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Per l'utente di un +computer che dà valore alla propria libertà questa è la domanda principale +da porsi riguardo a qualsiasi sistema software. </p> + +<p>Nel <a href="http://fsf.org">movimento per il software libero</a> noi +sviluppiamo software che rispetta la libertà degli utenti affinché tutti +assieme possiamo evadere dal software che non rispetta la nostra libertà. Al +contrario, l'idea dell' “open source” si centra principalmente +sulla metodologia di sviluppo; è una diversa corrente di pensiero il cui +valore massimo è <a href="/philosophy/open-source-misses-the-point.html">la +qualità del codice piuttosto che la libertà</a>. Perciò la questione da +porsi qui non è se Android sia “<a +href="/philosophy/free-open-overlap.html">open source</a>”, ma se +garantisce la libertà degli utenti. </p> + +<p>Android è un sistema operativo per telefoni cellulari ed altri dispositivi +formato da Linux (il kernel di Torvalds), alcune librerie, una piattaforma +Java ed alcune applicazioni. A parte Linux, il software delle versioni +Android 1 e 2 è stato sviluppato principalmente da Google; Google lo +rilasciò sotto licenza Apache 2.0, una licenza libera sprovvista di <a +href="/copyleft/copyleft.html">copyleft</a>.</p> + +<p>La versione di Linux inclusa in Android non è completamente libera dal +momento che contiene “blob binari” (proprio come la versione del +Linux di Torvalds), alcuni dei quali vengono effettivamente utilizzati in +alcuni dispositivi Android. Le piattaforme Android utilizzano anche altri +firmware proprietari come pure librerie proprietarie. A parte questi, il +codice sorgente delle versioni 1 e 2 di Android, così come rilasciate da +Google, è software libero—questo codice però non è sufficiente per il +corretto funzionamento del dispositivo. Alcune applicazioni preinstallate in +Android sono altrettanto proprietarie.</p> + +<p>Android si differenzia radicalmente dal <a +href="/gnu/thegnuproject.html">sistema operativo GNU/Linux</a> poiché il +componente GNU è in effetti minimo. Infatti l'unico elemento comune tra +Android e GNU/Linux è Linux, il kernel. Coloro che in maniera erronea +credono che “Linux” si riferisca alla combinazione completa di +GNU/Linux rimangono interdetti allorquando confrontati con questi fatti e +profferiscono argomenti paradossali come ad esempio “Android contiene +Linux ma non è Linux.” (<a href="#linuxnote">*</a>) Una volta +liberatisi da questa confusione, la situazione diventa chiara: Android +contiene Linux ma non GNU; perciò Android e GNU/Linux sono essenzialmente +molto differenti dal momento che l'unico elemento comune tra i due è Linux. </p> + +<p>All'interno di Android, Linux il kernel rimane un programma separato, con il +codice sorgente relativo sotto <a href="/licenses/gpl-2.0.html">licenza GNU +GPL versione 2</a>. Combinare Linux con un codice sorgente sotto licenza +Apache 2.0 comporterebbe la violazione del copyright, dal momento che la +versione 2 della GPL e Apache 2.0 sono licenze <a +href="/licenses/license-list.html#apache2">incompatibili</a>. Le voci di +un'ipotetica conversione di Linux verso la licenza Apache operata da Google +non rispecchiano la realtà; Google non può in alcun modo modificare la +licenza del codice di Linux ed infatti non ha nemmeno tentato di farlo. Se +gli autori di Linux ne permettessero l'uso sotto <a +href="/licenses/gpl.html">licenza GPL versione 3</a>, allora quel codice +potrebbe essere combinato con il codice distribuito sotto licenza Apache, e +la combinazione potrebbe venire rilasciata come GPL versione 3. Linux però +non è stato rilasciato in tale maniera.