e-mail, questo amico potrebbe spedire un
+dollaro. Se l'opera piace veramente, si potrebbe mandare un dollaro più di
+una volta e questo dollaro sarebbe più di quanto queste persone guadagnano
+oggi quando qualcuno acquista un loro libro o CD, poiché oggi ricevono solo
+una piccola parte del guadagno. Gli stessi editori che chiedono il controllo
+totale sul pubblico in nome degli autori e dei musicisti li stanno fregando
+da sempre.</p>
+<p>
+Vi raccomando la lettura dell'articolo di Courtney Love nella rivista
+"Salon", un articolo sui pirati che usano il lavoro dei musicisti senza
+pagarli. Questi pirati sono le case discografiche che pagano ai musicisti il
+4% dell'ammontare delle vendite, in media. Ovviamente, i musicisti di
+successo hanno più potere: prendono più del 4% delle loro ampie vendite, il
+che vuol dire che la maggior parte dei musicisti che hanno un contratto di
+registrazione riceve meno del 4% delle loro limitate vendite.</p>
+<p>
+Ecco come funziona: la società discografica investe in pubblicità e
+considera questa spesa un anticipo ai musicisti, anche se i musicisti non lo
+vedranno mai. Perciò in teoria quando si acquista un CD, parte di quel
+denaro dovrebbe andare ai musicisti, ma in pratica non sarà così. In realtà,
+dovrà ripagare le spese pubblicitarie e i musicisti vedranno parte di quel
+denaro solo se avranno molto successo.</p>
+<p>
+I musicisti, naturalmente, firmano i loro contratti perché sperano di essere
+tra i pochi fortunati che avranno grande successo. Perciò sostanzialmente
+vengono lusingati con l'offerta di una lotteria. Anche se sono bravi
+musicisti, possono non essere così bravi, così sottili nel ragionamento da
+accorgersi della trappola. Perciò firmano e poi probabilmente quello che
+ottengono è solo la pubblicità. Allora, perché non facciamo loro pubblicità
+in modo diverso, non attraverso un sistema da complesso industriale che
+limita il pubblico e che ci riempie di brutta musica facile da vendere?
+Invece, perché non far sì che il naturale impulso dell'ascoltatore a
+condividere la musica che gli piace diventi alleato dei musicisti? Se
+utilizziamo il riquadro che appare nel player per inviare un dollaro ai
+musicisti, allora le reti informatiche potrebbero essere il sistema per far
+loro pubblicità, la stessa pubblicità che ora tutti loro ottengono con i
+loro contratti.</p>
+<p>
+Dobbiamo riconoscere che l'esistente sistema del diritto d'autore rende un
+cattivo servizio nel sostenere i musicisti, così come il commercio mondiale
+rende un cattivo servizio nell'elevare gli standard di vita nelle Filippine
+e in Cina. Ci sono aree di impresa in cui tutti lavorano in aziende che
+sfruttano i loro dipendenti e tutti i prodotti sono fabbricati in aziende
+che sfruttano i loro dipendenti. Sapevo che la globalizzazione era un
+sistema poco efficace per elevare gli standard di vita all'estero. Diciamo,
+per produrre qualcosa un americano viene pagato 20 dollari all'ora; un
+messicano riceve forse 6 dollari al giorno per quello stesso lavoro. Quello
+che è successo in questo caso è che è stata tolta una notevole quantità di
+denaro ad un lavoratore americano, è stata data una piccola frazione, per
+esempio una minima percentuale, ad un messicano ed è stato dato il resto
+all'azienda. Perciò se l'obiettivo è elevare gli standard di vita dei
+lavoratori messicani, questo è un modo del tutto inefficace di farlo.</p>
+<p>
+È interessante vedere come lo stesso fenomeno si riscontri nell'industria
+del diritto d'autore, la stessa idea generale. Nel nome di quei lavoratori
+che certamente meritano qualcosa, si propongono misure che riservano loro
+una minima parte sostenendo invece prioritariamente il potere delle grandi
+società che controllano le nostre vite.</p>
+<p>
+Se si vuole sostituire un sistema molto buono, bisogna lavorare molto
+seriamente per proporre un'alternativa migliore. Sapendo che il sistema
+attuale è inefficace, non è così difficile trovare un'alternativa migliore:
+lo standard con cui ci si confronta è oggi molto basso. Si deve sempre
+ricordare tutto questo quando si prendono in considerazione le problematiche
+sulla politica del diritto d'autore.</p>
+<p>
+Penso di aver detto quasi tutto quello che volevo dire. Voglio ricordarvi
+che domani in Canada è il Phone-In Sick Day. Domani inizierà un summit con
+l'obiettivo di concludere un accordo sull'area di libero scambio per le
+Americhe con l'intento di estendere il potere delle grandi società in altri
+Paesi. In Quebec viene organizzata una grande protesta. Abbiamo visto metodi