</p> + +<p>Google ha soddisfatto i requisiti della GNU General Public License per +Linux, però la licenza Apache delle parti rimanenti di Android non richiede +il rilascio del codice sorgente. Google ha affermato che non rilascerà mai +il codice sorgente di Android 3.0 (eccetto Linux). Il codice sorgente di +Android 3.1 è stato altrettanto trattenuto, facendo di Android 3, escluso +Linux, un software pienamente ed evidentemente proprietario. </p> + +<p>Google affermò di aver trattenuto il codice sorgente della versione 3.0 a +causa della presenza in esso di errori di programmazione e che le persone +dovrebbero aspettare la versione successiva. Ciò potrebbe essere un buon +consiglio rivolto a coloro che vogliono semplicemente avere accesso ad un +sistema Android, però gli utenti dovrebbero avere il diritto di decisione in +merito. In ogni caso, i programmatori e gli sperimentatori che desiderino +includere modifiche nelle loro versioni personali potrebbero avvalersi +benissimo di tale codice.</p> + +<p>Fortunatamente, Google in seguito rilasciò il codice sorgente per Android +3.* assieme alla versione 4 (rilasciata altrettanto con il codice +sorgente). Il problema discusso sopra risultò essere una aberrazione +momentanea piuttosto che un cambiamento di rotta nella politica di Google in +relazione ad Android. Comunque, ciò che accade una volta può sempre +ripetersi nuovamente.</p> + +<p>Ad ogni modo, il più del codice sorgente di Android è stato rilasciato in +qualità di software libero. Ciò significa che i dispositivi con queste +versioni di Android rispettano la libertà dell'utente? No, per vari motivi +la risposta a tale domanda è negativa. </p> + +<p>Innanzitutto la maggior parte dei dispositivi in questione contengono +applicazioni proprietarie di Google che comunicano con servizi come YouTube +e Google Maps. Questi non fanno ufficialmente parte di Android, ma ciò non +rende tali dispositivi più accettabili dal punto di vista etico. Molte +applicazioni libere disponibili nelle versioni più vecchie di Android <a +href="http://arstechnica.com/gadgets/2013/10/googles-iron-grip-on-android-controlling-open-source-by-any-means-necessary/">sono +state sostituite da applicazioni proprietarie</a>; nel 2013 comparvero +dispositivi Android in cui <a +href="http://www.androidbeat.com/2013/12/new-google-play-edition-devices-lack-photo-gallery-app-use-google/"> +la visione di immagini non era possibile se non attraverso un'applicazione +proprietaria di Google+</a>. Nel 2014 Google annunciò che <a +href="http://arstechnica.com/gadgets/2014/06/android-wear-auto-and-tv-save-you-from-skins-and-oems-from-themselves/">le +versioni di Android per le TV, gli orologi e le automobili saranno +ampiamente non libere.</a> +</p> + +<p>La maggior parte dei dispositivi Android vengono venduti con il software +proprietario Google Play preinstallato (precedentemente “Android +Market”). Tale software incoraggia gli utenti, con un account Google, +ad installare applicazioni proprietarie. Inoltre Google Play contiene una +backdoor attraverso la quale Google può forzatamente installare o rimuovere +applicazioni. (Probabilmente ciò fa di Google Play una backdoor universale, +anche se questo non è stato dimostrato.) Google Play non fa ufficialmente +parte di Android, ma ciò non lo rende più accettabile dal punto di vista +etico. +</p> + +<p>Google ha spostato molte funzioni di base nella <a +href="https://blog.grobox.de/2016/the-proprietarization-of-android-google-play-services-and-apps/">Google +Play Services library</a> (non libera). Se il codice di una app è libero ma +usa questi servizi, in concreto la app è non libera perché non può +funzionare su una versione libera di Android, come Replicant. +</p> + +<p>Se tenete in gran conto la libertà, non installerete le applicazioni +proprietarie offerte da Google Play. Per installare applicazioni libere per +Android non vi serve Google Play poiché potete ottenerle da <a +href="http://f-droid.org">f-droid.org</a>. +</p> + +<p>I dispositivi Android inoltre contengono librerie proprietarie. Queste non +fanno ufficialmente parte di Android, ma dal momento che diverse +funzionalità di Android dipendono da esse, le stesse fanno effettivamente +parte di ogni installazione di Android.