+estremi per bloccare questa protesta. A molti americani viene impedito di
+entrare in Canada attraverso quel medesimo confine che è loro permesso
+oltrepassare in ogni altro momento. Con la più debole delle scuse attorno al centro di Quebec è stato costruito
+un muro per impedire l'accesso ai dimostranti. Abbiamo visto utilizzare
+molti sporchi trucchi contro la manifestazione pubblica di protesta contro
+questi trattati. Perciò qualsiasi democrazia ci sia rimasta dopo che i
+poteri del governo siano stati tolti ai governatori democraticamente eletti
+e siano stati dati alle imprese e ad organismi internazionali non eletti,
+qualsiasi cosa rimanga dopo tutto questo, potrebbe non sopravvivere alla
+repressione cui è stata sottoposta.</p>
+<p>
+Ho dedicato 17 anni della mia vita a lavorare per il software libero e
+problematiche connesse. Non l'ho fatto perché penso che questo sia il
+problema politico più importante al mondo. L'ho fatto perché ho visto che
+era il settore in cui dovevo usare la mia competenza per fare del bene. Ma
+quello che è successo è che gli aspetti generali della politica sono
+cambiati ed il maggior problema politico attuale è contrastare la tendenza a
+dare alle aziende potere sul pubblico e sui governi. Io considero il
+software libero ed i problemi correlati ad altri aspetti dell'informazione
+che ho discusso oggi come parte del problema principale. Perciò mi sono
+trovato indirettamente a lavorare su questo problema. Spero di dare il mio
+contributo a questa causa.</p>
+<p>
+<b>REPLICA</b>:</p>
+<p>
+<b>THORBURN</b>: Tra poco il pubblico potrà fare domande e commenti. Ma
+permettetemi di replicare brevemente. Mi sembra che il consiglio pratico più
+incisivo ed importante che Stallman ci dà abbia due elementi chiave. Uno è
+riconoscere che i vecchi presupposti ed usi del diritto d'autore sono
+inappropriati: vengono messi in discussione e delegittimati dall'avvento del
+computer e delle reti informatiche. Può risultare ovvio, ma è fondamentale.</p>
+<p>
+L'altro è riconoscere che l'era digitale esige che si riconsideri il modo in
+cui distinguiamo e valutiamo le diverse tipologie di lavoro intellettuale e
+creativo. Stallman ha sicuramente ragione sul fatto che certi tipi di
+imprese intellettuali abbiano bisogno più di altre di essere protette dal
+diritto d'autore. Cercare di individuare sistematicamente questi diversi
+tipi o livelli di protezione del diritto d'autore mi sembra un modo efficace
+di affrontare i problemi relativi al lavoro intellettuale posti dall'avvento
+del computer.</p>
+<p>
+Ma penso di intravedere un altro tema che sta dietro a ciò che Stallman ha
+detto e che non riguarda direttamente i computer, ma riguarda più ampiamente
+le istituzioni democratiche ed il potere che il governo e le aziende
+esercitano in misura sempre maggiore sulla nostra vita. Questo aspetto
+populista ed anti-monopolista del discorso di Stallman è interessante ma
+anche riduttivo e potenzialmente semplicistico. Ed è forse anche
+eccessivamente idealista. Per esempio, come potrebbe sopravvivere un
+romanziere o un poeta o un autore di canzoni o un musicista o un autore di
+testi accademici in un mondo meraviglioso in cui le persone siano
+incoraggiate a pagare gli autori, ma non siano obbligate a farlo? In altre
+parole mi sembra che la differenza tra la pratica attuale e le possibilità
+visionarie su cui specula Stallman sia ancora enorme.</p>
+<p>
+Concludo chiedendo a Stallman se vuole approfondire maggiormente alcuni
+aspetti del suo discorso ed in particolare se vuole esprimere ulteriori idee
+sul modo in cui potrebbero essere protetti dal suo sistema di diritto
+d'autore quelli che noi chiamiamo "creatori tradizionali".</p>
+<p>
+<b>STALLMAN</b>: Prima di tutto, devo far notare che non dovremmo utilizzare
+il termine "protezione" per descrivere ciò che fa il diritto d'autore. Il
+diritto d'autore limita le persone. Il termine "protezione" è un termine di
+propaganda per le aziende che detengono il diritto d'autore. Il termine
+"protezione" significa impedire che qualcosa venga distrutta in qualche
+modo. Beh, non penso che una canzone venga distrutta se di essa esistono più
+copie suonate più volte. Non penso nemmeno che un romanzo si distrugga se
+più persone ne leggono una copia. Perciò non userei quel termine. Penso che
+porti ad identificarsi con la parte sbagliata.</p>
+<p>
+Inoltre, pensare in termini di proprietà intellettuale è una cattiva idea
+per due motivi: in primo luogo perché pregiudica la domanda cruciale in
+questo campo che è: in che modo dovrebbero essere trattate queste cose?
+dovrebbero essere trattate o meno come qualche tipo di proprietà? Utilizzare
+il termine "proprietà intellettuale" per descrivere questo campo vuol dire
+presupporre che la risposta sia "sì", che è questo, e non un altro, il modo
+in cui trattare queste cose.</p>
+<p>
+In secondo luogo, incoraggia una ipergeneralizzazione. La proprietà
+intellettuale è un concetto onnicomprensivo per parecchi sistemi legali
+diversi tra loro con origini indipendenti come per esempio diritti d'autore,
+brevetti, marchi registrati, segreti industriali ed altro. Sono quasi
+completamente diversi; non hanno niente in comune. Ma chi sente il termine
+"proprietà intellettuale" viene portato a pensare erroneamente che esista un
+principio generale di proprietà intellettuale applicato a determinati campi,
+perciò presuppone che questi differenti campi di applicabilità della legge
+siano simili. Questo porta non solo a pensare in modo confuso su ciò che sia
+giusto fare, porta anche a non capire che cosa la legge dice veramente,
+perché si suppone che la legge sul diritto d'autore e la legge sui brevetti
+e la legge sui marchi registrati siano simili, mentre invece, di fatto, sono
+completamente diverse.</p>
+<p>
+Se si vuole incoraggiare un'attenta riflessione e una corretta comprensione
+di quello che la legge dice, si eviti il termine "proprietà
+intellettuale". Si parli di diritto d'autore, o di brevetti, o di marchi
+registrati o di qualsiasi altro argomento si voglia. Ma non si parli di
+proprietà intellettuale. Sarebbe assurdo avere un'opinione sulla proprietà
+intellettuale. Non ho un'opinione sulla proprietà intellettuale, ma ho
+opinioni sul diritto d'autore, sui brevetti e sui marchi registrati, e sono
+diverse. Ci sono arrivato attraverso processi di pensiero diversi perché
+questi sistemi legali sono completamente diversi.</p>
+<p>
+Ho fatto una digressione, ma era estremamente importante.</p>
+<p>
+Adesso vado al dunque. Naturalmente non possiamo sapere ora se funzionerà
+bene, se funzionerà chiedere agli utenti di pagare volontariamente i loro
+autori e musicisti preferiti. Una cosa, ovvia, è che tale sistema funzionerà
+proporzionalmente al numero di persone che utilizzeranno la rete e quel
+numero, si sa, aumenterà di un ordine di grandezza nei prossimi anni. Se lo
+provassimo oggi, potrebbe fallire, ma questo non proverebbe niente, perché
+potrebbe funzionare se il numero delle persone paganti fosse dieci volte
+maggiore.</p>
+<p>
+L'altra è che non abbiamo ancora a disposizione questo sistema digitale di
+pagamento in contanti, perciò non siamo oggi in grado di provarlo. Possiamo
+provare a fare qualcosa di simile. Ci sono servizi che prevedono una firma
+con i quali si può pagare denaro a qualcuno, cose come PayPal. Ma prima di
+poter pagare qualcuno con PayPal, si devono affrontare un mucchio di
+formalità e dare informazioni personali. E vengono effettuate registrazioni
+sui destinatari dei pagamenti. Ci si può fidare che non se ne abusi?</p>
+<p>
+Non è il dollaro da pagare che potrebbe scoraggiare, ma i problemi connessi
+al pagamento. L'idea generale è che pagare quando si vuole dovrebbe essere
+facilissimo e non dovrebbe esserci nulla che scoraggi se non la somma stessa
+di denaro. E se la somma è abbastanza piccola, perché dovrebbe scoraggiare?
+Sappiamo comunque che i fan amano davvero i musicisti e sappiamo che alcuni
+complessi musicali che avevano ed hanno un certo successo come i "Grateful
+Dead" hanno incoraggiato i loro fan a copiare e ridistribuire la loro
+musica. Non hanno avuto problemi a guadagnarsi da vivere con la loro musica
+per aver incoraggiato i fan a registrarla ed a copiare le cassette. Non
+hanno nemmeno ridotto le vendite dei loro dischi.</p>
+<p>
+Stiamo gradualmente passando dall'era della stampa all'era delle reti
+informatiche, ma non può accadere in un giorno. Le persone continuano ad
+acquistare molti dischi e probabilmente continueranno ad acquistarne per
+molti anni ancora, forse per sempre. Finché si continuerà in questo modo,
+continuare semplicemente ad applicare i diritti d'autore alla vendita
+commerciale di dischi dovrebbe sostenere i musicisti quasi altrettanto bene
+di oggi. Naturalmente, il sistema non è del tutto soddisfacente, ma almeno
+non sarà peggiore.</p>
+<p>
+<b>DISCUSSIONE</b>:</p>
+<p>
+<b>DOMANDA</b>: [Un commento e una domanda a proposito della libertà di
+download e a proposito del tentativo di Stephen King di vendere uno dei suoi
+racconti a puntate attraverso il web.]</p>
+<p>
+<b>STALLMAN</b>: Si, è interessante sapere quello che ha fatto e cosa è
+successo. Quando ne sentii parlare la prima volta ero euforico. Pensavo
+stesse per fare un passo verso un mondo che non sia basato sulla volontà di
+tenere il pubblico in pugno. Poi ho visto che in realtà scriveva per
+chiedere al pubblico di pagare. Per spiegare cosa ha fatto: stava
+pubblicando un racconto a puntate, a rate, e diceva: "se otterrò abbastanza
+denaro, ne scriverò ancora". Ma la sua richiesta ben difficilmente era una
+richiesta. Minacciava il lettore. Diceva: "se non pagate siete cattivi, e se
+ci sono troppi fra di voi che si comportano male semplicemente smetterò di
+scrivere".</p>
+<p>
+Bene, chiaramente questo non è il modo di far sentire il pubblico invogliato
+a mandarti dei soldi. Devi far sì che ti amino, non che ti temano.</p>
+<p>
+<b>INTERVISTATORE</b>: I dettagli sono che ha richiesto ad una certa
+percentuale - non so esattamente, probabilmente intorno al 90% - di persone
+che mandassero una certa quantità di denaro, che, credo, fosse di un dollaro
+o due o qualcosa di quest'ordine di grandezza. Si doveva dare il proprio
+nome e l'indirizzo e-mail e alcune altre informazioni per scaricare il
+racconto e se la percentuale non fosse stata raggiunta dopo il primo
+capitolo, disse che non avrebbe rilasciato un altro capitolo. Era molto