</p> + +<p>Perfino i programmi ufficialmente inclusi in Android potrebbero non +corrispondere al codice sorgente rilasciato da Google. I produttori +potrebbero modificare tale codice e spesso il codice modificato non viene +accompagnato dal codice sorgente. La licenza GNU GPL li obbliga a +ridistribuire il codice sorgente delle loro versioni di Linux, ammesso che +essi rispettino la licenza. Il resto del codice, sotto la licenza debole +Apache non richiede il rilascio della versione di Android che questi +dispositivi effettivamente contengono. </p> + +<p>Un utente confermò che diversi programmi del sistema Android preinstallati +nel suo telefono cellulare vennero <a +href="http://www.beneaththewaves.net/Projects/Motorola_Is_Listening.html">modificati +affinché inviassero dati personali a Motorola.</a> Alcuni produttori +occultano nel dispositivo Android un <a +href="http://androidsecuritytest.com/features/logs-and-services/loggers/carrieriq/">pacchetto +di sorveglianza universale come ad esempio l'IQ Carrier.</a> </p> + +<p><a href="http://replicant.us">Replicant</a> è la versione libera di +Android. I programmatori di Replicant hanno sostituito molte delle librerie +proprietarie per alcuni modelli di smartphone. Le applicazioni proprietarie +sono state rimosse, ma comunque voi non vorreste usarle dal momento che sono +proprietarie. D'altra parte CyanogenMod (un'altra versione modificata di +Android) non è free software dal momento che contiene alcuni programmi +proprietari.</p> + +<p>Alcuni dispositivi Android sono “tiranni”: sono progettati in +modo che l'utente non possa installare od eseguire alcun software +personalmente modificato bensì solamente le versioni approvate dalla +relativa società. In tal caso i file eseguibili non sono software libero +anche se ottenuti da codice sorgente libero e disponibile +all'utente. Tuttavia, su alcuni dispositivi Android possiamo ottenere i +permessi di “root” al fine di installarvi diversi tipi di +software. </p> + +<p>Firmware e driver importanti sono generalmente altrettanto +proprietari. Questi ultimi gestiscono la rete cellulare, il WiFi, il +bluetooth, il GPS, la grafica 3D, la videocamera, l'altoparlante e in alcuni +casi persino il microfono. In alcuni dispositivi un paio di questi driver +sono liberi e poi ci sono alcuni driver di cui potreste farne a +meno—ma certamente il dispositivo necessita di un microfono e di una +rete cellulare per un corretto funzionamento.</p> + +<p>Il firmware della rete cellulare viene preinstallato nel +dispositivo. Qualora la sua unica funzione fosse quella di comunicare con la +rete cellulare allorquando e solo quando l'utente lo desiderasse potremmo +considerarlo come equivalente di un circuito. Quando marchiamo con +insistenza il concetto che il software in un dispositivo di calcolo deve +essere libero, possiamo ignorare il firmware preinstallato che non sarà mai +aggiornato poiché per l'utente non fa nessuna differenza se si tratta di un +programma o di un circuito. </p> + +<p>Sfortunatamente, in questo caso si tratta di un circuito +malevolo. Funzionalità malevole sono inaccettabili a prescindere dalla +natura della loro implementazione.