+antagonistico nei confronti delle persone che lo scaricavano.</p>
+<p>
+<b>DOMANDA</b>: Lo schema in cui non c'è diritto d'autore ma alle persone è
+richiesto di fare donazioni volontarie non è aperto all'abuso da parte dei
+plagiari?</p>
+<p>
+<b>STALLMAN</b>: No. Non è quello che ho proposto. Ricordate, sto proponendo
+che ci debba essere un diritto d'autore che copra la distribuzione
+commerciale e permetta solo la redistribuzione letterale non
+commerciale. Così chiunque abbia fatto modifiche per mettere un puntatore al
+proprio sito invece che a quello dell'autore reale, continuerebbe a violare
+il diritto d'autore e potrebbe essere citato in giudizio esattamente come
+avviene oggi.</p>
+<p>
+<b>DOMANDA</b>: Capisco. Quindi stai ancora immaginando un mondo in cui ci
+sia sempre il diritto d'autore?</p>
+<p>
+<b>STALLMAN</b>: Si. Come ho detto, per questo tipo di opere. Non sto
+dicendo che dovrebbe essere permesso tutto. Sto proponendo di diminuire i
+poteri del diritto d'autore, non di abolirli.</p>
+<p>
+<b>THORBURN</b>: Una domanda che mi è venuta in mente quando stavi parlando,
+Richard, e di nuovo adesso che stavi rispondendo a questa domanda, è perché
+non consideri i modi in cui il computer stesso può eliminare completamente
+l'intermediario - in una maniera che Stephen King si è rifiutato di usare -
+e possono stabilire una relazione personale.</p>
+<p>
+<b>STALLMAN</b>: Bene, possono farlo, ed infatti la donazione volontaria è
+uno di questi.</p>
+<p>
+<b>THORBURN</b>: Pensi davvero che questo non comporti per niente il passare
+attraverso un editore?</p>
+<p>
+<b>STALLMAN</b>: Assolutamente no. Spero di no, perché, vedi, gli editori
+sfruttano gli autori in maniera terribile. Quando fai domande al riguardo ai
+rappresentanti degli editori loro dicono: "Beh, sì, se un autore o un gruppo
+non vogliono passare attraverso di noi, non dovrebbe essergli richiesto
+dalla legge di farlo". Ma in realtà stanno facendo del loro meglio per
+mettere le cose in modo che questo non sia fattibile. Per esempio stanno
+proponendo dei formati multimediali con restrizioni sulla copia e per poter
+pubblicare in questi formati devi passare per i grandi editori perché loro
+non spiegano a nessuno come farlo. Così sperano in un mondo in cui tutti i
+riproduttori utilizzino questi formati e per poter ottenere qualcosa da
+riprodurre sarà necessario passare dagli editori.
+Così, anche senza nessuna legge che impedisca ad un autore o un musicista di
+pubblicare direttamente, la cosa non sarebbe fattibile. C'è anche il
+richiamo di diventare ricchi. Dicono: "ti faremo pubblicità e forse
+diventerai ricco come i Beatles". Scegli pure un qualche gruppo di grande
+successo, ma, naturalmente, solo ad un numero limitato di musicisti potrà
+accadere quello che è successo a loro. Ma questo potrebbe indurli a firmare
+contratti che li imprigionerebbero per sempre.</p>
+<p>
+Gli editori tendono ad essere molto scorretti nel rispettare i loro
+contratti con gli autori. Per esempio i contratti dei libri di solito dicono
+che se un libro è esaurito i diritti tornano all'autore, e gli editori non
+sono molto bravi a convivere con questa clausola. Spesso devono esservi
+costretti. Bene, adesso stanno cominciando ad usare la pubblicazione
+elettronica per dire che non si può esaurire una edizione; così non dovranno
+mai restituire i diritti. La loro idea è, quando l'autore non ha voce in
+capitolo, di farlo firmare, e da allora non avrà più potere, solo l'editore
+ha il potere.</p>
+<p>
+<b>DOMANDA</b>: Sarebbe bene avere delle licenze libere per diverse
+tipologie di opere che salvaguardino la libertà di tutti gli utenti di
+copiarle nella maniera più appropriata per quel tipo di opera?</p>
+<p>
+<b>STALLMAN</b>: Beh, ci sono persone che ci stanno lavorando. Ma per opere
+non funzionali, una cosa non sostituisce l'altra. Prendiamo un'opera di tipo
+funzionale, diciamo un elaboratore di testi. Bene, se qualcuno fa un
+elaboratore di testi libero, lo si può usare, non serve l'elaboratore di
+testi non libero. Ma non direi che una canzone libera possa sostituire tutte
+le canzoni non libere o che un racconto libero possa sostituire tutti i
+racconti non liberi. Per questo tipo di opere le cose sono diverse. Perciò
+penso che dobbiamo semplicemente riconoscere che queste leggi non meritano
+di essere rispettate. Non è sbagliato condividere qualcosa con il tuo
+prossimo, e se qualcuno dice che non puoi condividere con il tuo prossimo,
+non dovresti ascoltarlo.</p>
+<p>
+<b>DOMANDA</b>: A proposito delle opere funzionali, secondo te, come si
+bilancia l'esigenza di abolire il diritto d'autore con l'esigenza di
+incentivi economici per favorire lo sviluppo di queste opere funzionali?</p>
+<p>
+<b>STALLMAN</b>: Bene, quello che si vede è, prima di tutto, che questi
+incentivi economici sono molto meno necessari di quanto si fosse
+supposto. Basta guardare al movimento del software libero in cui abbiamo più
+di 100.000 volontari part-time che sviluppano software libero. Vediamo anche
+che ci sono altri modi per raccogliere fondi che non sono basati
+sull'impedire al pubblico di copiare e modificare queste opere.
+Questa è l'interessante lezione data dal movimento del software libero. A
+parte il fatto che offre un modo per utilizzare il computer mantenendo la
+propria libertà di condividere e cooperare con altre persone, ci mostra
+anche che presupporre che le persone non farebbero mai queste cose senza che
+vengano loro dati poteri speciali per costringere gli altri a pagarli è
+semplicemente sbagliato. Molte persone fanno queste cose. Inoltre se si
+guarda per esempio alla scrittura di monografie che servono come libro di
+testo in molti campi della scienza, tranne quelle molto elementari, ci si
+accorge che in questo modo gli autori non si arricchiscono.