</p> + +<p>Nella maggior parte dei dispositivi Android tale firmware esercita un +controllo talmente grande sul dispositivo da poter trasformare il telefono +in una microspia. In alcuni dispositivi tale firmware controlla il +microfono. In altri può appropriarsi del totale controllo del computer +principale attraverso la memoria condivisa, e in tal modo può raggirare o +rimpiazzare qualunque software libero installato nel dispositivo. Con +alcuni, e forse tutti i modelli, è possibile esercitare un controllo remoto +di tale firmware al fine di sovrascrivere il resto del software presente nel +dispositivo. Il punto principale del software libero è quello di garantire +all'utente il controllo del suo software e il modo d'uso del computer +stesso; un sistema provvisto di backdoor è inammissibile. Nonostante sia +certamente vero che ogni sistema di calcolo può contenere bug, è altrettanto +vero che questi dispositivi sono veri e propri microfoni spia. (Craig +Murray, nel libro <a +href="http://www.guardian.co.uk/books/2006/aug/12/politics">Omicidio a +Samarcanda</a>, racconta del suo coinvolgimento in una operazione di +intelligence che convertì a distanza il cellulare non-Android dell'ignaro +bersaglio in una microspia.)</p> + +<p>Ad ogni modo, il firmware della rete cellulare di un telefono Android non è +l'equivalente di un circuito poiché l'hardware rende possibile +l'installazione di nuove versioni, e di fatto esegue l'installazione di +nuove versioni. Essendo il detto firmware proprietario, in pratica solo il +produttore può creare versioni aggiornate—non gli utenti.</p> + +<p>Sommando i punti precedentemente elencati, potremmo tollerare il firmware +proprietario della rete cellulare soltanto qualora avessimo la garanzia che +nuove versioni di esso non saranno caricate, che non prenderà il controllo +del computer principale ed infine sia in grado di comunicare con la rete +solo quando, e nella maniera in cui, il sistema operativo libero permetta +che tale comunicazione avvenga. Detto altrimenti, il firmware deve essere +equivalente a un circuito elettrico, e tale circuito non deve essere +malevolo. Non vi è un ostacolo di natura tecnica che impedisca la produzione +di un telefono Android provvisto di tali caratteristiche, ma a nostra +conoscenza un telefono del genere non esiste.</p> + +<p>Android non è un sistema self-hosting; Android deve essere sviluppato in un +altro sistema. Gli strumenti del “software development kit” +(SDK) di Google sono in apparenza software libero, ma è molto difficile +verificarlo. I file di definizione per alcune API di Google sono +proprietarie. L'installazione del SDK richiede la sottoscrizione di una +licenza software proprietaria, sottoscrizione che voi dovete declinare. <a +href="http://redmine.replicant.us/projects/replicant/wiki/ReplicantSDK"> +L'SDK di Replicant</a> ne è un sostituto libero.</p> + +<p>Di recente l'attenzione della stampa si è focalizzata sulle dispute +brevettuali. Da 20 anni conduciamo campagne per l'abolizione dei brevetti +software e avvisiamo del rischio concreto del verificarsi di tali dispute. I +brevetti software potrebbero forzare l'eliminazione di diverse +caratteristiche da Android, o persino renderlo indisponibile. Vedasi <a +href="http://endsoftpatents.org">endsoftpatents.org</a> per ulteriori +informazioni sul perché è necessario abolire i brevetti software.</p> + +<p>Tuttavia l'assalto ai brevetti e la risposta di Google non sono direttamente +attinenti all'argomento trattato in questo articolo: la modalità in cui i +prodotti Android rispettano soltanto parzialmente un sistema etico di +distribuzione e la natura in cui gli stessi vengono meno a tale compito. +Tale questione merita una equa attenzione della stampa. </p> + +<p>Android è un importante passo in avanti verso alla realizzazione di un +telefono cellulare etico, controllato dall'utente e basato sul software +libero, ma la strada è ancora lunga e Google la sta percorrendo nella +direzione sbagliata. Gli hacker stanno lavorando su <a +href="http://replicant.us">Replicant</a>, ma il supporto di un