+Abbiamo un progetto di enciclopedia libera che è, infatti, un progetto
+commerciale di enciclopedia libera, e fa progressi. Avevamo un progetto per
+una enciclopedia GNU ma ci siamo uniti al progetto commerciale quando hanno
+adottato la nostra licenza. In Gennaio sono passati alla GNU-Free
+Documentation License per tutti gli articoli nella loro enciclopedia. Così
+abbiamo detto, "bene, uniamo le nostre forze e invitiamo le persone a
+contribuire". Si chiama "NUPEDIA", e ne trovate il link a
+http://www.gnu.org/encyclopedia. Così abbiamo esteso lo sviluppo comunitario
+di una base libera di conoscenze utili dal software all'enciclopedia. Sono
+piuttosto fiducioso adesso che in tutte queste aree del lavoro funzionale
+non serva un incentivo economico fino al punto di dover rivedere l'uso di
+queste opere. </p>
+<p>
+<b>THORBURN</b>: Ed a proposito delle altre due categorie?</p>
+<p>
+<b>STALLMAN</b>: Per le altre due classi di opere, non lo so. Non so se un
+giorno si scriveranno romanzi senza preoccuparsi se ci si potrà far
+soldi. In una società post-scarsità credo che si farà. Forse quello che
+dobbiamo fare per poter raggiungere una società post-scarsità è liberarci
+dal controllo delle compagnie sull'economia e sulle leggi. Così in effetti
+si tratta del problema dell'uovo e della gallina. Cosa facciamo prima? Come
+possiamo ottenere un mondo dove le persone non debbano disperatamente
+rincorrere il denaro se non rimuovendo il controllo delle aziende? E come
+possiamo rimuovere il controllo delle aziende se non ... In ogni caso, non
+lo so, ecco perché sto tentando di proporre prima un sistema di diritto
+d'autore di compromesso e poi il pagamento volontario supportato da questo
+sistema di compromesso come modo per procurare un reddito a chi scrive
+queste opere.</p>
+<p>
+<b>DOMANDA</b>: Come ti aspetti in pratica di realizzare questo sistema di
+diritto d'autore di compromesso sotto la stretta soffocante degli interessi
+aziendali sui politici americani dovuti al sistema di finanziamento delle
+campagne elettorali?</p>
+<p>
+<b>STALLMAN</b>: Non saprei!. Vorrei saperlo. È un problema terribilmente
+difficile. Se sapessi come risolvere questo problema, lo risolverei e niente
+al mondo mi renderebbe più fiero.</p>
+<p>
+<b>DOMANDA</b>: Come si può lottare contro il controllo delle aziende?
+Perché se si guarda alle somme di denaro che vanno per le lobby aziendali
+nel caso di cause processuali, è enorme. Penso che il caso DECS di cui stai
+parlando stia costando qualcosa come un milione e mezzo di dollari alla
+difesa. Dio sa quanto è costato alle aziende. Hai una qualche idea di come
+trattare queste enormi somme di denaro?</p>
+<p>
+<b>STALLMAN</b>: Ho un suggerimento. Se suggerissi di boicottare totalmente
+i film, lo ignorerebbero. Lo considererebbero troppo radicale. Perciò vorrei
+dare un suggerimento leggermente diverso, ma che, alla fine, arriva quasi
+allo stesso risultato, e cioè: non andate a vedere un film a meno che non
+abbiate un valido motivo per pensare che è bello. Questo condurrà in pratica
+allo stesso risultato di boicottare totalmente i film di Hollywood. Per
+estensione è quasi lo stesso, ma nelle intenzioni è molto diverso. Mi sono
+reso conto che molte persone vanno al cinema per ragioni che non hanno nulla
+a che fare con il fatto che pensino che il film sia bello. Se si cambiano le
+abitudini, se si va a vedere un film solo quando si ha qualche sostanziale
+ragione per pensare che sia valido, si toglierà loro un sacco di soldi.</p>
+<p>
+<b>THORBURN</b>: Una maniera per capire tutto questo discorso, penso, è
+riconoscere che quando una qualunque tecnologia radicale e potenzialmente
+rivoluzionaria fa la sua comparsa nella società c'è uno scontro su chi la
+controlla. Oggi stiamo ripetendo quello che è avvenuto in passato. Perciò da
+questo punto di vista può darsi che non ci sia motivo di disperare o anche
+solo pessimismo su quello che avverrà nel lungo periodo. Ma a breve termine
+la lotta per il controllo dei testi e delle immagini, su tutte le altre
+forme di informazione, sarà probabilmente dolorosa e pervasiva.
+Per esempio, come insegnante di tecnologie della comunicazione il mio
+accesso alle immagini è stato di recente limitato in una maniera mai vista
+prima. Se scrivo un saggio in cui voglio utilizzare immagini, tratte anche
+da film, è diventato molto più difficile ottenere il permesso di
+utilizzarle, e i prezzi richiesti per usarle sono molto più alti, anche
+quando come argomenti mi richiamo alla ricerca intellettuale e alla
+categoria legale del "fair use". Per questo penso, in questo momento di
+diffuse trasformazioni, che le prospettive di lungo periodo possano non
+essere così sconvolgenti come quello che sta accadendo a breve termine. Ma
+in ogni caso dobbiamo capire che l'insieme della nostra esperienza
+contemporanea è una versione rinnovata dello scontro per il controllo delle
+risorse tecnologiche che è un principio ricorrente della società
+occidentale.</p>
+<p>
+È anche essenziale capire che la storia delle tecnologie più antiche è di
+per sé una materia complessa. L'impatto della stampa in Spagna, per esempio,
+è radicalmente diverso dall'impatto in Inghilterra o in Francia.</p>
+<p>
+<b>DOMANDA</b>: Una delle cose che mi danno fastidio quando sento
+discussioni sul diritto d'autore è che spesso si comincia con "Vogliamo un
+cambiamento totale. Vogliamo sbarazzarci di ogni tipo di controllo". Mi pare
+che a monte della suddivisione nelle tre categorie suggerite ci sia il
+riconoscimento che il diritto d'autore ha un qualche senso. Alcuni critici
+dell'attuale sistema del diritto d'autore credono che in effetti
+bisognerebbe sostenerlo e farlo funzionare in modo molto più simile a
+brevetti e marchi registrati per quanto riguarda la sua durata. Vorrei che
+il nostro ospite commentasse questa strategia.</p>
+<p>
+<b>STALLMAN</b>: Concordo che abbreviare la durata del diritto d'autore sia
+una buona idea. Non c'è assolutamente bisogno, per quanto riguarda
+l'incoraggiamento alla pubblicazione, della possibilità che i diritti
+d'autore durino fino a 150 anni, cosa possibile in alcuni casi con la legge
+attuale. Ora, le aziende dicevano che un diritto d'autore di 75 anni su
+un'opera da loro pagata non era abbastanza lungo per renderne possibile la
+produzione. Vorrei sfidare queste società a presentare delle proiezioni di
+bilancio per i prossimi 75 anni da ora per supportare questa
+affermazione. Quello che volevano davvero era semplicemente il poter
+estendere il diritto d'autore sulle vecchie opere, in modo da poter
+continuare a restringerne l'uso. Sinceramente mi sfugge come si possa
+incoraggiare la produzione di opere negli anni Venti estendendo il diritto
+d'autore oggi, a meno che queste società non abbiano una macchina del tempo
+da qualche parte. Certamente in uno dei loro film avevano una macchina del
+tempo. Quindi forse è questo che li ha influenzati.</p>
+<p>
+<b>DOMANDA</b>: Hai mai pensato di estendere il concetto di "fair use", e
+potresti chiarircene qualche sfumatura?</p>
+<p>
+<b>STALLMAN</b>: L'idea di dare a tutti il permesso di fare copie integrali,
+non per uso commerciale, di due dei tre tipi di opere, certamente potrebbe
+essere intesa come un'estensione del "fair use". È un concetto di "fair use"
+più ampio dell'attuale. Se l'idea è che il pubblico rinunci a certe libertà
+per avere più progresso, allora si può segnare il confine in vari punti:
+quali libertà il pubblico abbandona e quali libertà mantiene?</p>
+<p>
+<b>DOMANDA</b>: Per fare una breve digressione, in certi campi dello
+spettacolo esiste il concetto di "rappresentazione pubblica". Quindi, per
+esempio, il diritto d'autore non ci impedisce di cantare i canti natalizi al
+momento opportuno, ma impedisce la loro esecuzione in pubblico. E mi chiedo
+se non sarebbe utile espandere il "fair use", anziché alla copia letterale e
+non commerciale senza limiti, a qualcosa di meno ma comunque più ampio del
+concetto attuale di "fair use".</p>
+<p>
+<b>STALLMAN</b>: Prima pensavo che questo sarebbe stato sufficiente, ma poi
+Napster mi ha convinto del contrario: Napster è usato dai suoi utenti per
+una ridistribuzione letterale non commerciale. Il server di Napster, in sé,
+è un'attività commerciale, ma chi mette a disposizione il materiale lo fa
+senza scopo di lucro, ed avrebbe potuto altrettanto facilmente metterlo a
+disposizione sui propri siti. L'incredibile eccitazione, interesse ed uso di
+Napster mostra che è utilissimo. Quindi ora sono convinto che si debba avere
+il diritto a copie ridistribuite non commerciali e letterali di qualsiasi
+cosa.</p>
+<p>
+<b>DOMANDA</b>: Un'analogia che mi è stata suggerita di recente per l'intera
+vicenda di Napster è quella di una biblioteca pubblica. Credo che alcuni di
+voi che hanno seguito le discussioni su Napster l'abbiano già
+sentita. Vorrei che la commentassi. A volte, chi sostiene coloro che dicono
+che Napster dovrebbe continuare senza restrizioni, dice qualcosa di questo
+genere: "Quando si va in una biblioteca pubblica e si prende in prestito un
+libro, non lo si paga, e lo si può prendere in prestito decine, centinaia di
+volte, senza alcun pagamento aggiuntivo. Perché Napster sarebbe diverso?"</p>
+<p>
+<b>STALLMAN</b>: Non è esattamente lo stesso. Ma bisognerebbe sottolineare
+che gli editori vogliono trasformare le biblioteche pubbliche in negozi
+"pay-per-use". Quindi essi sono contro le biblioteche pubbliche.</p>
+<p>
+<b>DOMANDA</b>: Queste idee sul diritto d'autore potrebbero suggerire nuove
+idee per certe questioni relative alle leggi sui brevetti come la produzione
+di farmaci generici economici da usare in Africa?</p>