nuovo modello +di dispositivo è un compito difficile, cosa a cui si aggiunge il problema +del firmware. Anche se i telefoni Android oggigiorno sono notevolmente meno +nocivi rispetto ai telefoni della Apple o quelli Windows, certamente non +possiamo affermare che rispettino la vostra libertà. </p> + +<hr /> +<ul> +<li><a id="linuxnote"></a>Una esemplificazione paradossale di questo tipo di +confusione di termini appare sul sito linuxonandroid.org, dove si offre +assistenza nella “installazione di Linux [sic] sul vostro dispositivo +Android.” Questo è assolutamente erroneo: ciò che essi installano è +una versione del sistema GNU, <em>eccetto</em> Linux il quale è già parte +integrante di Android. Dal momento che il sito web in questione supporta +soltanto <a href="/distros/distros.html">distribuzioni di GNU/Linux non +libere</a> noi non lo raccomandiamo. +</li> +</ul> + +<!-- If needed, change the copyright block at the bottom. In general, + all pages on the GNU web server should have the section about + verbatim copying. Please do NOT remove this without talking + with the webmasters first. + Please make sure the copyright date is consistent with the document + and that it is like this: "2001, 2002", not this: "2001-2002". --> +<div class="translators-notes"> + +<!--TRANSLATORS: Use space (SPC) as msgstr if you don't have notes.--> + </div> +</div> + +<!-- for id="content", starts in the include above --> +<!--#include virtual="/server/footer.it.html" --> +<div id="footer"> +<div class="unprintable"> + +<p>Per informazioni su FSF e GNU rivolgetevi, possibilmente in inglese, a <a +href="mailto:gnu@gnu.org"><gnu@gnu.org></a>. Ci sono anche <a +href="/contact/">altri modi di contattare</a> la FSF. Inviate segnalazioni +di link non funzionanti e altri suggerimenti relativi alle pagine web a <a +href="mailto:webmasters@gnu.org"><webmasters@gnu.org></a>.</p> + +<p> +<!-- TRANSLATORS: Ignore the original text in this paragraph, + replace it with the translation of these two: + + We work hard and do our best to provide accurate, good quality + translations. However, we are not exempt from imperfection. + Please send your comments and general suggestions in this regard + to <a href="mailto:web-translators@gnu.org"> + + <web-translators@gnu.org></a>.</p> + + <p>For information on coordinating and submitting translations of + our web pages, see <a + href="/server/standards/README.translations.html">Translations + README</a>. --> +Le traduzioni italiane sono effettuate ponendo la massima attenzione ai +dettagli e alla qualità, ma a volte potrebbero contenere imperfezioni. Se ne +riscontrate, inviate i vostri commenti e suggerimenti riguardo le traduzioni +a <a +href="mailto:web-translators@gnu.org"><web-translators@gnu.org></a> +oppure contattate direttamente il <a +href="http://savannah.gnu.org/projects/www-it/">gruppo dei traduttori +italiani</a>.<br/>Per informazioni su come gestire e inviare traduzioni +delle nostre pagine web consultate la <a +href="/server/standards/README.translations.html">Guida alle traduzioni</a>.</p> +</div> + +<p>Copyright © 2011, 2012, 2014, 2015, 2016 Richard Stallman</p> + +<p>Questa pagina è distribuita secondo i termini della licenza <a rel="license" +href="http://creativecommons.org/licenses/by-nd/4.0/">Creative Commons +Attribuzione - Non opere derivate 4.0 internazionale</a> (CC BY-ND 4.0).</p> + +<!--#include virtual="/server/bottom-notes.it.html" --> +<div class="translators-credits"> + +<!--TRANSLATORS: Use space (SPC) as msgstr if you don't want credits.--> +Traduzione originale di mrtx. Modifiche di Enrico Bella, Andrea Pescetti.</div> + +<p class="unprintable"><!-- timestamp start --> +Ultimo aggiornamento: + +$Date: 2018/12/15 13:45:44 $ + +<!-- timestamp end --> +</p> +</div> +</div> +</body> +</html> |