+<p>
+<b>STALLMAN</b>: No, sono due cose completamente diverse. Le questioni sui
+brevetti sono completamente diverse da quelle sul diritto d'autore. L'idea
+che abbiano qualcosa in comune è una delle spiacevoli conseguenze dell'uso
+del termine "proprietà intellettuale", e dell'incoraggiare le persone a
+tentare di trattare alla stessa stregua queste questioni, perché, come avete
+sentito, finora ho parlato di questioni in cui il prezzo della copia non è
+la cosa cruciale. Ma qual è la questione cruciale a proposito della
+produzione di farmaci per l'AIDS per l'Africa? È il prezzo, null'altro che
+il prezzo.</p>
+<p>
+Qui spunta la questione di cui parlavo, perché la tecnologia
+dell'informazione digitale dà ad ogni utente la possibilità di fare
+copie. Insomma, nulla può dare a tutti la capacità di copiare dei
+medicinali. Io non sono capace di copiare un medicinale che ho. E nessuno è
+capace; i medicinali non si fanno così. Quei medicinali si possono fare solo
+in grandi fabbriche ed in effetti sono tutti prodotti in costose fabbriche
+centralizzate, sia i farmaci generici sia quelli importati dagli Stati
+Uniti. In ogni caso, sono destinati ad essere prodotti in un piccolo numero
+di aziende, e la questione è semplicemente quanto costino e se siano
+disponibili ad un prezzo che gli africani possono permettersi.</p>
+<p>
+Quindi questa è una questione terribilmente importante, ma completamente
+diversa. C'è solo un'area in cui emerge un problema con i brevetti che è in
+effetti simile a queste questioni relative alla libertà di copia, cioè
+nell'area dell'agricoltura. Poiché in effetti ci sono delle cose brevettate
+che possono essere copie, più o meno, e sono gli esseri viventi. Si copiano
+quando si riproducono. Non è necessariamente una copia esatta, c'è un
+rimescolamento di geni. Ma il fatto è che i contadini da millenni sfruttano
+la capacità di autoreplicarsi degli organismi viventi che
+coltivano. L'agricoltura è, essenzialmente, copiare le cose che si sono
+coltivate e continuare a copiarle ogni anno. Quando varietà vegetali e
+animali vengono brevettate, quando dei geni vengono brevettati e in esse
+utilizzati, il risultato è che i contadini non possono più comportarsi come
+hanno sempre fatto.</p>
+<p>
+Un contadino canadese aveva una varietà brevettata che cresceva nel suo
+campo, e spiegò: "Non l'ho fatto apposta. Il polline è stato trascinato dal
+vento, e i geni di quel polline sono entrati nel mio assortimento di
+piante". Gli è stato risposto che non importava: doveva distruggerle in ogni
+caso. È un caso limite di quanto il governo possa appoggiare un monopolista.</p>
+<p>
+Quindi credo che, seguendo gli stessi principi che io applico al copiare
+cose sui computer, gli agricoltori dovrebbero avere un indiscutibile diritto
+di mettere da parte i semi e selezionare il bestiame. Ci potrebbero forse
+essere brevetti che proteggono le ditte di semi, ma non dovrebbero
+influenzare l'operato dei contadini.</p>
+<p>
+<b>DOMANDA</b>: Perché un modello abbia successo serve ben più di una buona
+licenza. Puoi parlarcene?</p>
+<p>
+<b>STALLMAN</b>: Ovviamente. Ecco, non è che io sappia le risposte. Ma credo
+che l'idealismo abbia una parte essenziale nello sviluppo di un'informazione
+libera e funzionale. Si deve capire che è importante che questa informazione
+sia libera, che solo quando l'informazione è libera se ne può fare pieno
+uso: quando è limitata, non si può. Bisogna che si riconosca che
+l'informazione non libera è un tentativo di "dividerci, tenerci impotenti e
+sottometterci". Allora si potrà afferrare l'idea: "Lavoriamo insieme per
+produrre l'informazione che vogliamo usare, in modo che non sia sotto il
+controllo di qualche persona potente che ci ordini cosa possiamo farne".</p>
+<p>
+Questo dà una grande spinta all'iniziativa. Non so quanto funzionerà nelle
+diverse aree, ma penso che ci sia un modo concreto di farlo nel campo
+dell'istruzione, quando si cercano libri di testo. Ci sono tantissimi
+docenti nel mondo, docenti che non lavorano in università prestigiose
+(magari sono alle superiori, o al college) dove non scrivono né pubblicano
+un sacco di cose e non sono molto ricercati. Ma molti di loro sono
+brillanti. Molti conoscono bene le loro materie e potrebbero scrivere libri
+di testo per molte materie, condividerli con tutto il mondo e ricevere molti
+apprezzamenti da chi avrà imparato da loro.</p>
+<p>
+<b>DOMANDA</b>: È quello che dicevo io. Ma, per combinazione, conosco la
+storia dell'istruzione. È il mio lavoro: progetti educativi elettronici
+multimediali. E non ho potuto trovare nemmeno un esempio di questo tipo. Tu
+ne puoi trovare?</p>
+<p>
+<b>STALLMAN</b>: No. Ho cominciato a proporre questa enciclopedia e risorse
+per l'apprendimento libere un paio di anni fa, e credevo che ci sarebbero
+voluti una decina d'anni perché la cosa cominciasse a funzionare. Invece già
+adesso abbiamo un'enciclopedia che funziona. Quindi le cose stanno andando
+più velocemente di quanto sperassi. Credo che ci serva qualcuno che cominci
+a scrivere dei libri di testo liberi. Scrivetene uno sulla vostra materia
+preferita, o scrivetene una parte. Scrivetene alcuni capitoli e sollecitate
+altri a finirlo.</p>
+<p>
+<b>DOMANDA</b>: Veramente cercavo qualcosa di più. Quello che conta in
+questo tipo di struttura è qualcuno che crei un'infrastruttura a cui
+chiunque altro possa contribuire. Non c'è da nessuna parte un'infrastruttura
+a livello di scuola di base a cui contribuire per questo tipo di materiali.</p>
+<p>
+Le informazioni si possono ottenere da molti posti, ma non sono fornite
+sotto licenze libere, quindi non si possono usare per fare un libro di testo
+libero.</p>
+<p>
+<b>STALLMAN</b>: Veramente, non c'è un diritto d'autore sulle informazioni
+in sé. Il diritto d'autore copre il modo in cui un'informazione è
+scritta. Quindi si può imparare una materia da qualsiasi parte e poi
+scrivere un libro di testo, e poi rendere quel libro di testo libero, se si
+vuole.</p>
+<p>
+<b>DOMANDA</b>: Ma non posso scrivere da solo tutti i libri di testo di cui
+uno studente ha bisogno nella sua carriera scolastica.</p>
+<p>
+<b>STALLMAN</b>: In effetti è vero. Ma anch'io non ho scritto un intero
+sistema operativo libero. Ho scritto qualche pezzo ed invitato altri ad
+unirsi e scrivere altri pezzi. Quindi ho solo dato l'esempio. Ho detto:
+"Vado in questa direzione. Unitevi a me e raggiungeremo l'obiettivo". E si
+sono unite a me abbastanza persone perché lo raggiungessimo. Può essere
+scoraggiante pensare in termini di "Come farò da solo a finire questo
+immenso lavoro?". Quindi il punto è: non considerarlo in questo modo, ma
+pensare a fare il primo passo e accorgersi che dopo averlo fatto, altri
+faranno altri passi e, insieme, alla fine il lavoro sarà realizzato.</p>
+<p>
+Supponendo che l'umanità non si spazzi via da sola, il lavoro che facciamo
+oggi per produrre l'infrastruttura educativa libera, la risorsa libera di
+apprendimento per il mondo, sarà utile finché esisterà l'umanità. Anche se
+ci volessero vent'anni per farla, cosa importa? Non bisogna pensare alle
+dimensioni dell'intero lavoro, ma alle dimensioni della parte che si vuole
+fare. Questo dimostrerà a tutti che si può fare, e così altri faranno altre
+parti.</p>
+
+
+<hr />
+<blockquote id="fsfs"><p class="big">Questo intervento è stato pubblicato in <a
+href="http://shop.fsf.org/product/free-software-free-society/"><cite>Free
+Software, Free Society: The Selected Essays of Richard
+M. Stallman</cite></a>.</p></blockquote>
+
+<div class="translators-notes">
+
+<!--TRANSLATORS: Use space (SPC) as msgstr if you don't have notes.-->
+ </div>
+</div>
+
+<!-- for id="content", starts in the include above -->
+<!--#include virtual="/server/footer.it.html" -->
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+<div class="unprintable">
+
+<p>Per informazioni su FSF e GNU rivolgetevi, possibilmente in inglese, a <a
+href="mailto:gnu@gnu.org">&lt;gnu@gnu.org&gt;</a>. Ci sono anche <a
+href="/contact/">altri modi di contattare</a> la FSF. Inviate segnalazioni
+di link non funzionanti e altri suggerimenti relativi alle pagine web a <a
+href="mailto:webmasters@gnu.org">&lt;webmasters@gnu.org&gt;</a>.</p>
+
+<p>
+<!-- TRANSLATORS: Ignore the original text in this paragraph,
+ replace it with the translation of these two:
+
+ We work hard and do our best to provide accurate, good quality
+ translations. However, we are not exempt from imperfection.
+ Please send your comments and general suggestions in this regard
+ to <a href="mailto:web-translators@gnu.org">
+
+ &lt;web-translators@gnu.org&gt;</a>.</p>
+
+ <p>For information on coordinating and submitting translations of
+ our web pages, see <a
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+ README</a>. -->
+Le traduzioni italiane sono effettuate ponendo la massima attenzione ai
+dettagli e alla qualità, ma a volte potrebbero contenere imperfezioni. Se ne
+riscontrate, inviate i vostri commenti e suggerimenti riguardo le traduzioni
+a <a
+href="mailto:web-translators@gnu.org">&lt;web-translators@gnu.org&gt;</a>
+oppure contattate direttamente il <a
+href="http://savannah.gnu.org/projects/www-it/">gruppo dei traduttori
+italiani</a>.<br/>Per informazioni su come gestire e inviare traduzioni
+delle nostre pagine web consultate la <a
+href="/server/standards/README.translations.html">Guida alle traduzioni</a>.</p>
+</div>
+
+<!-- Regarding copyright, in general, standalone pages (as opposed to
+ files generated as part of manuals) on the GNU web server should
+ be under CC BY-ND 4.0. Please do NOT change or remove this
+ without talking with the webmasters or licensing team first.
+ Please make sure the copyright date is consistent with the
+ document. For web pages, it is ok to list just the latest year the
+ document was modified, or published.
+
+ If you wish to list earlier years, that is ok too.
+ Either "2001, 2002, 2003" or "2001-2003" are ok for specifying
+ years, as long as each year in the range is in fact a copyrightable
+ year, i.e., a year in which the document was published (including
+ being publicly visible on the web or in a revision control system).
+
+ There is more detail about copyright years in the GNU Maintainers
+ Information document, www.gnu.org/prep/maintain. -->
+<p>Copyright &copy; 2001, 2007, 2008, 2012, 2014, 2018 Free Software
+Foundation, Inc.</p>
+
+<p>Questa pagina è distribuita secondo i termini della licenza <a rel="license"
+href="http://creativecommons.org/licenses/by-nd/4.0/">Creative Commons
+Attribuzione - Non opere derivate 4.0 internazionale</a> (CC BY-ND 4.0).</p>
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+<!--TRANSLATORS: Use space (SPC) as msgstr if you don't want credits.-->
+Traduzione di Sabrina Pampaloni, Domenico Delle Side, Andrea Glorioso, Paola
+Blason, Giorgio V. Felchero, Simone Piccardi, Andrea Pescetti. Modifiche di
+Sabrina Pampaloni, Paola Blason, Giorgio V. Felchero, Andrea Pescetti.</div>
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+Ultimo aggiornamento:
+
+$Date: 2018/12/15 14:46:26 $
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